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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - "IO SONO CULTURA" RAPPORTO FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE: 250 MILIARDI COMPRESO L'INDOTTO IL 16% DEL VALORE AGGIUNTO. 413.725 IMPRESE: IL 6% ATTIVITA' ECONOMICHE DEL PAESE

(2017-06-28)

  Quasi 90 miliardi di euro. Tanto vale il Sistema Produttivo Culturale e Creativo Italiano composto da imprese private, realtà pubbliche e non profit.
Una cifra che arriva a 250 miliardi, corrispondente ad oltre il 16% del valore aggiunto, se si prende in considerazione  anche  l’indotto.
E’ questo il dato più significativo che emerge dal rapporto ‘Io sono cultura’ elaborato dalla Fondazione Symbola e da UnionCamere ,  presentato oggi a Roma presso il Mibact. 

Sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo Italiano  conta, a fine 2016, 413.752 imprese che incidono per il 6,8% sul totale delle attività economiche del paese.
Guardando nel dettaglio ai vari settori, le performance più rilevanti  rimangono connesse ai segmenti che già negli ultimi anni  avevano mostrato segnali positivi  come il design (+2,5% per valore aggiunto),  i videogame  (+2,5%) e la produzione creative driven (+1,7%).
La gran parte delle imprese del core Cultura, oltre una su tre, assume la forma di ditta individuale (quasi 10.000). Le società di capitale raccolgono invece circa il 2,7% delle attività,  mentre le cooperative si attestano  quasi al 10%.

Di rilievo nel sistema cultura le imprese femminili che rappresentano circa il 18% (più di 52.000). Più di un’impresa femminile su due si  concentra nell’editoria, cui segue il comparto della comunicazione.
Oltre a confermare come la cultura sia uno dei motori trainanti dell’economia italiana, il rapporto, giunto alla sua settima edizione,  precisa come questo settore, in continua crescita (+1,8%  dal 2015 al 2016)  impieghi quasi un milione e mezzo di persone  (22.000 in più rispetto al 2015) di cui il  40,9% in possesso di laurea ( l’incidenza dei laureati negli altri settori produttiva si attesta al 20%). Una forza lavoro, tra l’altro, difficilmente sostituibile: secondo alcune ricerche, infatti, la civiltà robotica  che nei prossimi anni  farà scomparire molte delle attuali professioni  (circa 45%-47% dei mestieri) difficilmente riuscirà a ‘rimpiazzare’ la professionalità e la competenza delle persone che lavorano in questo settore.

Il rapporto evidenzia anche che le imprese che investono in creatività  crescono più rapidamente, sono più web oriented (82%), più green (55%),  maggiormente in grado di proporre prodotti e processi innovativi (38%-39%) e più presenti sui mercati internazionali (23%).

Quanto alla geografia della cultura, la provincia di Roma, con il 10%, è al primo posto per incidenza del valore aggiunto del Sistema, seguita da Milano(9,9%)  e Torino (8,6%). Seguono  Siena, Arezzo e Firenze. Quanto alle macro aree è il Centro in testa con il 7,4% della produzione del valore aggiunto.

Per quanto concerne l’occupazione, la leadership è da attribuire a Milano  (10,1%) seguita da Roma (8,7%) e Arezzo (8,6%).
Da rilevare  come negli 882 comuni con siti Unesco si concentri il 40% delle imprese con core culturale, un’incidenza sul totale delle imprese superiore di ben 1,7 volte rispetto a territori senza siti Unesco.

Alla presentazione del Rapporto ‘Io sono cultura’ è intervenuto il Ministro del MIBACT Dario Franceschini che ha affermato come  la cultura stia diventando un tema sempre più centrale nel dibattito del Paese.
“Molto è cambiato, non è più stagione di tagli. Abbiamo messo risorse umane ed economiche pubbliche e private, approvato leggi come quella sul cinema e sullo spettacolo dal vivo. C’è stata un’inversione di consapevolezza  del sistema. Abbiamo fatto molto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio. Allo stesso tempo c’è ancora molto da fare da un punto di vista legislativo, quanto a sostegno e per restituire  centralità alle industrie creative,” ha dichiarato il Ministro Franceschini.
“Ci sono paesi che pur non avendo un patrimonio come il nostro, per  esempio la Gran Bretagna,  hanno fatto diventare questo settore un elemento di attrattività  capace di portare ricchezza e sviluppo. La sfida della prossima legislatura, al di là di chi ricoprirà i singoli ruoli istituzionali, è quella di fare di più per far sì che ogni anno questo trend diventi permanente,” ha concluso il Ministro Franceschini.

Tra i relatori che hanno preso parte alla presentazione del Rapporto, Ivan Lo Bello, Presidente UnionCamere,  che ha affermato come la cultura sia una ricchezza straordinaria da tutelare e conservare ma anche un asset dello sviluppo produttivo su cui contare.
“Il mondo che affronteremo nei prossimi anni sarà guidato  da una serie di trasformazioni  radicali concentrate soprattutto nella sfera del lavoro e delle competenze. Solo puntando sulla creatività possiamo affrontare questa rivoluzione nel migliore dei modi. Puntare sulla cultura e sulla creatività significa quindi puntare su competenze in grado di affrontare la stagione dell’industria 4.0,” ha precisato Lo Bello.

Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria, ha sottolineato l’importanza di  valutare  il settore cultura con una visione larga, un settore complesso che include molti soggetti, incrementabile e dalle molte potenzialità.
“La cultura è un driver trasversale che aiuta tutto il Paese. E’ un elemento fondamentale dell’economia  italiana che non avendo materie prime, può cominciare a ricostruirsi puntando proprio su questo,” ha puntualizzato Boccia.

Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola, ha invece evidenziato come l’Italia  non  possa competere con i paesi emergenti ma possiamo competere e  vincere quanto a qualità e bellezza.
‘Non abbiamo hard power  ma possiamo puntare sul soft power,” ha  affermato Realacci.(28/06/2017-L.G.-ITL/ITNET)

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