Direttore responsabile Maria Ferrante − venerdì 29 marzo 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

PATRONATI ITALIANI ALL'ESTERO - MOBILITA' LAVORO - PETTENI(PRES. INAS CISL): "PROCESSI CHE VANNO GOVERNATI, NE' NASCOSTI NE' ESALTATI. PER NOSTRI GIOVANI ALL'ESTERO INADEGUATA LETTURA ITALIANA FENOMENI MIGRATORI"

(2019-01-15)

  "Presidente, lei ha avuto modo di incontrare alcune comunità italiane all'estero e quindi di conoscere i problemi che affrontano nel rapporto con l'Italia. E proprio le  politiche migratorie - sia sul fronte dell'emigrazione che dell'immigrazione -  presentano  molte " ombre" nel nostro Paese. Qual'è la sua opinione di rappresentante del Patronato ?"  è l'incipit di un'ampia intervista realizzata da ITALIANNETWORK /Italialavorotv con il neo Presidente del Patronato INAS CISL, Gigi Petteni,su alcuni temi, fra quelli al centro del dibattito sulle migrazioni, con una particolare sulle nuove generazioni italiane all'estero, connessi con  l'impegno dei Patronati all'estero. Un ambito cui la cronaca mediatica fa sempre più riferimento, a motivo delle sua crescita esponenziale, ma che non corrisponde a concrete approfondite analisi od a sostanziali impegni istituzionali del nostro Paese. (https://youtu.be/dO0r5uDKjg8) .

  "All'argomento migrazioni  fanno riferimento più questioni ma ce n'è una che indubbiamente prende il sopravvento sulle altre e le nasconde (ndr- immigrazione). Ed invece dobbiamo renderci conto che siamo di fronte ad una realtà della mobilità del lavoro" afferma il Presidente Petteni che fa presente "ce lo dicono i nostri ragazzi che incontriamo all'estero, che ci segnalano come questa sia la generazione della mobilità del lavoro. E su questo dobbiamo riflettere attentamente, approfonditamente. E noi questo dato lo stiamo affrontando!  Mentre  il paese ha preso la strada del  diibattito politico sull'immigrazione perchè ' siamo invasi".  "Certo,  afferma il Presidente del Patronato INAS "sono processi che vanno governati, ma  non vanno nascosti né esaltati, per cui credo che dovremmo riflettere sul tema della mobilità delle persone e del lavoro, perché dentro questo scopriremo tante situazioni.  Ad esempio, sottolinea Pesenti ,  noi usiamo dire che abbiamo la "fuga dei cervelli" all'estero, in giro per il mondo, Ma nei nostri incontri in Australia abbiamo trovato un gruppo di ragazzi che scherzavano sulla nostra lettura dei fenomeni. Ci hanno spiegato che loro fanno tutt'altro. Lavorano nei ristoranti, nei bar, nelle pulizie.... ecc."
E scherzando ci hanno spiegato come la nostra lettura, in Italia,  sia del tutto diversa, fuorviante.  Ma questo è un tema serio del quale dovremmo tutti preoccuparci perchè  vuol dire che non c'è un'adeguata lettura dei fenomeni che stanno avvenendo, e che questi fenomeni richiederebbero azioni di accompagnamento, oltre a creare possibilità di rientro di queste nostre risorse umane.

Sicchè dobbiamo lavorare sia sull'emigrazione storica, per la quale siamo impegnati da tempo, e  di cui dobbiamo conoscere e valorizzare l'impegno solidale che la contraddistingue, che sulle nuove generazioni di italiani all'estero. Ragionare con loro ed adeguare il nostro impegno per essere di concreto supporto nelle loro esigenze (casa, lavoro, corsi di lingua rientro in Italia...). Ed è quello che stiamo facendo in questi mesi in quei lontani Paesi, come l'Australia. Si tratta di piccole esperienze, di cui a breve potremo vedere i risultati che  porteremo alla luce.  Iniziative che - mi lasci dire - dovrebbe portare avanti il  sistema Paese, però siccome io sono di natura un contrattualista,  un sussidiarista, cioè non  uno statalista,  sono convinto che invece di fermarsi alle chiacchiere su questi problemi, dobbiamo fare qualcosa di generativo, delle esperienze che  sono convinto che diventeranno buone prassi prendendo il sopravvento sulle troppe chiacchiere vuote e demagogiche che vengono fatte.  Noi abbiamo la nostra linea: essere operosi, rispondere con i fatti, incontrare la realtà, guardare negli occhi le persone, e  mi auguro che il tempo delle risposte adeguate sia il piu' lungo possibile."

