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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - CONTEMPORANEO - "THE FREE ZONE / LA ZONA FRANCA" OVVERO ALLA RICERCA DI UNA 'DIMENSIONE COLLETTIVA: FIL ROUGE IX EDIZ. FIERA 'FLASHBACK' A TORINO

(2021-10-20)

Flashback, la fiera d’arte che si terrà a Torino dal 4 al 7 novembre 2021 nella nuova sede della Caserma Dogali – conosciuta come la Caserma di Via Asti –, arriva al suo IX anno aggiungendo un nuovo e importante tassello al proprio racconto che si sviluppa, di edizione in edizione, attraverso un titolo o un tema che è il nuovo capitolo di un unico grande racconto messo in scena dalla manifestazione stessa.

Il tema scelto per la IX edizione, THE FREE ZONE / LA ZONA FRANCA (quella zona marginale ma libera da pregiudizi dove l’arte si dispiega in tutta la propria forza), è profondamente legato a questo momento storico e alla scelta della nuova sede. “Si tratta di un periodo che ci necessitava uniti ma che ci ha voluti divisi, un momento durante il quale ci siamo interrogati sul concetto di libertà, libertà che ci è mancata, libertà che ci siamo presi, libertà individuale ed etica della reciprocità. Privati della socialità ne abbiamo compreso la necessità, singoli ma parte di un tutto abbiamo verificato la nostra appartenenza a una dimensione collettiva. Essere parte di un insieme implica l’esistenza dell’altro, la coesistenza, l’esistere insieme” – raccontano le Direttrici di Flashback Ginevra Pucci e Stefania Poddighe che si interrogano sul come contribuire, attraverso l’arte, all’affermarsi di una responsabilità sociale.
Partendo dall’opera di Mario Sironi, dal titolo emblematico: Periferia, del 1940 ca. di Aleandri Arte Moderna, tempere e pastelli a olio su carta con interventi a lametta per raschiare lo strato di colore superficiale e far emergere il sottostante, si passa al coetaneo Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966), Nature morte au homard sur plat bleu, 1950 ca., mosaico su cemento di 800/900 Art Studio e si arriva al maestro dell’informale Alberto Burri, Senza Titolo del 1958, tecnica mista (acrilico, tela, vinavil) su tavola di Artemisia Fine Art che ci racconta della libertà dell'imprevisto.

Si prosegue nella libertà del gesto e della forma approdando all’opera Ecce Puer di Medardo Rosso (Galleria Russo) e alle opere di Sandro Chia e Mimmo Paladino (Galleria dello Scudo), autori della Transavanguardia, corrente che opera fuori da coordinate obbligate, seguendo un atteggiamento nomade e libero con un'attenzione policentrica.

Di Umberto Benappi i Tappeti stesi, 1992 di Aldo Mondino olio su eraclite: un trompe-l’oeil con il quale Mondino ci mostra la possibilità di cambiare il modo di vedere le cose e la loro funzione. La trama dell’eraclite, povera e grezza, diventa la strabiliante simulazione di un nobile tappeto orientale.

Tappeti “reali” sono invece presentati dalla galleria Mirco Cattai Fine Art and Antique Rugs come il tappeto Lotto, della metà del XVII secolo di cm 156X114 con origine in Anatolia centrale. I Lotto sono tappeti caratterizzati da una composizione modulare continua a formare una griglia.

Sull’illusione dello sguardo lavora anche George Rousse, autore in grado di creare un profondo legame con i luoghi che rappresenta, luoghi spesso abbandonati che si rigenerano grazie al suo sguardo trasversale. L’opera è Shodoshima, 2018 della Galleria Photo & Contemporary.

La cavalletta ci dona l'abilità di cogliere le occasioni, di muoversi secondo l'impulso e saltare in avanti con Grasshopper, un vaso di forma asimmetrica (di Art Decoratif di Roberto Centrella) in vetro doppio strato inciso ad acido e lucidato al fuoco. Il decoro di cavalletta ci appare tra le felci nei toni del rosso vino iridescente su un fondo trasparente. Di produzione Artistica Gallè, anno 1890/1894.

