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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - STATI UNITI - A HOUSTON SI CELEBRA LA PIU' IMPORTANTE RETROSPETTIVA DI DISEGNI ITALIANI DEL VENTESIMO SECOLO CON L'IMPORTANTE APPORTO DELLA COLLEZIONE RAMO

(2020-11-23)

A Houston, in Texas, al Menil Drawing Institute è stata inaugurata nei giorni scorsi una mostra dal titolo “Silent Revolutions. Italian Drawings from the Twentieth Century”, la prima grande retrospettiva della Collezione Ramo negli Stati Uniti.

Il progetto espositivo è curato da Edouard Kopp, chief curator presso il Menil Drawing Institute, e da Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo, ed è stato realizzato con il patrocinio e il sostegno dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti e del Consolato Generale d’Italia a Houston.

La mostra, aperta fino all’11 aprile 2021, presenta per la prima volta negli Stati Uniti 68 disegni della Collezione Ramo, tra i quali opere di Afro, Mirella Bentivoglio, Alighiero Boetti, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Domenico Gnoli, Jannis Kounellis e Carol Rama, accompagnati da alcuni disegni di artisti italiani provenienti dalla Menil Collection, hanno spiegato gli organizzatori, che hanno inteso "mettere in luce il ruolo essenziale e poliedrico, ma spesso trascurato, che il disegno ha avuto durante un periodo straordinariamente creativo dell’arte italiana, dove ha inventato nuovi concetti e stili artistici,  avendo ripercussioni significative a livello internazionale. 
Il disegno, in sostanza, ha dato loro libero sfogo all'esperimento in una vasta gamma di tecniche, ciascuna dotata di legami propri e potenzialità espressiva del loro possesso. Artisti che hanno usato strumenti tradizionalim come matita, inchiostro, pastello, così come impiega procedimenti non convenzionali. Ad esempio foratura, bruciatura, goffratura, e Cucitura. Hanno spinto i confini di ciò che è il disegno, indagando la sua duplice natura (teorizzata nel XVI secolo in Italia) sia come pratica della creazione di un processo concettuale per la generazione di idee.

"Silent Revolutions comprende 70 disegni di artisti riconosciuti sul piano internazionale ma anche figure poco riconosciute, che hanno sperimentato argomenti vari come la storia, la lingua, la soggettività, la
modernità, il movimento, lo spazio e l'astrazione. I lavori sono stati selezionati dalla Collezione milanese
Ramo, specializzata sui disegni italiani del XX secolo, così come le diverse opere del  Menil.

Uno dei primi lavori in mostra, Against the Light (Controluce) è un capolavoro inquietante di UMBERTO BOCCIONI (1882-1916) realizzato nel 1910.  Raffigura la testa di una giovane donna davanti a una finestra, con raggi di luce che piovono obliquamente, rivelando la cornice della finestra attraverso il suo viso. Il senso di trasparenza della composizione suggerisce: l'interesse teorico di Boccioni per la compenetrazione ottica di corpi e aerei, che avrebbe ulteriormente sviluppato come parte del suo coinvolgimento con la rivoluzionaria estetica del Futurismo.

Anche GIACOMO BALLA (187 1–1958) divenne una  figura chiave del futurismo, catalizzata da una estetica utopica radicale dalla pubblicazione di un manifesto nel 1909 da parte del poeta F.T. Marinetti. Nato  in Italia, questo movimento d'avanguardia ha cercato di rivitalizzare la società e la cultura rompendo decisamente con il passato e abbracciando modernità e dinamismo.
Uno studio sofisticato di Balla del 1912 interpreta gli esperimenti dei futuristi con la luce, il colore, e lo spazio. Questo lavoro, di un gruppo chiamato Iridescent Interpenetrazioni, raffigura cerchi di  colori vivaci, i disposti simmetricamente attorno a un nucleo giallo, trasmettendo un senso di profondità e movimento.