Presidente, mi può accennare a queste esperienze....?

"Innanzitutto stiamo valutando  in alcuni paesi le nostre presenze per rafforzare da un lato i servizi che non riguardano solo l'aspetto più previdenziale relativamente all'emigrazione storica, come  l'accompagnamento su servizi più diretti, la
necessità di fare pratiche fiscali ecc., dall'altro ci stiamo organizzando per dare risposte più immediate anche su questi aspetti alle nuove generazioni, oltre a addivenire a convenzioni e iniziative di accompagnamento per le esigenze di cui parlavo prima, che sono pensate sulla base di situazioni locali e richiedono molte relazioni sul territorio.

Mentre, in Italia, vedo che - anche in queste ore - sui  bonus, la cittadinanza, ci si interessa subito del programma Informatico da utilizzare, del tal professore che arriva dalla tale università e che utilizza il  programma più bello, dei navigatori..., mentre invece io cerco di passare qualche ora delle mie giornate a fianco di quelli che incontrano le persone, e mi rendo conto che parte del nostro lavoro non può essere sostituito da uno strumento. Lo strumento può renderlo più agile. Ci permette di fare una pratica più velocemente ed incontrare 12/14 persone invece di 10 in una giornata. Ma queste persone hanno bisogno di relazione ed è nelle esperienze all'estero tra i giovani che colgo la maggior esigenza, tant'è che laddove non viene promossa questa relazione si cerca di autopromuoverla.  Per cui credo che dobbiamo lavorare molto su questo versante. Occorre creare occasioni, dare loro opportunità, cioè costruire, accompagnare queste esperienze. Non si tratta di qualcosa che riguarda l'emigrazione del passato ma è, invece,  di grande attualità ".

Il Presidente del Patronato sottolinea, poi, l'importanza delle esperienze all'estero, sia in termini di risorse umane che sul piano dell'organizzazione dei servizi  come fattori positivi per l'intero Paese Italia. "Per cui se c'era un'idea che la nostra presenza all'estero potesse essere ridimensionata perché la vecchia emigrazione sta via via venendo meno, dobbiamo "rileggere" l'impegno dei Patronati alla luce di questa una nuova realtà che è la mobilità del lavoro laddove noi possiamo ancora dare qualcosa.".

Lei ritiene che il sistema italiano attinente alle migrazioni - in questo  caso dell'emigrazione italiana all'estero - sia pronto ad accogliere questi passi in avanti...?

Premettendo il fatto che negli incontri con le nuove realtà dell'emigrazione italiana cerco di approfondire le dinamiche meno evidenti del fenomeno in evoluzione, poi, però, mi accorgo nel parlare di queste esperienze fra addetti ai lavori che non c'è una consapevolezza di questo fenomeno, di tutte le sue complessità ma anche delle potenzialità che offrono. Però, ritengo che bisogna porli i problemi per costruire delle soluzioni, per cui credo che bisogna fare un lavoro in questa direzione. Naturalmente ci sono anche delle responsabilità da parte nostra: se vogliamo rimanere in ambiti più sicuri che conosciamo meglio o andare in campo aperto e sperimentare, perché la sperimentazione richiede coraggio ed anche l'umiltà di correggere le cose che non vanno. Ed, anzi,  nelle buone prassi occorre cominciare a dire perché non possiamo fare così, perché non sosteniamo, perché non lavoriamo in questa direzione.
Il rischio, però, - avverte il Presidente del Patronato INAS CISL, è  che tutta questa problematica sia coperta da un dibattito più generale, dove questo tema  sia affrontato a senso unico, all'interno di ciò che passa tramite il decisore politico. Ed in questo momento potrebbe farci dire che è così !  D'altra parte, però, non voglio essere né ottimista né pessimista!  La vita mi ha insegnato che alla fine la realtà prende il sopravvento, per cui noi dobbiamo lavorare  tenacemente sulla realtà presentandola per quella che è. Facendola evolvere e ponendo ognuno di fronte alle proprie responsabilità".

