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ECONOMIA ITALIANA - BREXIT - CONFINDUSTRIA UDINE 80 MILIONI DI EXTRA COSTI: CONTO POTENZIALE DELLE VARIABILI "TRUMP" E "BREXIT" PER IMPRESE FVG

(2017-06-22)

  Ottanta milioni di possibili extra-costi per le imprese del Friuli Venezia Giulia, con un’esposizione maggiore per quelle del settore della meccanica, dell’automotive e del made in Italy: è questa la stima del ‘conto’ potenziale di Trump e Brexit per il sistema produttivo regionale.

Se ne è parlato questo pomeriggio a palazzo Torriani - sede di Confindustria Udine - nel corso del convegno “Tendenze e scenari dell’economia nazionale e regionale verso i mercati internazionali” in collaborazione con ICE Agenzia di Milano e di Prometeia, e che ha di fatto tenuto a battesimo l’iniziativa “Scenari di Realtà Industriale”, una nuova formula di approfondimento proposta da Confindustria Udine sulle macro tendenze internazionali partendo da analisi di dati e su come si sta muovendo l’industria del nostro Paese e della nostra Regione, unitamente all’illustrazione del supporto che ICE-Agenzia fornisce alle aziende italiane nel mondo.

Per il presidente di Confindustria Matteo Tonon “in questo periodo, l’incertezza del quadro geopolitico e la volatilità delle variabili economico finanziarie ci portano a ragionare sull’identità del nostro tessuto economico produttivo e del nostro territorio – sul quale si riflette - ed a cui siamo fortemente radicati. Proprio le incertezze politiche come anche la recrudescenza di fenomeni ed attacchi terroristici hanno determinato un maggiore sforzo da parte delle imprese per incrementare le quote di mercato all’interno dei confini europei, rivedendo di fatto le proprie strategie espansive in mercati al di fuori del territorio europeo, senza per questo dover rinunciare a delle opportunità”.

Ne fa evidenza la circostanza che le esportazioni extra UE sono diminuite verso le diverse aree geoeconomiche con l’unica eccezione dell’area dei paesi del Mediterraneo. Tra i paesi europei non UE cedente risulta l’export verso la Russia, più che dimezzato in particolare nelle voci macchine e impianti e mobili, con la conseguente fuoriuscita dalla graduatoria dei primi 15 paesi di esportazione. Un’incognita per il futuro prossimo delle relazioni commerciali internazionali – ha aggiunto Tonon - è rappresentato dagli Stati Uniti – la quota relativa sull’export è scesa dal 6 al 5,5% - a seguito della riduzione trasversale delle diverse voci di export, dalle macchine ed impianti ai prodotti della metallurgia ai mobili con l’eccezione delle bevande e delle apparecchiature elettriche. In calo risultano le esportazioni verso i paesi del sud est asiatico (ASEAN) così come verso i paesi BRICS. Anche le esportazioni verso il Medio Oriente si sono contratte, da 4,9 al 3,6% sul totale dell’export, pesando il dimezzamento dei flussi verso l’Arabia Saudita e la riduzione di un quinto verso gli Emirati Arabi Uniti. Latente è il rischio Brexit anche se le previsioni più oscure sinora si sono dimostrate infondate ma non possono escludersi effetti recessivi sul medio termine.

“Se le esportazioni sono vitali per il nostro paese che deve acquistare l’energia e le materie prime di cui ha bisogno con i ricavi dell’export e quindi “deve” puntare sulla vocazione manifatturiera, lo sono ancor di più per l’industria friulana considerata la sua specializzazione produttiva che poggia le sue potenzialità di sviluppo sull’apertura verso i mercati internazionali. La chiusura isolazionista per un paese naturalmente esportatore come il nostro è l’opposto della risposta che sarebbe necessaria – ha evidenziato Tonon -. Non è pensabile poter affrontare da soli le grandi incognite internazionali”.

Nella sua relazione sul posizionamento delle imprese e sulle opportunità per l’Italia Giuseppe Schirone, manager Prometeia, ha offerto diversi spunti interessanti. Tre le novità più rilevanti da sottolineare: lo stimolo della politica di bilancio negli Usa è inferiore alle attese; le posizioni protezionistiche dell’amministrazione Trump sembrano ridimensionarsi; le politiche monetarie rimangono accomodanti.
Sul fronte della congiuntura Schirone ha posto l’attenzione sul maggiore slancio, in questo inizio 2017, della produzione industriale e del commercio a livello globale, sulla volatilità limitata sui mercati finanziari e sulla stabilità complessiva – al netto dei costi energetici – dell’inflazione.

Altre stime di Prometeia: gli USA mantengono un ruolo di traino, la ripresa si consoliderà nei Paesi UE, la crescita in Cina si stabilizzerà, mentre migliorerà in Italia la redditività dell’industria anche perché saranno maggiori gli spazi di crescita per chi resta sul mercato. Non aspettiamoci però una ‘ripresona’: le prospettive al 2021 per il nostro manifatturiero parlano di ritmi di espansione stabilmente positivi, ma, in media, moderati. L’Italia, peraltro, dovrà far fronte anche ad alcune minacce concrete: i prodotti del made in Italy saranno infatti più esposti a guerre commerciali e al costo (ipotetico) del protezionismo.

Ed il FVG? Schirone ha dapprima scattato una fotografia del sistema produttivo regionale con un’economia più terziarizzata, ma in cui il manifatturiero resta centrale. Il relatore ha ricordato le difficoltà dei settori ‘core’, in particolare meccanica e sistema casa, ed anche come la ripresa avviata a partire dal 2014-2015 non si sia ancora tradotta in un cambio di rotta della redditività. Per contro, è tornato ai livelli 2008 il valore dell’export FVG, che nel 2016 è stato di 13,2 miliardi di euro. Relativamente alle previsioni, Schirone ha prospettato un valore pressochè stabile della produzione industriale e ha stimato in oltre un miliardo di euro l’export aggiuntivo potenziale nei prossimi tre anni. “L’internazionalizzazione – ha concluso il manager di Prometeia – è rischiosa, come ogni strategia, ma, negli scenari attuali, è più rischioso stare fermi”.

In chiusura, Marinella Loddo, direttore ICE- Agenzia di Milano, ha illustrato le attività sviluppate da Ice a supporto delle aziende italiane che operano sui mercati internazionali, anche quelli più lontani, dove esistono ampi margini di crescita. L'ICE-Agenzia, come noto, ha proprio il compito di agevolare, sviluppare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l'estero - con particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese, dei loro consorzi e raggruppamenti - e opera al fine di sviluppare l'internazionalizzazione delle imprese italiane nonché la commercializzazione dei beni e servizi italiani nei mercati internazionali.(22/06/2017-ITL/ITNET)

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