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ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - ALDO MORO - PRES. CAMERA BOLDRINI:" SENZA DI LUI LA POLITICA NON FU PIU' LA STESSA. ALDO MORO PROPOSE UN' IDEA ALTA DELLA POLITICA"

(2017-09-20)

"Con il progetto di mostra fotografica online “Cento anni con Aldo Moro”, l’Archivio Flamigni offre un importante contributo alla piena ricostruzione della figura di Aldo Moro, una delle personalità più rilevanti della storia repubblicana. Certamente la più interessante per gli storici e per gli studiosi dei fenomeni politici, essendo lui stato non soltanto uomo di partito e delle istituzioni fin dall’Assemblea Costituente, ma anche un intellettuale, un accademico e un raffinato giurista." Così nel suo intervento la presidente della Camera Laura Boldrini durante la presentazione della mostra dal titolo:  “Immagini di una vita. Una mostra per Aldo Moro”.

"Sono tanti - ha proseguito Boldrini - gli episodi che dimostrano quanto il pensiero e l’azione di Aldo Moro abbiano influito nella evoluzione della politica e della società italiana.  Basta rileggere i suoi interventi all’Assemblea Costituente alla quale, appena trentenne, diede un contributo culturale e politico decisivo in molti passaggi della sua elaborazione".

  "E poi ricordare che senza la sua spinta intellettuale e politica non sarebbe nato il primo centrosinistra, né quel percorso di avvicinamento tra le grandi forze popolari – soprattutto tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista- dal quale scaturì, nella seconda metà degli anni settanta, la stagione della solidarietà nazionale. L’assassinio di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse fu uno spartiacque nelle storia politica del nostro Paese. E anche questo dimostra l’importanza della sua figura.

Senza di lui la politica italiana non fu più la stessa che avevamo conosciuto. Le grandi forze popolari tornarono a dividersi. Le istituzioni iniziarono ad essere investite da un processo di logoramento e di sfiducia da parte di ampi settori della pubblica opinione.
Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro fu un evento traumatico. Su questo evento si è molto discusso, scritto, indagato, tanto che per lungo tempo la sua figura è stata prevalentemente associata al suo essere vittima della barbarie terroristica.

In occasione del centenario della sua nascita abbiamo voluto anche noi, alla camera dei deputati, organizzare una nostra mostra, un nostro contributo, proprio per dare un quadro d’insieme della sua personalità, del suo pensiero e della sua azione politica e istituzionale. Che va ben oltre il simbolo che Aldo Moro fu per tutti noi: in particolare per la mia generazione, che si apriva al mondo in quegli anni. Quanto accadde ad Aldo Moro fu un momento di terrore per tutti noi ragazzini di quell’epoca.
Un pensiero, il suo, che è ancora oggi di straordinaria attualità. Sono tanti gli scritti e i discorsi che lo dimostrano.
Uno in particolare mi ha colpito, perché è molto vicino ai nostri giorni, al nostro dibattito politico.

Si tratta di un intervento all’Assemblea Costituente, il 13 Marzo del 1947. In questo discorso Moro esamina la proposta riguardante gli articoli 1,6 e 7 della Costituzione. Il 6 e il 7 diverranno, nella stesura definitiva, il 2 e il 3.
Ma prima di entrare nel merito di questo esame, Moro interloquisce con il deputato liberale Roberto Lucifero che aveva sostenuto che la Costituzione dovesse essere semplicemente “a-fascista”, anziché “antifascista”.
Moro non è d’accordo e dice: ”Non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione emerge da quella resistenza, da quella lotta…per le quali ci siamo ritrovati insieme ..ed ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale “.

E più avanti, a proposito della dignità umana, parla del testo di quello che sarebbe diventato l’articolo 3, il principio di uguaglianza, tanto attuale oggi in presenza di acute e crescenti diseguaglianze sociali che minano la crescita e la coesione sociale del Paese.
Dice Moro: “Non accontentiamoci di parole, di dichiarazioni astratte, facciamo in modo, attraverso la nostra legislazione sociale, che, il più possibile, siano in fatto eguali le condizioni e le possibilità di vita di tutti i cittadini”.

Ci capita spesso, leggendo il dibattito nell’Assemblea Costituente, di incontrare posizioni lungimiranti e per questo ancora attuali.
Questo accade quando ci sono grandi personalità e quando si antepone allo “short termism” - da cui è affetto il nostro dibattito attuale -l’interesse delle future generazioni. Qualcuno ha detto che “la politica è l’arte del futuro”, e se lo è allora è questo l’esercizio che siamo tenuti a svolgere: occuparci del futuro.

Oggi il mondo è attraversato da fenomeni epocali, da nuove e grandi problematiche globali. Come rispondere a problematiche globali con ricette nazionali? E’ impossibile. Per questo è importante concentrarci almeno sull’Europa, e riuscire a rilanciare il disegno federale europeo, se noi vogliamo dare un senso all’azione politica che guardi al futuro. E il futuro ci dice che noi dobbiamo pensare ad un’Europa che continui ad essere di pace – come è stata per noi, per la mia generazione: l’unica generazione, forse, che ha goduto della pace – di benessere e di libertà.

Oggi più che mai serve una politica che sia animata da principi e valori, che sia capace di alzare lo sguardo e di proporre un progetto che vada oltre il sondaggio delle ultime ore.
Aldo Moro, in tutta la sua vita, propose questa idea alta della politica.
Politica come vocazione, come sobrietà. Oggi abbiamo visto su un quotidiano nazionale delle belle foto di Aldo Moro: rigoroso e formale nel porsi, anche tra i bambini.

Ripercorrerne la vicenda umana e politica, come si propone di fare questa mostra, rappresenta dunque un grande contributo di qualità al dibattito politico e alla vita delle istituzioni.
E mi auguro che la sua natura digitale la renda quanto più accessibile, soprattutto ai giovani che hanno bisogno di conoscere le radici culturali e politiche della nostra Repubblica, della nostra democrazia.
Per questo vi ringrazio e mi auguro che ci sia uno sforzo anche nella partecipazione delle scuole, perché queste grandi figure hanno ancora molto da dare alla contemporaneità.”(20/09/2017-ITL/ITNET)

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