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ITALIANI ALL'ESTERO - PERU' - CARPENTIERI (CONS.COMITES PERU'):" INACCETTABILE CHE UN CITTADINO ITALIANI MORTO IN CARCERE IN PERU' AD UN MESE DI DISTANZA SIA ANCORA ALL'OBITORIO"

(2017-06-27)

  E'  ìnaccettabile che un cittadino italiano morto in un carcere peruviano a un mese di distanza sia ancora nell’obitorio!" Lo afferma con profonda indignazione il Consigliere del Comites di Lima Alfredo Carpentieri.
A fine maggio – come segnalato anche in una interrogazione parlamentare del presidente del Comitato italiani nel Mondo, on. Porta *** un cittadino italiano di  68 anni detenuto in Perú, nonostante fosse giá stata decisa dal giudice la scarcerazione e nonostante fosse in precarie condizioni di salute (cosa di cui il consolato italiano e la direzione del carcere erano stati tempestivamente informati) moriva in circostanze ancora da chiarire.

A distanza di un mese  - fa presente Carpentieri - la salma non viene restituita alla famiglia e il consolato italiano non riesce ad avere documentazione ufficiale dalle autoritá locali. Il consigliere del Comites Alfredo Carpentieri denuncia questa grave situazione chiedendo anche una verifica sull’efficacia dell’azione consolare verso codeste autoritá peruviane, al fine di poter almeno dare in tempi brevi degna sepoltura in Patria allo sfortunato connazionale."

A seguire comunicato sull’interrogazione parlamentare cui si fa riferimento.

FABIO PORTA (PD): FARE PIENA LUCE SULLA MORTE DI UN NOSTRO CONNAZIONALE NELLE CARCERI PERUVIANE

Il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera ha presentato un’interrogazione al Ministro degli affari esteri per chiarire le circostanze e le responsabilità della scomparsa di un nostro connazionale in un carcere di Lima dopo che aveva saldato interamente il suo debito con la giustizia

Nelle scorse settimane, in un carcere peruviano, è deceduto un cittadino italiano, G. B. di 68 anni. Aveva già scontato i due terzi della pena alla quale era stato condannato e pagato, secondo la normativa locale, la cauzione in denaro per la parte restante della detenzione. Aveva anche ottenuto dalla magistratura competente l’ordinanza di scarcerazione, necessaria per la sua liberazione e per l’espulsione dal Paese, già concordata.Il nostro connazionale, tuttavia, attraversava un cattivo stato di salute che lo aveva indotto a richiedere il ricovero in ospedale per avere cure tempestive ed adeguate.

Egli aveva manifestato questa sua richiesta ad un funzionario di un Patronato, suo fiduciario, il quale a sua volta aveva provveduto ad avvertire tempestivamente il Consolato. I nostri funzionari consolari, in contatto con le autorità carcerarie, avrebbero da queste ricevuto l’assicurazione di un imminente ricovero del recluso. In realtà, a distanza di due giorni dalla comunicazione, il nostro connazionale è stato accompagnato semplicemente al centro di cura interno al carcere e dimesso dopo la somministrazione di una semplice iniezione.Il nostro connazionale aveva pagato interamente il suo debito con la giustizia, aveva ormai la legge dalla sua parte e le risorse economiche, custodite dal suo fiduciario, per l’acquisto del biglietto di ritorno in Italia dopo essere stato scarcerato, cosa alla quale aveva diritto.

La sua morte,dunque, avvenuta in circostanze così discutibili, non è giustificabile e merita attenzione e chiarezza. Ci sono in ballo, come è evidente, il rispetto dei diritti umani, l’osservanza delle normative locali non solo in termini repressivi ma anche di riconoscimento delle prerogative individuali, la correttezza dei rapporti tra le nostre autorità diplomatico-consolari e quelle peruviane.Per questo ho presentato un’interrogazione al Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale volta a richiedere un’attenta ricostruzione deI ifatti e una rigorosa verifica delle responsabilità che sono alla base di questo evento, anche per avanzare alle autorità peruviane competenti, tramite la nostra rappresentanza diplomatica e consolare, una richiesta di più approfondito accertamento delle ragioni che hanno determinato il ritardo negli adempimenti di espulsione del nostro connazionale.

Credo sia giusto pervenire ad un quadro più chiaro di quanto è accaduto e dare alla famiglia e alle organizzazioni italiane in loco, che hanno seguito il caso, almeno il conforto della verità per un accadimento che probabilmente si sarebbe potuto evitare con una maggiore accortezza e tempestività da parte di chi aveva la responsabilità di intervenire." (27/06/2017-ITL/ITNET)

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