Un segno distintivo della modernità, la velocità era un fattore dominante tema nell'arte futurista, come esemplificato da Untitled, studio per Neighing in Speed ??(Nitrito in velocità) di FORTUNATO DEPERO (1892-1960), la cui trama era geometrica. Lo stile in questo caso  è caratteristico dell'estetica del movimento. La composizione dinamica di Depero raffigura un uomo a cavallo come se fossero ricostruiti
sinteticamente simili a una macchina, fatta con pezzi curvilineari di metallo. Il disegno, creato in seguito al ritorno dell'artista da New York (dove lui aveva lavorato come designer per riviste come The New Yorker e Vogue) era il preparatore di un dipinto che l'artista espose alla Biennale di Venezia del 1932.

Mentre i futuristi hanno ritrovato la tradizione classica ereditata dall'antichità, artisti tra cui GIORGIO DE CHIRICO (1888–1978) e ADOLFO WILDT (1868-1931), al contrario, scelsero di procedere interpretando questa eredità culturale in modo moderno.
Wildt, meglio conosciuto come scultore, ha abbracciato il disegno come un'attività essenziale ed indipendente, ne è un esempio Animantium Rex Homo, parte di un ciclo di dodici grandi scene eseguite nel 1925, questi disegni erano destinati alla fotografia riprodotta in bianco e nero. Qui, come descritto
nella Bibbia, Dio sta riportando in vita l'uomo e gli animali.
Lo stile di Wildt ricorda la statuaria classica usando matita e carboncino per un alto grado di finitura per
dare alle sue figure una qualità volumetrica; il suo stile, al stesso tempo, ha anticipato il rigore e le preoccupazioni di design grafico moderno.

L'artista argentino LUCIO FONTANA (1899-1968), formatosi a Milano sotto la direzione di Wildt, fondò lo Spazialismo nel 1947. Questo influente movimento aveva ripudiato lo spazio illusionistico della tradizionale
creazione di immagini e ha realizzato nuove forme d'arte per la contemporaneità.  Nella sua serie di "concetti spaziali", Fontana lacerò il supporto - sia tela che carta - aprendolo allo spazio tridimensionale, 
ha graffiato sul retro della carta assorbente per creare un profilo tattile e sporgente sul davanti. Macchie  di inchiostro sembrano emergere dalla parte posteriore, aggiungendosi all'impressione della profondità.

La matericità era una delle principali preoccupazioni di ALBERTO BURRI (1915–1995), figura centrale dell'epoca successiva alla devastazione della seconda guerra mondiale. Senza titolo (combustione), un disegno con una potente dimensione fisica, del 1957, esemplifica il modo in cui Burri ha impiegato in modo del tutto anticonvenzionale materie e processi: ad esempio bruciare per fare un lavoro pionieristico che metteva in discussione e riconcettualizzava la tradizione pittorica occidentale.
Il suo approccio radicale alla manipolazione della materia modesta  (catrame, sacco, legno, fibra di legno),  trascendeva le superfici dipinte e le qualità gestuali del contemporaneo. L' "Espressionismo astratto nel Nord America e nell'arte informale Europea" ha avuto un profondo impatto in Italia e oltre.

I gesti energici di Fontana e la materia di Burri, esplorazioni che hanno fornito importanti basi per una generazione più giovane di artisti e li ha spinti a seguire  il loro lavoro rivoluzionario. Datato 1961, Untitled (7-44) è uno delle prime opere di JANNIS KOUNELLIS (1936–2017) che fa parte di una serie conosciuta
come lettere o alfabeti contenenti numeri, lettere, frecce e altri segni. Nell'opera  li ha trasformati in
componenti monumentali di un opaco, primordiale sistema linguistico. In pratica,  Kounellis ha applicato i suoi segni sul foglio di carta usando gli stampini, invece di disegnarli direttamente a mano, mettendo così in discussione la connessione cruciale che si presume tradizionalmente esista tra  disegno e il segno della mano dell'artista.

A metà degli anni '60, ALIGHIERO BOETTI (1940–1994), il cui lavoro è caratterizzato dalla diversità e ingegnosità concettuale della materia, esplorò tale fascino sull'oggetto moderno e tecnologico in una serie di disegni a inchiostro finemente eseguiti, compreso un lavoro del 1965,  Stark, completamente composto sul bianco della carta, il disegno presenta al visitatore un microfono di profilo e una tastiera
vista, inaspettatamente, dall'alto. Questi oggetti sembrano evocare lo spirito di innovazione associato a
il boom economico italiano del dopoguerra.

