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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - TUNISIA - INAUGURATA AL BARDO DI TUNISI MOSTRA DI OPERE ROMANE REALIZZATE IN AFRICA E CUSTODITE DAGLI UFFICI

(2018-03-18)

  Nel Seicento, un medico e archeologo pisano Giovanni Pagni, si recò in Tunisia attratto dal fascino della cultura millenaria dell'antica Cartagine e lì rimase per un anno al servizio del Bey Murad II.  Pagni visitò sicuramente El-Djem, Tuccabor, Suas, Uthina e Vallis, oltre all'antica Cartago, e alla fine il Bey Murad, riconoscente per la guarigione ottenuta grazie all'intervento del giovane medico e professore toscano, lo colmò di doni. Tra questi spiccava una raccolta di oltre venti opere tra epigrafi, stele funerarie e stele votive della Roma dell'età imperiale, che entrarono a far parte della collezione del cardinal Leopoldo de' Medici e, alla morte di questo nel 1675, delle collezioni degli Uffizi.

Queste opere sono al centro della mostra inaugurata stamane al Bardo di Tunisi, visitabile fino al 30 settembre 2018. La mostra, finanziata dalla Regione Toscana e curata da Fabrizio Paolucci, vuole restituire visibilità a questo nucleo di antichità provenienti dalla Tunisia, raccolte nel 1666 dal medico Pagni e, da oltre un secolo, diviso fra i depositi del Museo archeologico nazionale di Firenze e le Gallerie degli Uffizi. "Un incontro di culture - ha commentato la vice presidente della Toscana, Monica Barni – che costruisce un ponte simbolico che attraversa il Mediterraneo e continua e rafforza il rapporto secolare della Toscana con la Tunisia".

I rilievi e le iscrizioni, fra le prime testimonianze dell'Africa romana che era possibile allora ammirare in Europa, furono sistemate nella sala d'ingresso del museo fiorentino e per due secoli furono al centro dell'interesse di studiosi italiani, ma anche francesi e inglesi. Poi spostati nei depositi e lì, chiusi nelle casse dell'archeologico, sono rimasti per almeno centosessanta anni, ma al rientro da Tunisi torneranno ad animare l'ingresso del museo fiorentino. 

Si tratta di  ventiquattro pezzi in tutto, provenienti da Uthina, Tuccabor e Schauwasch. Fra queste spiccano una complessa e articolata dedica a Giulia Donna, moglie dell'imperatore Settimio Severo in cui si ricorda la località di Pagus Mercurialis, non altrimenti nota, e un grandioso frammento di architrave dell'antica Suas, che celebra la costruzione, sotto il regno di Marco Aurelio, di un tempio, di un arco e di un complesso di portici. A questi pezzi si aggiungono quattro rilievi punico-romani, provenienti da Cartagine e che raffigurano le massime divinità del Pantheon africano di età imperiale. Offerti in vendita allo Stato da una certa vedova Maddalena Bassano, furono acquistate nel 1873 da Francesco Gamurrini, direttore delle Regie Gallerie di Firenze, proprio per completare quella singolare collezione, unica in Italia, che agli Uffizi erano arrivate grazie al medico Giovanni Pagni.
Nel percorso anche un ritratto di Giovanni Pagni, messo a disposizione dall'università di Pisa.

Il Bardo, che vanta la più ricca collezione al mondo di mosaici romani oltre alle collezioni di arte islamica, è simbolo dell'apertura della Tunisia a tutte le culture". "E' la rappresentazione – aggiunge - di un Mediterraneo miniera di intrecci e naturale spazio di incontro, per sua natura multireligioso, multiculturale e multilinguistico. E la via del dialogo interculturale è un'esigenza primaria della nostra società contemporanea". ha sottolineato Monica Barni.

" Dal 2011, dopo la ‘rivoluzione dei gelsomini', la Toscana è all'opera su più fronti, dall'economia sociale e solidale al rafforzamento istituzionale fino al sostegno del processo di decentramento, con il coinvolgimento di università, comuni e società civile. La Toscana è tra le pochissime regioni italiane ed europee attive nelle zone più sfavorite e povere della Tunisia come Kasserine, Jendouba e Tatauine, dove la cooperazione internazionale sta lavorando a costruire un percorso che porti a governi locali aperti e partecipati. Sul 2017 e 2018 sono attivi progetti per un milione e 400 mila euro, di cui un milione frutto di un bando vinto del Ministero degli esteri.

Oggi un doppio appuntamento: il taglio del nastro, ma anche il ricordo delle vittime, ventidue morti (tra cui quattro italiani) - e avrebbero potuto essere anche di più - e quarantacinque feriti. Ed anche un momento musicale ‘toscano' d'eccellenza, con la Scuola di musica di Fiesole, l'apprezzata fondazione senza fine di lucro, partecipata da pubblico e privati, che nel corso degli ultimi decenni ha formato giovani musicisti ed educato alla musica. In occasione dell'inaugurazione, il quartetto Taag e il giovane soprano Yosra Abid sono stati interpreti del delicato e toccante Stabat Mater di Lugi Boccherini, il virtuoso violoncellista che fu uno dei grandi ambasciatori della musica italiana all'estero sul finire del Settecento. In particolare è stata eseguita la prima e più intima versione, approntata dal compositore in Spagna nel 1781 e rimasta a lungo inedita.

Il concerto ha dato avvio ad una stagione di nuove collaborazioni della scuola con la Tunisia e con l'istituto di cultura italiano della capitale africana. I tre giorni a Tunisi, dal 17 al 19 marzo, sono l'occasione, per la Regione, per fare il punto sulle prospettive di sviluppo dei sistemi museali tra Italia e Tunisia. Su questo - e in particolare sugli standard dei musei - il lunedì è stato organizzato un seminario con gli operatori tunisini. Un altro pezzo di cooperazione culturale e internazionale. (18/03/2018-ITL/ITNET)

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