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DONNE - LAVORO - INTERROGAZIONE ON.GRIBAUDO MANCATO RINNOVO "BONUS BABY SITTER E ASILO NIDO" - SOTTOSEGR. DURIGON "INTENDIAMO INTERVENIRE CON UNA RIFORMA ORGANICA"

(2019-04-12)

  L'on. Alessia Rotta è intervenuta in Aula alla Camera interpellando il Governo sul mancato rinnovo del bonus "baby sitter" e al sostegno delle donne lavoratrici. "Uno strumento introdotto in via sperimentale tra il 2013 e il 2015 e, poi, successivamente prorogato con altri provvedimenti. Una misura, lo vogliamo ricordare, che ha consentito a migliaia di donne - 8 mila, in particolare, solo nel 2017 - al termine del congedo parentale ed entro gli undici mesi successivi, in alternativa, appunto, al congedo, di avere questo contributo per poter permettere di lavorare, a un tempo, e, dall'altro, affidare, con 600 euro al mese circa, i propri figli a un servizio di baby sytting o ai servizi per l'infanzia.

"Per noi è incomprensibile - ha proseguito Rotta - come uno strumento, che non è certamente sufficiente ma era l'unico che consentiva la conciliazione tra vita e lavoro, sia stato cancellato"

La parlamentare ha quindi citato i dati "drammatici" che hanno indotto le donne a lasciare il lavoro proprio per far fronte alle accresciute esigenze familiari  "Ebbene, i dati sono drammatici: nel 2017, nonostante questo strumento, 30 mila donne hanno dato le proprie dimissioni dal lavoro, un numero in crescita perché erano 29 mila nel 2016; e se noi, invece, guardiamo ancora più sul lungo periodo, cioè dal 2011, sono 140 mila le donne che il Paese perde rispetto al mondo del lavoro. Evidentemente, laddove le donne lavorano non si fanno più figli, ma tutti i dati, sottosegretario, e lo sappiamo bene ormai sono assodati, ci dicono che laddove le donne lavorano, laddove le donne hanno benessere economico, laddove le donne possono scegliere, e noi rivendichiamo questa libertà di scelta, si fanno più figli.

Allora, è del tutto incomprensibile la cancellazione di questa misura, che noi troviamo e consideriamo fondamentale, soprattutto perché ancora una volta con l'occhio ai dati, i dati ancora una volta si leggono in un'unica maniera, perché queste 140 mila donne, che dicevo, perse al mondo del lavoro dal 2011 ad oggi, hanno un'età compresa, per il 75 per cento, tra i 29 e i 44 anni, un altro dato che ci riporta nella stessa dimensione. Il problema per le donne oggi nel nostro Paese è, quindi, conciliare il lavoro e la vita relazionale, affettiva e la cura dei figli, addossata esclusivamente su di loro. Quindi, questa incompatibilità lavorativa tra esigenze di cura della prole e l'occupazione lavorativa...."

..."Quindi, chiediamo quali urgenti - urgenti, lo sottolineo, sottosegretario - iniziative il Governo intenda mettere in campo per porre rimedio alla mancata proroga del bonus baby sitter anche per i prossimi anni e come si intenda concretamente sostenere il ruolo delle donne lavoratrici, anche e in particolare dopo la maternità, quindi favorendo la conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro "

Il  Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, dopo aver assicurato come la "necessità di mettere in atto una riforma strutturale delle politiche a sostegno della famiglia e della natalità è una delle priorità dell'Esecutivo, testimoniato dall'istituzione dell'apposito Ministero per la famiglia e disabilità.

L'obiettivo è quello di invertire il trend negativo che caratterizza un inquietante calo demografico, al quale consegue il progressivo invecchiamento della popolazione. La circostanza che tale fenomeno accomuni la maggior parte dei Paesi del vecchio continente è un campanello d'allarme, che deve spingere tutti i Governi nazionali a mettere in atto apposite politiche, capaci di fronteggiare lo stesso.

Per quanto riguarda l'Italia, questo Governo avverte la necessità di intervenire con una riforma organica, capace di armonizzare politiche pubbliche oggi ancora troppo frammentate, per ricondurre ad unitarietà un quadro normativo di cui fanno parte istituti che spesso hanno finalità di sostegno analoghe. Ne è esempio il voucher baby sitting, oggetto della presente interpellanza, che ha le medesime finalità di conciliazione tra i tempi di vita e quelli di lavoro; o il cosiddetto bonus nido: attraverso tale misura, infatti, viene garantita l'erogazione di un assegno pari a 1.000 euro, incrementato a 1.500 euro con la legge di bilancio 2019, per far fronte al pagamento delle rette relative alla frequenza di asili nidi pubblici e privati per i bambini di età inferiore ai tre anni, nonché per l'erogazione di tutte quelle forme di supporto presso la propria abitazione in favore di quei bambini affetti da gravi patologie croniche.

Evidenzio, inoltre, che con la legge di bilancio 2019 sono state rafforzate le misure a sostegno delle donne lavoratrici e dei padri lavoratori. Per questi ultimi, infatti, sono stati portati a cinque i giorni di congedo obbligatorio, con la possibilità di fruire di ulteriore giorno in alternativa alla madre.

Con la stessa legge di bilancio 2019 è stata, poi, riconosciuta alle donne lavoratrici madri la facoltà di usufruire dell'intero periodo di congedo di maternità dopo l'evento del parto, previa certificazione medica, al fine di rendere ulteriormente flessibile il congedo.

