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ECONOMIA ITALIANA - CONFINDUSTRIA:" ITALIA SFRUTTA BENE TRAINO ESTERO MA RESTA FANALINO DI CODA: DOMANDA INTERNA RISENTE INSTABILITA' POLITICA

(2017-02-23)

"Lo scenario mondiale resta molto favorevole: si è fatta ancor più elevata la dinamica dell’attività produttiva e degli  scambi internazionali. Sono pure più alti i rischi legati alla forte incertezza politica, alimentata tra l’altro dalle scadenze  elettorali dei prossimi dodici mesi. Dal loro esito può concretizzarsi una combinazione che configuri per la moneta unica europea una decisa svolta, in un senso o nell’altro; campagne in corso e risultati si influenzano reciprocamente". E' quanto emerge dall'analisi mensile del Centro Studi Confindustria.

Gli Stati Uniti - prosegue la nota CSC - marciano a passo più spedito trainati dalla domanda interna; gli ordini e la fiducia, entrambi su livelli molto elevati, promettono che l’alto ritmo si manterrà nei prossimi mesi. Quando le misure espansive promesse dalla Amministrazione Trump divenissero effettive, è possibile un surriscaldamento, data la bassa disoccupazione; si tratta, tuttavia, di un’eventualità ancora remota.

La Cina prosegue nella direzione di un atterraggio pilotato su una velocità più sostenibile, la Russia è tornata su un sentiero di vivace ripresa, l’India sta riassorbendo i contraccolpi della riduzione dell’uso del contante di grosso taglio e il Brasile rimane in una dura recessione. Nel complesso, i paesi emergenti stanno dando un contributo all’incremento del PIL globale più sostenuto di pochi mesi fa, in alcuni casi grazie al rialzo dei prezzi delle materie prime (anche non-oil); i mercati finanziari (anzitutto azionari) scommettono sul proseguimento di questi loro progressi, inattesi fino all’inizio del 2017. Nell’Euroarea è confermata la sorprendente maggior crescita (prossima al 2% annuo), guidata da mercato domestico e ritrovata coppia Germania Francia; permangono ampi i divari tra i paesi.

L’Italia sfrutta bene il più robusto traino esterno, ma resta fanalino di coda, con una crescita inadeguata a uscire dalla crisi. Industria ed export trainano il PIL, la domanda interna risente dell’instabilità politica, quando ogni sforzo andrebbe dedicato al rilancio dell’economia e al sostegno dei posti di lavoro; il credito rimane erogato con il contagocce. I sentieri divaricanti dei tassi FED e BCE (che non intende cambiare rotta) spingono il dollaro. Mentre quelli sui titoli sovrani iniziano a riflettere tensioni economiche e non.

Il PIL italiano è atteso aumentare a ritmo lento anche nel 1° trimestre 2017, dopo il +0,2% nel 4° 2016 e il +0,3% nel 3°. Il ritmo rimane ben inferiore a quello dell’Eurozona, frenato dall’incertezza, specie politica. Gli indicatori congiunturali hanno un’intonazione un po’ più positiva in avvio d’anno. Il PMI composito in gennaio è stabile (52,8, da 52,9 in dicembre); nel terziario segnala un lieve consolidamento (52,4, da 52,3); nel manifatturiero, invece, rileva un rallentamento (53,0, da 53,2), originato dalla domanda interna (la componente ordini esteri è invariata), come confermato, tra l’altro, dalla minore fiducia dei consumatori.

Il CSC stima una netta correzione della produzione industriale (di oltre l’1,0%) in gennaio, dopo il sorprendente
incremento di dicembre (+1,4%). L’anticipatore OCSE non preannuncia un rafforzamento della crescita italiana nella prima metà dell’anno: -0,03% mensile in dicembre (-0,11% medio nel 4° trimestre). In dicembre l’export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dell’1,8% su novembre (stime CSC). Nel 4° trimestre ha registrato +2,0% sul 3°, crescendo allo stesso ritmo dentro e fuori l’Eurozona.

Nel 2016 è salito del 2,2% sul 2015, trainato dalle vendite intra-area (+4,5%; +0,6% quelle extra-area).
L’espansione delle esportazioni si è rafforzata in Cina, Stati Uniti e Germania. A inizio 2017 è favorita dall’accelerazione  della crescita mondiale e dall’euro debole. Buone prospettive sono confermate dagli indicatori qualitativi sugli ordini manifatturieri esteri: in gennaio a 54,8 la componente PMI (da52,8 nel 4°) e +0,7 punti i giudizi delle imprese (ISTAT). (23/02/2017-ITL/ITNET)

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