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ITALIANI ALL'ESTERO - BREXIT - MIN.ESTERI A ON.LI PD QUARTAPELLE (PD) e altri: PIANO DI EMERGENZA ITALIA "APERTO" SU DIRITTI CITTADINI (CONDIVISO UE SOGGIORNO...), STABILITA' FINANZIARIA, CONSEGUENZE ECONOMICHE (EXPORT)

(2019-02-21)

  Il Ministero degli AFfari Esteri ha inviato oggi una risposta scritta ad una interrogazione presentata in Commissione Esteri  nella giornata del 20 febbraio (Atto Camera 5-01532) primo firmatario l'on. Lia Quartapelle Procopio, co firmatari gli on.li Ungaro, Scalfarotto, Minniti, La Marca, De Maria, Fassino, Guerini, in cui si chiedeva:

"quali iniziative urgenti il Governo intenda mettere in campo per promuovere l'adozione di una normativa italiana specifica per il caso di uscita dall'Unione europea del Regno Unito senza un accordo o con uscita regolata dall'Unione europea, anche in vista delle prossime elezioni europee, nonché per la tutela dei rapporti economici e politici del nostro Paese, degli italiani nel Regno Unito e dei britannici in Italia. " atteso che l'approssimarsi della scadenza del 29 marzo 2019 per la Brexit, in una situazione di caos politico nel c Regno Unito, fa crescere le preoccupazioni per un esito senza accordo, il cosiddetto no-deal; 
nel Regno Unito risiedono attualmente circa 700.000 italiani e il «made in Italy» vale ben 23 miliardi di euro all'anno, mentre il nostro export vale più del doppio dell’import: con questi numeri l'Italia non può permettersi di stare a guardare e deve tenersi pronta in caso di mancato accordo e di vero e proprio caos politico ed economico;
ed altri Paesi europei come la Germania, il Belgio e la Francia si sono da tempo dotati di una legislazione di emergenza per affrontare i rapporti con il Regno Unito in caso di uscita senza accordo con l'Unione europea...;

Nella risposta odierna il Ministro Moavero Milanesi scrive che:

"Salvo sviluppi al momento difficili da prevedere, il 29 marzo 2019 il Regno Unito lascerà l'Unione europea e diventerà uno Stato terzo.
L'Accordo di Recesso e la Dichiarazione Politica sul quadro delle future relazioni concordati tra Unione europea e Regno Unito nel novembre scorso definiscono le modalità migliori per garantire un'uscita ordinata del Regno Unito dall'Unione europea con termini chiari per cittadini e imprese.

Ciononostante, il voto negativo del Parlamento britannico dello scorso 15 gennaio nei confronti dell'Accordo di recesso ha obbligato l'Unione europea e tutti gli Stati membri, ivi inclusa l'Italia, ad intensificare i paralleli preparativi di emergenza anche per l'eventualità, poco desiderabile, di recesso senza accordo.

Già nel novembre 2018, la Commissione europea ha presentato un piano d'emergenza collettivo e un calendario di lavoro comune, che l'Italia sta seguendo insieme agli altri 26 Stati membri, inclusi quelli menzionati dall'interrogante.
Allo stato attuale, vi è quindi un livello di preparazione omogeneo tra gli Stati membri nei confronti di un eventuale «?no deal» anche tenuto conto che sono ancora in corso a Bruxelles approfondimenti, in particolare per garantire che le misure di emergenza allo studio non siano causa di distorsione della concorrenza o di frammentazione del mercato interno.

In tale contesto, il 21 dicembre 2018, due giorni dopo la pubblicazione della terza Comunicazione della Commissione sulla preparazione al recesso e in anticipo rispetto al voto negativo del Parlamento britannico sull'accordo di recesso, il Governo italiano ha pubblicato le sue linee d'intervento per affrontare, in caso di recesso senza accordo, tre questioni prioritarie: 1) i diritti dei cittadini, 2) la stabilità finanziaria; 3) le conseguenze economiche, in particolare sul commercio tra Italia e Regno Unito.

Lo scorso 25 gennaio questi temi sono stati inoltre discussi tra la Task force italiana della Presidenza del CAI Consiglio e quella della Commissione europea in visita a Roma, mentre nuove riunioni di coordinamento interministeriale in materia hanno avuto luogo a Palazzo Chigi l'8 ed il 15 febbraio.

Su queste basi, sono attualmente in fase di preparazione misure legislative che, in caso di effettiva necessità, saranno varate prima del recesso «senza accordo» del Regno Unito. Si tratta tuttavia di un provvedimento destinato a restare «aperto» praticamente sino alla fine di marzo attesa la necessità di adattarlo:
agli effettivi sviluppi della situazione;
alle linee guida ed alle iniziative su cui si sta ancora lavorando in ambito Unione europea;
al livello di garanzie che saranno effettivamente offerte, in particolare in materia di diritti dei cittadini.

Sui diritti dei cittadini, coerentemente con il dialogo tra i Paesi dell'Unione europea e il Regno Unito, vi è un impegno condiviso ad offrire la massima tutela possibile anche in caso di recesso senza accordo. Vi sono impegni e misure unilaterali in preparazione sia da parte britannica sia da parte dei Paesi dell'Unione europea che tendono ad un sostanziale mantenimento di diritti e benefici assicurati fino ad ora per i cittadini residenti ai sensi del diritto UE nel Regno Unito o nell'UE al 29 marzo 2019.

Le misure europee ed italiane riguardano in particolare il diritto di soggiorno e i diritti ad esso collegati (dall'accesso al lavoro alle cure mediche, dal ricongiungimento familiare al diritto allo studio), il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e l'esenzione dai visti.

In campo economico, le misure europee ed italiane prevedono interventi nei settori dei servizi finanziari, dei trasporti e dei controlli di frontiera. Con particolare riguardo al livello nazionale sono state preparate misure per far fronte al nuovo quadro giuridico nei principali punti di entrata ed uscita delle merci tra Italia e Regno Unito, attuare le misure UE nel settore dei servizi finanziari e dei trasporti, informare utenti e operatori e assistere le imprese in caso dovesse materializzarsi lo scenario di Brexit senza accordo." (http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=5/01532&ramo=CAMERA&leg=18 ). (21/02/2019-ITL/ITNET)

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