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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - IN RETE ULTIMO NUMERO DI ITALINFORMA SULL'ATTIVITA' DEL PATRONATO ITAL UIL IN ITALIA ED ALL'ESTERO

(2017-05-24)

  Terzo numero della nuova edizione di ITALINFORMA la pubblicazione on line sull'attività del Patronato

In questo numero:
INPS. Pagamento quattordicesima mensilità; Da aprile i benefici fiscali sulle pensioni per le vittime del dovere; Permessi L.104/92 e congedo straordinario per unioni civili e convivenze di fatto; Assegni al nucleo familiare e di maternità concessi dai Comuni. Confermati gli importi nel 2017; Approvato il Ddl contro la povertà con il reddito di inclusione per nuclei familiari in difficoltà; I nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA); Decreto Milleproroghe: pubblicata la legge di conversione; INPS. Nessuno stop ai voucher baby sitting; I nuovi italiani all'estero: bisogni e ruolo dei patronati. Indagine promossa dai Patronati aderenti al Ce.Pa; Unioni civili e convivenze di fatto nell'attività di impresa; Licenziamento e incremento redditività dell'impresa.

In particolare per quanto riguarda i nuovi italiani all'estero: bisogni e ruolo dei patronati, la pubblicazione riporta gli elementi principali dell'Indagine promossa dai Patronati aderenti al Ce.Pa, presentati nel corso di un Seminario alla Camera dei Deputati.

Oltre 5.000.000 sono gli italiani all’estero e molti altri sono i giovani che vorrebbero lasciare il nostro paese, non solo per
cercare quel lavoro che in Italia non riescono a trovare, ma anche per fare un’esperienza nuova. Quasi uno su 3 conosce i patronati ai quali riconoscono un ruolo decisivo nell’affrontare le problematiche legate al trasferimento e oltre il 50% si dichiara soddisfatto dei servizi resi da questi istituti per agevolare il loro inserimento nei paesi ospitanti; anzi, ne chiedono l’ampliamento.
E’ uno spaccato sulla nuova mobilità delle persone, che emerge da una indagine su “I nuovi italiani all’estero: i loro bisogni e il ruolo dei patronati”, promossa dai Patronati del Ce.Pa (Acli, Inas, Inca e Ital) e realizzata dall’istituto di ricerca Eumetra, diretto dal professor Renato Mannheimer, mette in luce i cambiamenti profondi di questi trasferimenti; un fenomeno in crescita anche a causa della crisi, che ha mutato le ragioni alla base della mobilità.

Tra quanti hanno già lasciato il nostro Paese, se un buon 50% degli intervistati dichiara di essersi recato all’estero per
motivi occupazionali, l’altra metà si divide tra chi ha voluto fare una esperienza diversa (la cosiddetta generazione degli
Erasmus) e chi, invece, si è trasferito dopo la pensione verso altri paesi nei quali il sistema di tassazione è più favorevole
(14% del campione).

Alle ragioni del trasferimento si aggiunge la lista dei problemi incontrati. Per quasi tutti (circa il 90% degli intervistati), l’ostacolo principale è la scarsa conoscenza della lingua del paese ospitante, mentre sorprendentemente e solo in secondo piano emergono le difficoltà di accesso ai vari sistemi di welfare, che pure sono molto diversi tra loro. Ciononostante, spicca tra tutti la propensione a rimanervi (oltre il 50%), senza fare ritorno in patria, ma anche la volontà di trasformare la loro permanenza in un’occasione per migliorare la loro qualità della vita (38%).

Ai tanti già trasferiti all’estero, si aggiunge una quota significativa di giovani (tra i 28 e i 35 anni) che vivono in Italia e che hanno desiderio di lasciare il nostro paese: il 51% del campione lo farebbe per motivi di lavoro e il restante 49% per altri motivi; tra questi il 26% per fare un’esperienza diversa. Anche per loro, la scarsa conoscenza della lingua è il principale elemento frenante nell’intraprendere una decisione così drastica. (24/05/2017-ITL/ITNET)

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