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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - PORTOGALLO - A LISBONA OMAGGIO A FLAIANO CON IL BLU DI PRUSSIA DI MATTEO FATO NELL' ANTICA CAPPELLA ISTITUTO ITALIANO CULTURA

(2017-04-26)

«Se in un quadro i cattivi umori del pittore, le sue torbide malinconie, i suoi errori, le sue sfrenate ambizioni condensano e s’esprimono, state certi che là, in quel punto, troverete la mia ombra, l’ombra del Blu» Ennio Flaiano

Un nuovo appuntamento con l’arte italiana contemporanea nell’antica Cappella l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona che ospita l’Esposizione personale di Matteo Fato Autoritratto (del) Blu di Prussia, curata da Simone Ciglia, entrambi presenti all’inaugurazione prevista per le ore 19.00 di giovedì 4 maggio.

La mostra vuole ripercorre le tracce di una delle figure più poliedriche della cultura italiana del Novecento, Ennio Flaiano (Pescara, 1910-Roma, 1972). Scrittore, giornalista, sceneggiatore, critico, umorista, Flaiano ha disegnato con la sua scrittura il ritratto di un paese che forse mai nella sua storia aveva vissuto un cambiamento tanto rapido. Alle sue contraddizioni l’autore ha guardato con umorismo e allo stesso tempo con disincanto. Fra le sue opere postume, Autobiografia del blu di Prussia – uscito nel 1974 – raccoglie una serie di testi di taglio autobiografico. Da questo volume prende le mosse l’esposizione, che vuole tracciare un autoritratto dell’artista.

La mostra presenta per la prima volta come un unico corpo una serie di opere cui Fato ha dedicato uno studio a partire dal 2008. Il tema è quello delle nuvole, osservate – nelle parole dell’artista – come «elemento autobiografico del sognatore», memore di uno dei più celebri aforismi di Flaiano: «Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole».
La ricerca di Fato nasce dalla volontà di fermare in una sorta di “natura morta” lo spazio della pittura. Un concetto caro all’artista riguarda il bilico della rappresentazione: cercare un momento al limite tra scrittura e immagine, tra parola e pensiero. La nuvola diviene oggetto che racchiude naturalmente questo limite della realtà, essendo essa stessa una parola che non contiene un’immagine definita ma in continuo movimento.

Matteo Fato è nato nel 1979 a Pescara, città in cui vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre in gallerie private e musei pubblici in Italia e all’estero e ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il premio Level 0 – ArtVerona (2013), il Premio Città di Treviglio (2012) e il Premio Cramum (2016). Ha partecipato a numerose residenze artistiche, tra cui:  la Fondazione Spinola Banna (Torino) con Adrian Paci come Visiting professor (2008); ArtOmi, (New York) come artista Italiano in residenza selezionato dalla Dena Foundation (2010); e in Norvegia presso il Nordic Artists' Centre Dalsåsen – NKD (2015). Nel 2016, ha partecipato alla 16ª Quadriennale d’Arte di Roma. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Dal 2009 è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. (www.matteofato.com).

Simone Ciglia, nato a Pescara nel 1982, vive fra Roma e Stoccarda. È dottore di ricerca in storia dell’arte contemporanea presso la “Sapienza” Università di Roma e si occupa principalmente di arte e critica d’arte del secondo Novecento. Ha curato diverse mostre e scritto per cataloghi e riviste specializzate. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, è corrispondente per la rivista “Flash Art” e assistente ricercatore presso il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma. (26/04/2017-ITL/ITNET)

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