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DIRITTI DEI CITTADINI - RAPPORTO AUTORITA' GARANTE INFANZIA E ADOLESCENZA - PRES. CAMERA BOLDRINI:" SOCIETA' DEVE ASCOLTARE E PRENDERSI CURA DEI BAMBINI"

(2017-06-13)

“C’è una data che vorrei  ricordare, perché segna una pietra miliare per i bambini e gli adolescenti. Il 20 novembre 1989, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza." Così nel suo intervento la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, introducendo il Rapporto dell'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

"Questa Convenzione sancisce i diritti che devono essere garantiti a tutti i bambini e le bambine del mondo sulla base di quattro principî fondamentali:
1. la non-discriminazione, perché anche ai minori i diritti vanno assicurati senza distinzione di sesso, religione, lingua e razza. A volte noi diamo per scontato tutto questo, ma non lo è.
2. il superiore interesse, perché in ogni provvedimento, legge o iniziativa che vengono intrapresi, l’interesse dei minori deve sempre essere messo al primo posto;
3. il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo: gli Stati devono investire risorse per tutelare l’esistenza, la salute e la crescita dei bambini e delle bambine;
4. l’ascolto, perché non si può non tener conto dell’opinione dei minori sulle decisioni che li riguardano. Dobbiamo sapere cosa ci chiedono, cosa vogliono.

Per dare seguito a questa importante Convenzione dell’Onu, nel 2011 l’Italia, con un atto del Parlamento, ha istituito l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Un organismo che non soltanto si fa carico di ascoltare i minori per raccogliere le loro istanze e le loro necessità, ma che agisce concretamente perché quelle istanze si trasformino in progetti reali.
Gli ultimi dati Istat confermano purtroppo una fotografia preoccupante: in Italia i minori sono i soggetti che – in termini di povertà e deprivazione – hanno pagato il prezzo più alto della crisi. E questo ha molte conseguenze.

Alle difficoltà dei genitori a sostenere il mantenimento della famiglia consegue, come è ovvio, una crescente vulnerabilità dei bambini, specie nel Mezzogiorno, dove il rischio di povertà relativa è di circa quattro volte superiore a quello dei residenti al Nord. Un’altra forma - odiosissima - di disuguaglianza, che tocca i bambini. Ma i bambini non dovrebbero mai soffrire di queste forme di discriminazione.
Un dato, questo, che ci induce ancora una volta ad evidenziare la necessità  di maggiori  investimenti pubblici al Sud. Non possiamo permettere che questa parte del Paese sprofondi. Perché se il Sud sprofonda, sprofondiamo tutti. Perché l’Italia senza Sud non ce la potrà fare mai. Perché non c’è Italia senza Sud.

Il 7° Atlante dell’infanzia, elaborato da Save the Children su base Istat ed Eurostat e pubblicato a fine dicembre 2016 da Treccani, ritrae un Paese dove quasi 1 minore su 3 è a rischio povertà ed esclusione sociale; dove i bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo perché i genitori non possono affrontare le spese per il riscaldamento;
dove quasi 1 bambino su 10 non può avere abiti nuovi né partecipare a gite scolastiche.

Questi dati - che ricordo non con soddisfazione, ma con dolore - ci dicono che è necessario fare di più e che solo con l’impegno di tutte le istituzioni sarà possibile dare a questi nostri figli una prospettiva migliore.

In Parlamento, l’Autorità garante ha come interlocutrice la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Ma dialoga e si confronta con diversi altri soggetti istituzionali: fra questi, il ministero del Lavoro e quello della Giustizia, il ministero dell’Istruzione e quello dell’Interno. E poi l’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza; e ancora, i Garanti delle regioni e delle province autonome. Di recente, l’Autorità garante è stata chiamata a partecipare a un tavolo tecnico coordinato dal Miur al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del cyberbullismo.

Sono particolarmente contenta che questo sia avvenuto, e mi fa piacere ricordare che lo scorso 17 maggio è stata approvata all’unanimità la legge sul cyberbullismo.

Era un impegno che ci eravamo presi a inizio legislatura, quando in questa stessa sala la mamma di Carolina Picchio venne a darci una testimonianza drammatica. Sua figlia, una ragazzina di 14 anni, aveva deciso di farla finita e si era lanciata da una finestra: non aveva avuto la forza per affrontare la gogna che sul web si era scatenata contro di lei.
In quell’occasione io e tanti colleghe e colleghi ci impegnammo a dare una risposta ai ragazzi che si trovano in questa situazione. Abbiamo mantenuto quell’impegno. La legge che abbiamo approvato è un primo passo, ma è un passo importante: perché dimostriamo in questo modo di saper recepire le istanze che vengono da fuori e di non lasciare soli i nostri giovani.

Ho voluto istituire in questa legislatura la Commissione per i diritti e i doveri relativi a Internet - non ce n’era una che si occupasse degli affari digitali -  che ha elaborato una Dichiarazione che è una sorta di ‘carta costituzionale’ della rete. Dopo aver fatto questo c’è stata anche una mozione approvata all’unanimità dall’aula di Montecitorio: Ma poi la Commissione ha deciso di andare anche fuori del Palazzo. La Commissione è composta  da deputati ed esperti, ed oggi sta girando per l’Italia – guardate l’unicità di questa esperienza, per una Commissione parlamentare – e va nelle scuole a parlare con ragazzi e insegnanti;  per promuovere una cultura della verifica dell’informazione, un uso responsabile del web. Perché l’alfabetizzazione digitale è parte integrante della crescita della coscienza dei nostri giovani.

Per concludere, vorrei usare un proverbio africano già usato da Papa Francesco: “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”.
È questo che viene richiesto alla società: ascoltare e prendersi cura dei bambini, i suoi cittadini più giovani. E se lo fa, allora è una società capace di costruire un futuro migliore”. (13/06/2017-ITL/ITNET)

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