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FINANZA - BANCHE - PIERDICCHI (CONS.BANCHE MARCHE, ETRURIA, CARICHIETI E CARIFERRARA): OPERAZIONE BANCHE HA AVUTO UN COSTO, MA SENZA SENZA DENARO PUBBLICO

(2017-05-31)

  «Credo che sia importante ricordare che abbiamo consegnato queste banche ad un gruppo industriale solido. Questa operazione certamente è costata, ma non è denaro pubblico, è denaro del sistema bancario». L'ha sottolineato Maria Pierdicchi, consigliere indipendente delle quattro "nuove" banche Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrara, riferendosi al processo di gestione dei quattro istituti "risolti" nel novembre del 2016, oggi "good bank", tre delle quali (Etruria, Marche, Chieti) recentemente vendute al gruppo Ubi, mentre per CariFerrara si aspetta il perfezionamento della vendita a Bper.
Pierdicchi è intervenuta sulla vicenda delle quattro banche commentando in diretta su Radio 24, nel corso del programma Cuore e denari, le considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che tra i tanti argomenti ha toccato anche quello del rapporto degli istituti italiani con i cosiddetti Non performing loans, i "crediti deteriorati" che i debitori delle banche non riescono più a ripagare regolarmente e ha sottolineato: «Noi abbiamo ereditato con queste quattro banche l'esempio esatto di quello che ne affligge in realtà molte altre: da un lato una crisi profonda dei territori in cui operavano, che aveva generato sofferenze da aziende che erano sparite o andate in amministrazione straordinaria e via dicendo, dall'altro anche una cattiva gestione delle stesse banche, che è stato un elemento critico che ha portato prima al loro commissariamento e poi a questa parziale risoluzione».

Pierdicchi ha aggiunto su Radio 24 che il tema delle sofferenze è stato affrontato «anticipando la struttura regolamentare del bail in (le norme europee che impongono di gestire le crisi degli istituti di credito utilizzando risorse private, il decreto legge era stato appena approvato al momento della risoluzione, ndr), che avrebbe portato a perdite non solo dei detentori di bond subordinati, ma forse anche degli stessi depositanti. Le autorità di risoluzione hanno negoziato con l'Europa, che è il nostro principale interlocutore sull'attuazione di questa legge, questa semi-risoluzione, che ha portato alla perdita dei subordinatisti (poi compensati da schemi di ristoro), ma che per fortuna ha salvato i depositanti e gli obbligazionisti senior».

«Questa legge è stata applicata in Italia in modo un po' rigido dopo che altri paesi avevano già messo in sicurezza le banche con denaro pubblico, lì dove l'Italia non aveva speso una lira di denaro pubblico», ha concluso Maria Pierdicchi, specificando su Radio 24 che «Tutte le aziende (oltre 200mila PMI depositanti) avrebbero dovuto essere liquidate e questo sarebbe stato un danno enorme, stimato in circa 12 miliardi, che avrebbe comportato per molte aziende dover rientrare dei crediti quindi presumibilmente avere anche delle grosse difficoltà, generare nuove sofferenze per i depositanti perdite, per gli obbligazionisti senior grosse perdite. Noi riteniamo che il bilancio sia assolutamente positivo, soprattutto abbiamo lavorato nell'interesse dei territori dei nostri depositanti e dei nostri clienti che oggi possono contare su un gruppo solido e su dei bilanci puliti. Certamente un costo c'è stato, ma è stato il minimo che si poteva nel contesto della risoluzione».(31/05/2017-ITL/ITNET)

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