La rappresentanza parlamentare dei cittadini italiani all'estero sta sottolineando. a più riprese la mancanza di sensibilità nei confronti degli italiani all'estero, per quanto riguarda gli ultimi interventi della legge di bilancio. Come Patronato, un istituto vicino al cittadino, quali elementi rileva a maggior danno - se possiamo parlare di danno - circa l'ultima finanziaria.

Per il Presidente Petteni emerge  "una lettura non aggiornata del fenomeno". Per cui la domanda che pone, a sua volta, è: " perché non utilizziamo queste potenzialità, perché non lo facciamo ? Noi che siamo il paese del made in italy,  un paese di esportazione, un paese in  cui dobbiamo curare anche l'immagine dei nostri prodotti, la bellezza del nostro paese, la sua storia,  cultura... Questa è la domanda che di continuo faccio e  penso che i più grandi ambasciatori del made in Italy - dal prodotto alle bellezze del Paese - siano proprio i nostri italiani. Ed, invece, c'è una potenzialità sottovalutata, gli italiani che vedono l'Italia sono ipercritici nei confronti delle loro città  (ndr:-vedi Roma: buche, strade sporche) mentre all'estero ne valorizzano l'immagine del paese. Le famiglie italane o di origine italiana fanno apprendere la nostra  lingua italiana perchè i loro figli possano essere interamente consapevoli della sua bellezza visitando il Paese un domani..." Per non parlare dell'opportunità economica che gli italiani all'estero offrono." Dunque, per il Presidente del Patronato INAS CISL, non si tratta di rievocare il libro cuore ma di una realtà che dovremmo sostenere in modo adeguato facendo sentire i nostri italiani all'estero parte della comunità." E, d'altra parte, sottoline " Sono loro stessi ad affermare "vorrei che il nostro Paese mi utilizzasse di più .."

E Petteni aggiunge "la vera crisi che affligge la classe dirigente oggi è "la volontà di raccogliere immediatamente i risultati. Ma questi processi richiedono invece, medio e lungo periodo per avere il risultato. Mentre qui misuriamo com' e' andato il twuitter stamattina e cosa è successo. Quindi, è chiaro che queste scelte politiche vengano penalizzate, ma alla lunga viene penalizzato anche  il sistema Paese perchè se hai una visione e  poi un giorno costruisci qualcosa di concreto, la concretezza c'è nella visione delle comunità all'estero ed è fondamentale".
In buona sostanza " questo è un terreno che va considerato in modo diverso perchè è tale rispetto alla fase storica che stiamo vivendo" conclude sull'argomento il Presidente dell'INAS.

  Passando al flusso migratorio che vede anche molti anziani italiani andare a vivere all'estero, qual'è la sua opinione sui benefici fiscali che la Finanziaria ha introdotto perchè i nostri pensionati all'estero pensino ad un possibile rientro ?

Lapidaria la risposta del Presidente dell'INAS "Ma lasciamo perdere queste cose qui !" Poi, aggiunge "Ci rendiamo conto di cosa vuol dire la storia individuale, il rapporto con la comunità ed il perchè  uno si sposta ?Non si tratta di una questione fiscale, bisogna fare delle politiche sociali, adeguate rispetto ad un cambiamento anche demografico che c'è da questo punto di vista." E Petteni propone "andiamo in quel bellissimo convento di suore a Melbourne che gli italiani là hanno acquisito. Ne hanno fatto una fondazione, e  una casa per gli italiani che sono rimasti là, non  hanno più legami familiari in grado di garantire una permanenza e dove anche noi siamo dentro quella struttura con un ufficio. È una storia storia esemplare ! " Ebbene questi sono gli italiani che vogliamo  andare ad incontrare e che ci insegnano  come preoccuparci anche degli anziani dentro la loro comunità. Loro, chi per storia, per tradizione, per i casi della vita,  hanno seguito questo passaggio generazionale e ci dicono cosa bisogna fare. Ma qui c'è  anche una questione importante sotto l'aspetto economico, da considerare. E poi c'è l'aspetto relazionale che è fortemente sottovalutato e che invece è fondamentale."

