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DONNE - VIOLENZA - COME CISL SIAMO IMPEGNATE CON CGIL UIL E CONFINDUSTRIA INFORZA DELL'ACCORDO QUADRO SULLE MOLESTIE E LA VIOLENZA SUI LUOGHI DI LAVORO"

(2017-10-19)

Quanto sta avvenendo in America sul caso Weinstein, che vede il noto e potente produttore cinematografico vacillare sotto il peso delle denunce di molte star di Hollywood con l’accusa di molestie a sfondo sessuale e stupro, la dice lunga sulla presenza del fenomeno nei luoghi e nei rapporti di lavoro a tutti i livelli. Se fino a qualche tempo fa era impossibile fare solo una stima su questa tipologia di violenza, spesso silenziosa, ora qualcosa sta iniziando a cambiare. Questo grazie al coraggio delle vittime che si rifiutano di continuare a sottacere la violenza per paura di ripercussioni sulla propria carriera professionale e grazie anche all’opera di supporto che nello specifico sta portando avanti il sindacato e il mondo dell’associazionismo laico e religioso."  A commentare la denuncia partita da alcune attrici, fra cui quella dell'italiana Asia Argento e' la sindacalista della CISL Liliana OCMIN, responsabile delle politiche femminili, Immigrazione e giovani.

Afferma  OCMIN "Il numero cospicuo delle querele – peraltro sembrerebbe non ancora definitivo – è riuscito a mettere in ginocchio questo signore costringendolo ad ammettere tutte le accuse mosse contro di lui e a chiedere pubblicamente scusa per essersi comportato in modo inqualificabile e indegno e aver calpestato coscientemente, forte della sua posizione, la dignità di tante artiste. L’atto della denuncia, dunque, anche se difficile e complesso, rimane l’unica arma vincente contro questa e le altre forme di violenza, ma avviene ancora troppo raramente, perché quello che vediamo e apprendiamo dalle cronache è solo la punta dell’iceberg.

Le statistiche raccontano che molte donne, la stragrande maggioranza, continuano a subire in silenzio e non trovano la forza di denunciare. Questo spesso determina, come nel caso delle dive americane, prese di posizione pubbliche e risvolti giudiziari anche a distanza di molti anni. Vi è un altro timore, poi, che rende ancor più faticoso uscire dall’ombra ed è quello del giudizio degli altri, molte volte delle altre donne, che subdolamente insinuano e stigmatizzano fatti del genere deviandoli sul binario della convenienza economica della vittima, calcolatrice e accusatrice raffinata, desiderosa solo di spillare soldi al personaggio
di turno. Niente di tutto questo. Sono messaggi pericolosi che non possono e non devono passare. Sminuire questi episodi vuol dire prestare il fianco al carnefice e rendere ancora più arduo affrancarsi dalla violenza la cui matrice è sempre e principalmente di ordine culturale e riguarda il ruolo e la rappresentazione della donna nelle nostre società.

Ora auspichiamo che la giustizia americana sia giusta e vada fino in fondo, senza tentennamenti che possano in qualche modo degradare il reato di molestia a fatto tutto sommato “passabile”, una “monelleria”, scoraggiando ulteriormente l’azione fondamentale della querela. La violenza nei luoghi di lavoro, come nelle altre articolazioni del vivere quotidiano, va contrastata creando consapevolezza e mostrandone tutto il portato negativo non solo verso la persona interessata, la vittima, ma anche sull’ambiente di lavoro e produttivo che la circonda.

Come Coordinamento nazionale donne, siamo impegnate, oltreché sulle altre partite aperte (femminicidio, tratta, prostituzione, pedofilia, Mgf ecc.), anche su questo punto, supportando l’azione della Cisl che insieme a Cgil e Uil e Confindustria hanno sottoscritto a gennaio 2016 l’”Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro”, in attuazione dell’Accordo delle parti sociali europee del 2007.

L’Accordo va a rafforzare i contenuti del Decreto 5/2010, attuativo della Direttiva Europea 54/2006, che affida alla contrattazione collettiva il compito di definire misure (codici di condotta, buone prassi ecc.) di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza e non solo, a conferma di un impegno che proprio il sindacato vuole portare avanti anche attraverso la contrattazione di secondo livello, per rilanciare la “cultura di genere” in tutti gli ambiti lavorativi prestando particolare attenzione ai temi della sicurezza e del benessere organizzativo. A distanza di circa due anni dalla sua sottoscrizione, l’Accordo è stato già recepito in diversi territori che hanno risposto in maniera puntuale alle sollecitazioni e all’opera di promozione messa in campo dalla Cisl, anche attraverso la Campagna “Together be happy at work” lanciata a marzo dello scorso anno. Per il futuro riteniamo opportuno fare una prima mappatura degli accordi conclusi e delle buone pratiche sperimentate a livello locale.” conclude la sindacalista della CISL. (19/10/2017-ITL/ITNET)

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