Non bisogna, poi, dimenticare che, con lo stesso provvedimento, è stata modificata la disciplina sul lavoro agile, che consente alle madri lavoratrici, che ne facciano richiesta nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo obbligatorio, di essere ammesse con priorità alla modalità di svolgimento del lavoro agile.

Infine, grazie al rifinanziamento del fondo per le politiche per la famiglia con l'importo di 100 milioni di euro, parte di questo stanziamento sarà utilizzato per definire un sistema di sostegno diretto a incentivare la creazione di strutture e servizi di welfare familiare all'interno delle stesse aziende.

Concludo questo mio intervento ribadendo che queste sono solo le prime misure che abbiamo messo in atto e che è nostra intenzione proseguire nell'attività di Governo affinché le stesse possano essere ulteriormente implementate nell'ambito di un più organico e strutturato piano per la famiglia." ha concluso il Sottosegretario  Dorigon

Immediata la replica della parlamentare del PD, Chiara Gribaudo,  che si è dichiarata non soddisfatta dalla risposta:  " perché ci sono una serie di imprecisioni, che  denotano che ancora una volta questo è un Governo che non solo non dà le risposte quando poniamo delle domande, ma continua a fare propaganda appropriandosi di provvedimenti che sono stati approvati la scorsa legislatura. Signor sottosegretario, lei mi ha citato la legge n. 81, quella del lavoro agile e del lavoro autonomo: quella norma lì l'abbiamo seguita personalmente io e la deputata Rotta e in quella legge voi non avete fatto assolutamente niente, non venite a raccontarci delle storie, perché le norme le conosciamo anche noi, signor sottosegretario

Inoltre - ha proseguito " non ci sono motivazioni, non ci sono motivazioni di bilancio, di scelte di efficacia, che possano giustificare questa vostra scelta, la scelta che avete fatto di eliminare un bonus, che era l'unico strumento che consentiva alle donne lavoratrici di avere una possibilità in più per tornare a lavorare dopo una gravidanza.

...Ma, del resto, devo dirle la verità, signor sottosegretario, non mi stupisce perché, sempre in questa legge di bilancio, voi avete pensato bene di inserire una proposta piuttosto curiosa. In un Paese a natalità zero, come lei stesso ci ricordava, voi che cosa fate nella legge di bilancio? Non solo togliete il bonus, ma inserite un premio per le famiglie che avranno il terzo figlio. E qual è il premio che lo Stato italiano dà alle famiglie? Immaginatevi, voi pensate una dote per i figli che inizieranno a studiare o, magari, un sostegno alla genitorialità condivisa? No. Il Governo italiano regala alle famiglie italiane un pezzo di terra - un pezzo di terra!...."

Ed ancora " Nel 2018, l'Italia vedeva un tasso medio di figli per donna pari all'1,32. In base alle sue idee, avrebbero più figli le donne che non lavorano rispetto alle donne che lavorano. L'Istat, invece, ci dice che è esattamente il contrario e che questo pregiudizio culturale deve essere invertito. Le regioni del Nord, dove il tasso di occupazione della donna si avvicina all'obiettivo di Lisbona, del 60 per cento, hanno un tasso di figli che è sopra la media, mentre quelle del Mezzogiorno, con un tasso di occupazione femminile del 32 per cento, sono sotto la media.

Le donne, oggi, sono quelle che studiano di più; le ragazze hanno una maggiore probabilità di completare i propri studi, soprattutto, di arrivare anche alla laurea, e si stima che il 47 per cento delle giovani donne, contro il 32 per cento dei maschi, si laureerà nel corso della vita. In Italia, già oggi, hanno un'istruzione universitaria decisamente maggiore, non c'è, quindi, da stupirsi se uno studio della Banca d'Italia afferma che una partecipazione, anche qui, dello studio e, poi, del lavoro, che vede aumentare la presenza delle donne nel mondo, per l'appunto, del lavoro altamente formate farebbe crescere il PIL di almeno sette punti percentuali, e Dio solo sa quanto questo Governo e il nostro Paese ne avrebbero un gran bisogno.

Per questo, come Partito Democratico, abbiamo già presentato, anche in questa legislatura, delle proposte concrete per aiutare le famiglie e le madri lavoratrici. Abbiamo proposto l'introduzione di due nuovi istituti: uno è quello più noto, ed è quello dell'assegno universale per i figli: una misura fiscale unica, in grado di raggiungere anche gli incapienti, che stabilisce, mediante una complessiva razionalizzazione, una parziale eliminazione degli istituti vigenti e il riconoscimento di un assegno unico mensile per i figli a carico, di importo massimo pari a 240 euro per quelli minorenni…e pari a 80 euro per quelli fino a 26 anni. Il beneficio viene assegnato in base al reddito, prevedendo una progressiva riduzione dell'entità, fino al suo azzeramento per i redditi superiori ai 100 mila euro annui. L'altro istituto è la dote unica per i servizi importanti. Noi su questi temi ci confrontiamo e ci confronteremo volentieri con un Governo.

Aggiungo poi ancora una cosa, signor sottosegretario, c'è un tema di salari, nel nostro Paese, che riguarda soprattutto le donne. Io ho depositato una proposta di legge per abbassare il cosiddetto gender pay gap, diamoci da fare. E le aggiungo ancora una cosa… Concludo, l'Unione europea ha inserito i dieci giorni di congedo obbligatorio; datevi da fare, la nostra proposta c'è, il Partito Democratico chiede che venga calendarizzata immediatamente".(12/04/2019-ITL/ITNET)

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