Alcuni sindacati sollecitano una nuova governance per l'INPS. Un cambiamento, un ritorno al passato per cancellare la teoria dell'uomo solo che governa questa grande entità  così importante per il Paese. Qual'è il suo punto di vista ?

A me uomini e donne sole al comando non piacciono ! In questi anni, sotto la guida di Anna Maria Furlan della CISL si è affermato un messaggio praticato che è quello delle leadership diffuse. E questo  è quello che viene proposto.

C'è, poi, da sottolineare come l'INPS sia una grande azienda sociale. E, quindi non si tratta di  un dibattito da bar sport. E' una grande azienda sociale, ed è un'azienda che ha un grande patrimonio, laddove vengono lasciati i soldi delle imprese e dei lavoratori. Per cui  in un'azienda normale gli azionisti dovrebbero in qualche modo contare. Sotto questo aspetto, invece,  mi sembra che ci sia un dibattito che sembra ci serva, chissà che cosa..." Vede, aggiunge il Presidente del Patronato INAS CISL,  io ho un grande rispetto per i professori, soprattutto se a scuola insegnano bene e tirano su una classe dirigente, ma  vedo in giro troppi professori e da parte dei professori negli istituti non ho visto dei salti di qualità. Per cui i professori vanno bene nelle scuole, nelle università, mentre  chi affronta e gestisce la realtà ed ha responsabilità dovrebbe esercitarla anche sotto un aspetto diverso. Spero che si ritorni all'elemento della competenza di una grande azienda sociale.  Mi auguro che si possa andare in una direzione in cui ci siano gli equilibri:  una presenza delle parti sociali, e che per la gestione si  tenga anche conto delle competenze. Se dovessi fare una battuta, le direi "facciamo come al gioco dell'oca"  per un turno lasciamo fermi i professori. Questo è l'augurio che faccio".

Abbiamo seguito gli ultimi incontri  con gli altri Patronati del CEPA, avendo voi la Presidenza pro tempore,( vedi: http://www.italiannetwork.it/video.aspx?ln=it&id=2646)  a che punto è il dibattito sull'evoluzione dei Patronati, che lei ha sollecitato in quella sede ?

  "Molto buono, devo dire ! . Si  è allargata la risposta dei Patronati e, per la prima volta, abbiamo inviato al Ministro Lavoro e Welfare una lettera qualche settimana fa,  firmata da 10 Patronati, che ha avuto una qualche risposta dal Ministero. Per
cui si sta allargando la consapevolezza sulle diverse questioni.
  Noi  continueremo a fare la nostra parte insieme con gli altri, perché penso che sia arrivato il momento di una rilettura comune del ruolo dei Patronati, che non sono un ferro vecchio del passato. Basta andare fuori dalle nostre sedi anche in queste giornate, ahimè, così  fredde. Quando penso che le persone arrivano un'ora, due ore prima e stanno lì ad aspettare ed  io non so come fare per migliorare questa situazione...  Per questo penso ad un nuovo disegno di welfare in cui il ruolo dei Patronati sia un ruolo importante per le persone. Non fine a se stesso !  Per cui io credo che dobbiamo allargare questo lavoro comune che abbiamo fatto finora, anche se in modo un po' disordinato. In queste settimane però devo dire che
quell'appello è andato oltre qualsiasi previsione. C'è il terreno di un lavoro comune e mi auguro che anche dalle prossime settimane ci siano ancora iniziative di valutazione, studio e proposta che si possano fare insieme."

Un lavoro che coinvolge, naturalmente, nel suo insieme tutti i soggetti preposti - fra cui il  Ministero degli Affari Esteri, par di ccomprendere "Un lavoro sul Ministero, ma è chiaro che se iniziamo un lavoro esso riguarda nell'insieme la nostra azione - afferma Petteni. Per cui sono molto fiducioso che l'appello non sia caduto nel vuoto, anzi è entrato in una fase operativa molto importante, più di quello che mi aspettassi al momento del nostro appello". (15/01/2019-M.F. - ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07