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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ARCHEOLOGIA E CONTEMPORANEITA' - TRASMIGRAZIONE LINGUAGGI ARTISTICI: INSTALLAZIONI DI ARIENTI, CUOGHI CORSELLI, DADO, RUSTY AL PARCO ARCHEOLOGICO DELL'APPIA ANTICA A ROMA

(2018-05-16)

  Inaugurata nei giorni scorsi alla Villa dei Quintili a Roma la mostra Ailanto>3, offre un percorso di installazioni artistiche realizzate ad hoc nel cuore del Parco Archeologico dell’Appia Antica.

La mostra è stata inserita nel calendario italiano dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, poiché risponde a uno degli obiettivi generali dell’Anno europeo di promuovere il patrimonio culturale quale fonte di ispirazione per la creazione e l’innovazione in ambito del contemporaneo.

Gli artisti coinvolti dal curatore Fulvio Chimento sono Stefano Arienti, Cuoghi Corsello, Dado e Rusty, che attraverso le loro opere accompagnano il visitatore alla scoperta dei monumenti presenti nell’intera area archeologica: le Grandi Terme, le cisterne interrate, l’acquedotto, il Ninfeo, Santa Maria Nova, l’Appia Antica. La mostra, che rimane aperta fino al 22 luglio, è organizzata dall’Ass. BLQ - Block Culture in collaborazione con
Parco Archeologico dell’Appia Antica e il MiBACT.

L’esposizione ruota intorno a una metafora poetica: il parallelismo tra una pianta invasiva non autoctona,
l’ailanto, e alcuni linguaggi artistici che si sono diffusi a partire dagli anni Ottanta a oggi. Il nome stesso della pianta è di per sé affascinante e si ammanta di connotati magici, taumaturgici e spirituali: in latino è definita Ailanthus altissima, mentre in italiano viene chiamata anche albero del cielo o albero del paradiso.

  Originaria della Cina, questa specie si è diffusa ovunque, in Europa è stata introdotta nel XVIII secolo come pianta da giardino, e ha “viaggiato” dall’Inghilterra al Mediterraneo. In Italia la sua presenza è aumentata esponenzialmente negli ultimi tre decenni a causa del progressivo abbandono delle aree urbane e suburbane.

  Lo spazio fisico e mentale dell’ailanto coincide con la sfera creativa di quegli artisti che portano avanti la propria ricerca senza uniformarsi alle tendenze dominanti. L’ailanto è quindi il simbolo di una diversità artistica che si pone come alternativa all’arte “ufficiale”: propensa ad “ailantizzarsi”, a innestarsi e diffondersi rapidamente negli ambienti più disparati e a differenti latitudini.

Ailanto è un progetto artistico itinerante in grado di adattarsi come una specie vegetale infestante ai differenti contesti espositivi. La mostra arriva a Roma dopo essere stata allestita in forme differenti nel 2016 alla Biblioteca Luigi Poletti di Modena, dove erano presenti soprattutto opere su carta e libri d’artista che riflettevano la poetica dell’arte di strada, e nel Padiglione Tineo dell’Orto Botanico di Palermo, dove i lavori degli artisti sembravano respirare all’unisono con la natura del luogo. Con l’approdo di Ailanto a Roma nel Parco dell’Appia Antica la mostra accentua il proprio tratto impermanente, cercando un reciproco dialogo con la storia del luogo, che qui mantiene intatta tutto il suo impatto. Alla Villa dei Quintili si è scelto di non utilizzare le strutture archeologiche quali semplici quinte teatrali allo scopo di far risaltare le opere in mostra, ma di dislocare le opere anche negli spazi di raccordo, per accompagnare il visitatore in un’esperienza artistica totalizzante.

Lo spettatore è chiamato a vivere lo spazio come un “esploratore/viaggiatore”, la componente performativa della mostra, infatti, risulta essere parte integrante del progetto. La dimensione interiore dell’osservatore è condizionata dalla frammentarietà della visione esterna e dal fascino struggente della campagna romana: architettura e paesaggio si fondono, passato e presente sembrano poter convivere lungo la linea tracciata dall’arte.

Rispetto ai precedenti allestimenti, Ailanto a Roma accentua la propria natura “invasiva” allargando il novero
dei partecipanti a Stefano Arienti e Rusty. Stefano Arienti è uno dei primi artisti a dedicare attenzione alla pianta di ailanto attraverso la realizzazione di alcune serie di disegni di grande formato su teli anti-polvere, esposti in mostre in Italia e all’estero.

Qui propone per la prima volta sul territorio nazionale il suo grande Ailanto rosso, allestito nel 2012 all’Isabel Stewart Museum di Boston. Mentre Rusty è tra i primi in Italia a codificare i codici del writing, disciplina artistica che proviene dagli Stati Uniti. In questa occasione l’artista riproduce nel porticato delle terme la pavimentazione musiva ispirata ai mosaici già presenti nell’area ricorrendo unicamente ai tappi occludenti delle bombolette spray. Ailanto>3, infatti, è una mostra dedicata alla trasmigrazione dei linguaggi artistici, punto di vista in cui è esemplare il percorso artistico di Cuoghi Corsello e di Dado.

Dal 1994 al 1996 Monica Cuoghi e Claudio Corsello vivono presso gli ex Magazzini Generali Raccordati della Banca Del Monte, lungo la ferrovia di Bologna; dal 1996 al 2001 si trasferiscono in una ex fabbrica di materassi, la ex Silma; mentre dal 2001 al 2005 abitano nell’ex concessionaria FIAT di Bologna. I luoghi abitati da Cuoghi Corsello diventano spazi di aggregazione per l’arte, che accolgono con discrezione e riservatezza amici, critici, giornalisti e docenti universitari.

Per Ailanto>3 realizzano una serie di installazioni site specific che instaurano una relazione diretta con la
dimensione del tempo, per rifletterlo nel suo scorrimento, sottraendolo momentaneamente al suo naturale
flusso, e favorire una protezione del luogo, cercando una collaborazione con le forze intangibili che hanno
permesso la conservazione di questi luoghi fragili.

Dado è uno dei giovani writers che negli anni Novanta inizia a frequentare Cuoghi Corsello, instaurando con
loro un profondo legame e accogliendo in modo pieno e fertile il loro messaggio artistico. I suoi interventi
alla Villa dei Quintili tendono alla decontestualizzazione dell’oggetto scultoreo, poiché mirano a ricostruire
all’interno dell’area archeologica un immaginario prettamente metropolitano ispirato al gioco e alla
transitorietà dell’arte di strada, con la finalità di alleggerire il peso reale della storia.

La mostra Ailanto>3 viene realizzata grazie a un progetto di crowdfunding e al supporto di: La Grande Via,
Gruppo Venpa 3 Tecnoalt, Muccini Tartufi, Terme felsinee, L’albero del caffè, Agricoltura Capodarco. (16/05/2018-ITL/ITNET)

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