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ITALIANI ALL'ESTERO - BREXIT - AUDIZIONE AMBASCIATRICE REGNO UNITO IN COMITATO QUESTIONI ITALIANI ALL'ESTERO

(2017-07-14)

  Mercoledì 19 luglio alle 8,30, il Comitato per le questioni degli italiani all'estero svolge l'audizione dell'Ambasciatrice britannica presso la Repubblica italiana, in relazione all'affare assegnato concernente: "Le conseguenze della Brexit per la collettività italiana residente nel Regno Unito (n. 969)".

La precedente audizione in materia ha avuto luogo il 15 giugno allorchè è stato audito il Direttore Generale degli Italiani all'estero e Politiche Migratorie Ministro Luigi Maria Vignali.

Di seguito il resoconto dell'intervento del Ministro Vignali:

Il ministro VIGNALI afferma in premessa il rilievo e l'attenzione rivolta agli italiani residenti in Regno Unito da parte del  Governo italiano e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, attenzione manifestata con la partecipazione del sottosegretario Amendola, e di lui stesso, alle celebrazioni in occasione del 2 giugno e a due incontri con la collettività presso il King's College di Londra e a Manchester.
Ricorda che insieme ai circa 600.000 italiani ci sono altri 2 milioni e 400 mila cittadini europei residenti in Gran Bretagna a cui corrispondono 1 milione e 200 mila cittadini britannici residenti nei paesi dell'Unione europea, che soffrono delle stesse ansie e paure per quello che accadrà dopo il recesso del Regno Unito dall'Unione europea. L'Italia non è sola nel tutelare i diritti acquisiti dei propri concittadini, ma agisce insieme agli altri Stati membri dell'Unione europea. Nel corso degli incontri svolti in Gran Bretagna le principali preoccupazioni che sono state sollevate riguardano le possibili conseguenze di un fallimento del negoziato. Al riguardo sottolinea che il riconoscimento dei diritti acquisiti è una priorità sostanziale nell'ambito del negoziato con la Gran Bretagna, a suo avviso una priorità anche temporale, nel senso che la tutela dei diritti dovrebbe essere garantita prioritariamente rispetto alle più complesse questioni che riguardano il finanziamento dovuto dal Regno Unito al bilancio dell'Unione europea.

Il permesso di residenza permanente è il secondo motivo di preoccupazione; infatti la documentazione necessaria per il suo ottenimento è particolarmente onerosa e difficile da reperire. La compilazione dei moduli richiesti dall' Home office è oltremodo complessa ed è stata pensata per cittadini extra comunitari. La complessità della procedura è dimostrata dal fatto che le pratiche arretrate per il riconoscimento della residenza permanente sono più di 200 mila. Nel corso dei negoziati sarà quindi necessario assicurarsi un periodo transitorio lungo che consenta ai cittadini aventi diritto e che non abbiano ancora raggiunto i cinque anni di permanenza effettiva al momento del recesso di ottenere la residenza permanente.

Il terzo motivo di preoccupazione riguarda l'assicurazione sanitaria e in generale l'interpretazione della direttiva 38/2004. L'assicurazione sanitaria, oltre a essere particolarmente costosa, potrebbe non essere riconosciuta agli studenti e ai coniugi dei lavoratori comunitari. Simile attenzione viene posta sul calcolo dei periodi contributivi, un punto tecnico particolarmente importante su cui sarà necessario trovare un'intesa in sede di negoziato. Gli studenti vogliono essere rassicurati sulla vigenza dei titoli accademici e sulle tasse universitarie; nel corso dell'incontro al King's College di Londra sono state riscontrate paure per una latente discriminazione che si sarebbe manifestata con una preferenza degli studenti extra comunitari per l'iscrizione alle università inglesi. Al riguardo ritiene che sarà necessario vigilare su possibili forme di latente discriminazione nei confronti dei lavoratori dipendenti.

Conclude, quindi, portando l'attenzione sui servizi consolari nel Regno Unito: come è noto la pressione sui consolati è fortemente aumentata. Occorrerà quindi ripensare a un rafforzamento delle strutture dopo il recesso della Gran Bretagna dall'Unione europea.

Alle domande dei Senatori su ulteriori sviluppi l'esponente del MAECI ha aggiunto:

    Il ministro VIGNALI ha sostenuto che le incertezze del negoziato in primo luogo riguardano la posizione inglese: infatti solo l'Unione europea, attraverso il suo capo negoziatore, ha trasmesso la sua posizione negoziale. Maggiore chiarezza si potrà avere dopo il 19 giugno con l'avvio dei negoziati veri e propri. Per quanto riguarda i ricercatori e i docenti informa che le loro preoccupazioni riguardano prevalentemente la questione dell'assicurazione sanitaria. Ricorda che già prima del referendum del giugno 2016, c'era un problema con il Regno Unito sull'interpretazione della direttiva 38/2004 e che l'Unione europea vorrebbe continuare ad assicurare i diritti dei suoi cittadini attraverso l'interpretazione della Corte di giustizia dell'Unione europea. Sul riconoscimento formale dei residenti in Gran Bretagna (al di fuori di coloro che hanno già il permesso di residenza permanente), afferma che è una questione particolarmente complessa rispetto alla quale anche il Governo inglese è in forte difficoltà. Per ciò che concerne i titoli di studio e le qualifiche professionali riferisce che obiettivo dell'Unione europea è che siano mantenuti tutti quelli riconosciuti prima della data di recesso. Quello che accadrà dopo è al momento difficile da prevedere e sarà oggetto della seconda fase negoziale, quando saranno definite le nuove relazioni tra Regno Unito ed Unione europea.
Sulla doppia cittadinanza, infine, osserva che per raggiungere una buona intesa sarà senz'altro utile fare tesoro delle esperienze fatte in ambito Commonwealth.(14/07/2017-ITL/ITNET)

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