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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - BELGIO: A GHENT UNO SPECIALE OMAGGIO ALLE SIGNORE ITALIANE DEL BAROCCO - INTERVISTA IN ANTEPRIMA A FRANCESCO SOLINAS CO-CURATORE DELLA MOSTRA

(2018-09-18)

  Quale e' stato il ruolo delle donne pittrici nel tardo Rinascimento e nel secolo del Barocco? In quale modo sono riuscite ad iimporsi in una societa' maschilista? E chi erano queste artiste e quali le loro peculiarita'?

A queste domande risponde in modo accurato una singolare mostra 'Le  signore del Barocco. Pittrici italiane nel 16' e 17' secolo' allestita al Museo delle Belle Arti di Ghent, un appuntamento espositivo che per la prima volta getta luce sulla produzione artistica di alcune pittrici italiane a cavallo tra il 1550 e il 1680.

"L'idea iniziale era di dedicare una mostra ad Artemisia Gentileschi. Ragionando insieme ad Alain Tapié, conservatore ai Musées de France,abbiamo invece deciso di elaborare un progetto sulla straordinaria produzione di alcune artiste barocche, piu' o meno coeve di Artemisia Gentileschi, includendo chiaramente anche quest'ultima.
L'intento e'  riequilibrare la figura di Artemisia e dimostrare che Artemisia non e' stata ne' la prima ne' l'ultima pittrice di quel
fecondo periodo," afferma in un'intervista in anteprima ad Italian Network, Francesco Solinas, Maître de Conférences al Collège de France e co-curatore della mostra insieme a Alain Tapié e Valentine de Beir, giovane conservatrice al Museo di Ghent.

"Su incoraggiamento del Concilio di Trento, infatti, in piena Controriforma, alcune donne emergono e si fanno apprezzare sulla scena europea sino ad allora appannaggio maschile. Grazie al loro talento, al loro spirito indipendente, alla loro intelligenza e al mutato contesto religioso favorevole ad un rinnovamento spirituale nell'ambito della Chiesa Cattolica, diverse donne, per lo piu' mogli, sorelle o figlie di pittori, si impongono cosi' come grandi artiste indipendenti," spiega Solinas.

Otto le artiste prese in considerazione ovvero Sofonisba Anguissola (1532-1625), Fede Galizia (1578-1630), Giovanna Garzoni (1600-1670), Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), Lavinia Fontana (1552-1614), Virginia Vezzi (1601-1638), Elisabetta Sirani (1638-1665) e la piu' nota di tutte Artemisia Gentileschi (1593-1652). Assente Marietta Rubusti detta la Tintoretta, figlia naturale di Tintoretto, di cui non esistono quadri che le possono essere attribuiti in modo sicuro.

"Tutte loro hanno iniziato a dipingere guardando i  loro padri, fratelli o mariti , ma a poco a poco la loro pittura cambia. La loro produzione si distingue per un approccio naturalistico, per coerenza formale e concettuale e per una grande attenzione al dettaglio. Nei loro lavori nulla e' lasciato al caso. Come scriveva Vasari, la mano donnesca si riconosce per precisione e bellezza dei colori," precisa Solinas.

"Pur appartenendo a generazioni diverse, queste pittrici realizzano per lo piu' paesaggi, still life di fiori e frutta, autoritratti e soprattutto ritratti, questi grazie anche alla facilita' con cui alcune di loro riuscirono ad entrare in importanti case private. Solo alcuni esempi, Lavinia Fontana era diventata la pittrice di Papa Gregorio XIII ed era ammessa in tutti i palazzi romani. Sofonisba Anguissola approdò alla corte di Filippo II di Spagna, come dama di corte della regina Isabella, e fu la ritrattista della famiglia reale. E poi c'e' un caso a parte, Orsola Maddalena Caccia, una badessa che dipinse sino all'eta' di 80 anni. Questa pittrice visse con le sorelle nel convento di Moncalvo, fondato nel Monferrato dal padre. Un convento che puo' essere considerato una sorta di Accademia delle Arti ante litteram," puntualizza Solinas.

"Al di la' dei temi che hanno esplorato, va sottolineato che queste artiste avevano temperamenti diversi. Alcune erano piu' camaleontiche come Artemisia Gentileschi che cambia maniera di dipingere ogni volta che si avvicina ad un artista diverso, o Lavinia Fontana che, dopo aver subito l'influenza dei cugini Carracci, trova la sua strada.Altre invece come Giovanna Garzoni e Orsola Maddalena Caccia rimangono fedeli al loro stile," sottolinea Solinas.

  Allestita cronologicamente e suddivisa a sezioni, ognuna delle quali dedicata ad un'artista, la mostra allinea complessivamente quasi cinquanta opere provenienti per lo piu' da istituzioni museali italiane come la Galleria degli Uffizi, la Galleria Borghese, l'Accademia Carrara. Da segnalare anche alcuni prestiti da collezioni private, lavori mai o raramente esposti in precedenza.

"Abbiamo avuto prestiti straordinari come una pergamena inedita di Giovanna Garzoni ritrovata da Giovanni Valgussa  nel deposito dell'Accademia Carrara a Bergamo. E sempre di questa artista viene presentato il preziosissimo album  dell'Accademia di San Luca di Roma di cui si potra' apprezzare ogni miniatura, tutte le pagine sono sfogliateinfatti da un sistema elettronico. Di Artemisia Gentileschi ci sono ben otto opere tra cui una 'Madonna con Bambino', un inedito scoperto
in questi giorni in una collezione privata francese , e la bellissima 'Cleopatra' concessa da una  collezione privata romana. Abbiamo poi diversi ritratti eseguiti da Sofonisba Anguissola tra cui quello della madre prestato dalla Gemäldegalerie di Berlino," conclude Solinas.

Da segnalare lungo il percorso anche il ritratto di Virginia Vezzi eseguito da Simon Vouet, marito della pittrice.

La mostra rimane aperta dal 20 ottobre sino al 20 gennaio 2019.(18/09/2018-Letizia Guadagno-ITL/ITNET)

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