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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - CINA - IL MUSEO MAXXI DI ROMA ALLA SETTIMA EDIZIONE DI BI-CITY BIENNALE DI URBANISTICA ED ARCHITETTURA DI SHENZEN

(2017-12-15)

  Più di 230 partecipanti, oltre 25 paesi, alcuni tra i più importanti architetti, studiosi, artisti, università, istituzioni nazionali e internazionali e per la prima volta, lavori scelti grazie a una open call aperta. E’ la settima edizione di Bi-City la Biennale of Urbanism/Architecture di Shenzen (UABB2017) curata da Hou Hanru Direttore Artistico del MAXXI, e da Liu Xiadou e Meng Yan co-fondatori e direttori dello studio Urbanus Architecture & Design Inc. che apre oggi 15 dicembre 2017 fino al 17 marzo 2018.

La Biennale, dedicata quest’anno al tema del villaggio urbano, si apre ad un esperimento senza precedenti, disseminando più di 200 lavori per le strade della città che la ospita e mettendo in discussione il modo tradizionale di esporre, per permettere partecipazione e interazione. Insieme a un fitto programma di eventi comprende anche la mostra dal tema Cities, Grow in Difference, curata da Hou Hanru, che indaga il ruolo della “coesistenza” nel futuro sviluppo dei villaggi urbani e del loro ruolo tra le città in rapida estensione in Cina.

Tra i partecipanti alla Biennale l’architetto, designer e urbanista Yona Friedman con tre progetti site-specific dello Street Museum e il progetto PINGHÉNG (Balance) collettivo indipendente spagnolo Boa Mistura.

Entrambi i progetti, realizzati con il supporto del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, sono stati avviati da Hou Hanru e co-curati da Elena Motisi curatrice del MAXXI.

PINGHÉNG (Balance) del collettivo spagnolo Boa Mistura è un intervento su larga scala sulla facciatadell’edificio Old Factory Building un lavoro che riflette la sensibilità e la ricerca del gruppo per i luoghi e le persone che abitano le aree dei loro interventi. Usando il forte potere evocativo della pittura e coinvolgendo gli abitanti della zona, il collettivo ha realizzato sulla facciata del palazzo una scritta generata dalla sovrapposizione di due parole in cinese che significano tradizione e sviluppo dipinte rispettivamente in giallo e in rosso. Il dialogo dei due colori, che rappresenta quello tra identità e necessità moderne, genera un nuovo colore, un nuovo stato mentale, il blu dell’armonia.

Il progetto pensato da Yona Friedman è in linea con la ricerca e il pensiero dell’architetto, e può essere considerato il risultato di una improvvisazione: una nuova tappa dello Street Museum, realizzato da Friedman anche al MAXXI per la sua mostra personale, che invade la città dai tetti e dalle piazze pubbliche, per giungere a planare sull’acqua della Moon Pool.

Con questo lavoro l’architetto dimostra che l’architettura può interagire con le diversità sociali, come strumento democratico, interdisciplinare, globale di comunicazione, ed è la dimostrazione che il suo metodo può essere globale: dall’Europa all’Asia il suo modo di costruire può essere utilizzato e sviluppato continuamente.

Il tema centrale della mostra Cities, Grow in Difference rivela il tentativo di controbattere la tendenza all’omologazione che porta a un impoverimento delle risorse ambientali e intellettuali. Ogni città andrebbe invece vista come complesso dalla massima eterogeneità e diversità. (15/12/2017-ITL/ITNET)

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