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ECONOMIA ITALIANA - CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA: PROSEGUE ESPANSIONE IN AREA EURO: AUMENTANO INDICI DI ATTIVITA'I ORDINI E FIDUCIA FAMIGLIE E IMPRESE

(2017-07-20)

  Secondo il Centro Studi Confindustria continua la forte espansione nell’area euro. Nei mesi primaverili gli indici di attività si sono ulteriormente rafforzati (PMI composito da 55,6 del 1° trimestre a 56,6) fino a raggiungere il valore più alto dall’inizio del 2011. L’aumento degli ordini getta le basi per la prosecuzione del trend. Anche la fiducia di imprese e famiglie è migliorata: l’indice è salito a 110,0, da 108,0 nel 1° trimestre, top da fine 2007. I dati qualitativi  confermano l’accelerazione del PIL prevista dal Centro Studi Confindustria nel 2° trimestre dello 0,75% congiunturale.

A maggio la produzione industriale ha registrato un balzo: +1,3% su aprile, +4,0% da maggio 2016. L’aumento ha interessato
diffusamente tutti i principali paesi membri e tutti i comparti industriali: in Germania +1,4% a maggio (+4,8% annuo), +2,4% in Francia (+3,4%) e +1,6% in Spagna (+3,4%). È stato trainato dai beni strumentali (+2,3%), seguiti dai beni di consumo (+1,8% i durevoli e +1,2% in non durevoli), segno di una brillante domanda finale.

Prosegue l’espansione dell’economia e del commercio mondiali. I ritmi rimangono i più alti dall’inizio della crisi, grazie al contributo congiunto di economie avanzate ed emergenti. Particolarmente elevata è la dinamica dell’Area euro. L’andamento degli ordinativi, soprattutto nel settore manifatturiero, preannuncia a livello globale una buona crescita dell’attività produttiva nel corso dell’estate. Tuttavia, non mancano rischi e incognite che generano dubbi sulla solidità e durata delle attuali tendenze. Anzitutto, permane alta l’incertezza politica che si traduce in scarsa visibilità sull’orizzonte delle decisioni di politica economica che verranno assunte dai governi. A cominciare dagli Usa, su molteplici fronti: dal commercio estero (nonostante l’atteggiamento sia diventato più pragmatico) alle misure di bilancio (con la maggioranza repubblicana divisa).

Per proseguire con la Cina, dove si prospetta una maggiore severità nei comportamenti finanziari e si rinfocolano così i timori di atterraggio duro su un sentiero di sviluppo più basso. Per finire con l’Europa, nella quale da un lato c’è l’esito della Brexit (il negoziato appena partito ha ribadito le grandi difficoltà da superare) e dall’altro c’è la necessità del rilancio della governance dell’Eurozona, posto che a conclusione del ciclo elettorale le politiche di bilancio torneranno a orientarsi verso la riduzione dei disavanzi in molti paesi. In secondo luogo, spicca la nuova fase verso cui stanno andando le politiche monetarie: le banche centrali si muovono in direzione di una riduzione dell’iperespansionismo, coscienti di avanzare in terre inesplorate e ben determinate a evitare turbolenze destabilizzanti. La forte reattività dei tassi a lungo termine e dei cambi é il termometro di tutto ciò.

Il trend per i primi rimane di innalzamento mentre nei secondi il dollaro va verso una minor forza. L’Italia rimane ben ancorata alla ripresa mondiale, seppure in posizione di inseguitrice. Per l’avvicinamento al gruppo di testa rimane cruciale il passaggio di una manovra d’autunno che punti sul rafforzamento degli investimenti e sul lavoro giovanile. Bassa occupazione ed emigrazione dei giovani stanno riducendo molto il potenziale di crescita. (20/07/2017-ITL/ITNET)

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