… libertà va cercando, ch'è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta afferma Dante Alighieri che nel 700mo anno dalla morte non può mancare a Flashback: Alighieri Dante (1265-1321) - Boccaccio Giovanni (1313-1375) con il commento di Iacomo della Lana e le correzioni di Cristoforo Berardi. Commedia, Venezia, Vindelino da Spira, 1477, in-folio (mm 320x215) della libreria antiquaria Il Cartiglio.

L’immagine scelta per accompagnare il tema di quest’anno è una fotografia “scartata” parte di un più ampio progetto di ritrovamento e raccolta dal titolo “Miracoli” dell’artista Enrico Bertelli che vive e lavora a Parigi. L’artista, che da sempre indaga il significato di ciò che è marginale, di ciò che viene trascurato, negli anni ha recuperato nei negozi di fotografi migliaia di foto (analogiche) riutilizzandole in molte delle sue mostre. In questa occasione Bertelli ci presenta una foto che ritrae una donna in controluce all’interno di una casa mentre osserva il mondo che sta fuori, oltre le mura domestiche. Lo scatto, di fatto, è uno “scarto” che l’artista ha voluto recuperare e riportare a nuova vita. Percepirne l’essenza sancisce l’uscita dalla nostra “confort zone” e l’aprirsi verso una zona franca, una zona altra, una zona trascurata ma proprio per questo densa di significato.

“Il mio lavoro – racconta Bertelli – esplora le possibilità di come l’errore e lo scarto possano modificare la nostra percezione della realtà. Ho lavorato come illustratore per i giornali e in uno studio di cartoni animati dove disegnavo gli sfondi nei quali si muovevano i vari personaggi. Mentre lo facevo, ho scartato un sacco di cose: prove colore, disegni venuti male, ecc. Invece di buttare via questi scarti, li ho tenuti da parte e, in seguito, li ho utilizzati per comporre collage astratti. Mi sono reso conto, così, che questi piccoli pezzi mi convincevano molto più del lavoro ufficiale che stavo facendo. In un certo senso, mi sono identificato con quei pezzi di carta. Ne è nata una consapevolezza e, dopo molti anni, posso dire che il mio percorso creativo è la storia di un rapporto irrisolto (probabilmente non si risolverà mai) tra me e i miei errori. Guardando una mia opera spero si percepisca il tentativo di dare valore a tutte quelle cose, quegli aspetti, quei dettagli trascurati, non visti, marginali”.

La scelta del tema di questa IX edizione nasce dunque proprio da una domanda che si sono poste le direttrici di Flashback: come aprirsi un reale cammino verso l’Altro alla ricerca di una dimensione collettiva? Ginevra Pucci fa riferimento al filosofo francese contemporaneo François Jullien (autore di “L’apparizione dell’altro”) che ripropone i due concetti mediatori: quello di “scarto” e quello di “tra”. Diversamente dalla differenza, che resta debitrice dell’identità, lo scarto risulta fecondo poiché è esplorativo, avventuroso. Fare uno scarto significa uscire dalla norma, procedere in modo inconsueto, operare uno spostamento rispetto a ciò che ci si aspetta e a ciò che è convenzionale. In breve vuol dire rompere il quadro di riferimento e arrischiarsi altrove, in uno spazio franco, libero; il “tra” è la distanza tra x e y, è il terreno inesplorato, è ciò che abbiamo trascurato, che conosciamo ma che abbiamo lasciato andare. Non è quindi a partire dal simile, come si crede in genere, conclude Jullien, ma proprio facendo lavorare gli scarti, che si può dispiegare una alterità in grado di far emergere qualcosa di comune.

L’immagine realizzata da Bertelli ha il compito di raccontare visivamente Flashback, l’arte è tutta contemporanea 2021: un’edizione nuova nei contenuti e nella sede che apre nuove e inedite collaborazioni (come quella con il Museo Diffuso della Resistenza) confermandone altre.
“Così, nell’analisi degli innumerevoli spunti offerti dall’arte di tutti i tempi e luoghi, il 2021 sarà un anno nel quale guarderemo a ciò che abbiamo trascurato o dimenticato come elemento di libertà e di indagine cogliendo l’occasione di riflessione che ci è stata fornita da un momento storico così complesso ma pieno di possibilità di cambiamento. Flashback sarà dunque Zona Franca, un luogo dedicato assieme alla memoria e alla creazione: un archivio di ispirazioni per il futuro.” – concludono le Direttrici di Flashback Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. (20/10/2021-ITL/ITNET)

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