Boetti e Kounellis in seguito divennero strettamente associati all'Arte Povera, termine introdotto nel 1967 a cui fa riferimento il critico e curatore italiano Germano Celant a proposito di un eterogeneo gruppo di artisti vagamente uniti dal desiderio di fare affermazioni poetiche con i più semplici mezzi, senza i vincoli traditionali della materia.

Altre figure chiave in questo movimento, per l'influenza che ebbero sui contemporanei, sono MARIO MERZ (1925-2003), GIULIO PAOLINI (nato nel 1940), e MICHELANGELO PISTOLETTO (nato nel 1933),
anch'essi presenti in questa mostra.
I prodotti di consumo compaiono spesso nell'opera di CAROL RAMA (1918–2015), artista autodidatta
torinese di cui spesso si è confrontata la pratica iconoclasta sulle questioni dell'identità e intimità femminile. Negli anni '70 lei ha realizzato collage geometrici su carta, incorporando sezioni di camere d'aria della bicicletta. Queste gomme, i loro elementi, tagliati e aperti, hanno lo scopo di evocare pelle umana, così come i ricordi di suo padre industriale, andato fallito, producendo biciclette.
La sua contemporanea MARIA LAI (1919–2013), nata in Sardegna, ha sviluppato un linguaggio artistico impregnato dalla cultura della sua Regione  nativa, attraverso la particolare pratica femminile tradizionale
del ricamo. Diary (Diario) (FIG. 10) è tipico delle immagini della Lais  in quanto utilizza il cucito come forma di disegno. Incontri del 1979, fa parte di un gruppo di libri cuciti  che ha realizzato utilizzando tessuto, carta e filo. Le sue narrazioni illeggibili alludono alle difficoltà e alle complessità della comunicazione umana.

Come Rama, Lai ha forgiato un percorso profondamente personale e fantasioso per se stessa, come ha fatto l'artista IRMA BLANK (n. 1934). Nata in Germania con residenza in Italia dagli anni '50, Blank ha trascorso decenni esplorando lo spazio tra disegno e scrittura in opere come la sua Radical Scritti (BACK) dove i suoi segni ripetitivi, quasi rituali sono serviti per registrare la sua esperienza vissuta nel tempo.

Mentre, molti artisti hanno continuato a perseguire il loro profondo impegno nel disegno fino agli anni '80 e '90, il medium è diventato meno centrale nella pratica di una nuova generazione.
Il disegno veniva insegnato sempre meno nelle accademie di belle arti mentre altri media, come la fotografia e il video, hanno significamente preso piede. Per gran parte del XX secolo, tuttavia, il disegno
ha svolto un ruolo chiave e multiforme per gli artisti italiani, in quanto esso li ha aiutati a fondare una nuova estetica, che si è rivelata un potente strumento creativo e un versatile mezzo di espressione e il luogo di dialoghi vivaci tra forma e materia, tradizione e innovazione, figura e astrazione, il loca le e l'universale.
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COLLEZIONE RAMO è l'unica collezione dedicata al disegno italiano del XX secolo.

Le sue partecipazioni ripercorrono le fasi della storia italiana rispetto alla pratica del disegno, che può essere visto non solo come preparazione per opere o sculture, ma, soprattutto, come una forma rivoluzionaria di espressione artistica. La collezione si concentra sull'importanza dell'arte italiana dell'ultimo secolo mentre promuove anche una cultura del disegno come "valore indipendente".

I principali finanziamenti per questa mostra sono forniti da BB&T e SunTrust, Now Truist.
Il supporto aggiuntivo viene da Ca rol e Dav id Neuberger; John R. Eckel, Jr. Fondazione; L'Ambasciata d'Italia e il Consolato Generale d'Italia a Houston; Barba ra e Michael Gamson; Caroline Huber; Ja nie C. Lee; Susa e Francois de Menil; Fra nci Neely; Susanne e Willia m E. Pritcha rd III; Leslie e Sha nnon
Sasser; Ja mes Willia m Stewa r t, Jr .; Nina e Michael Zilk ha; e la città di Houston attraverso la Houston Arts Alliance.(23/11/2020-ITL/ITNET)

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