Direttore responsabile Maria Ferrante − mercoledì 24 aprile 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - AGROINDUSTRIA - ORO ROSSO: LUOGO DI PRODUZIONE IN ETICHETTA. SODDISFAZIONE COLDIRETTI . 40% POMODORO DA PROVINCIA FOGGIA; ESPORTAZIONI + 20%. BUSSINES ITALIA 1.5 MILIARDI DI EURO

(2017-10-22)

  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che i Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda hanno firmato il decreto interministeriale per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro. Il provvedimento introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso. Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

"Rafforziamo il lavoro fatto in tema di etichettatura in questi mesi - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - Come ho ribadito anche oggi al Commissario europeo Andriukaitis crediamo che questa scelta vada estesa a livello europeo, garantendo la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale per il modello di sistema produttivo che vogliamo sostenere. L'Italia ha deciso di non attendere e fare in modo che i cittadini possano conoscere con chiarezza l'origine delle materie prime degli alimenti che consumano. Soprattutto in una filiera strategica come quella del pomodoro l'etichetta aiuterà a rafforzare i rapporti tra chi produce e chi trasforma".

Il provvedimento prevede, infatti, che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;

b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura "Origine del pomodoro: Italia".

Oltre l'82% degli italiani considera importante conoscere l'origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per i derivati del pomodoro. Sono questi i dati emersi dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.

Soddisfazione della Coldiretti ed in particolare della Coldiretti Puglia, che sottolinea “Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata. La provincia di Foggia è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita.

La firma del decreto presentato dal Ministro Maurizio Martina, al Forum Coldiretti di Cernobbio, è un provvedimento decisivo per la Puglia e soprattutto per la provincia di Foggia, perché riguarda i derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a ricordare i numeri della produzione in Puglia, all’indomani della presentazione del decreto sull’etichettatura obbligatoria dei derivati del pomodoro.

Il decreto – spiega la Coldiretti - prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

“E’ evidente il danno arrecato al settore – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - dalle tonnellate di concentrato di pomodoro provenienti dalla Cina per produrre salse "italiane. Il risultato è che dalla Cina si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. In sostanza i pomodori di provenienza cinese rappresentano circa il 15% della produzione nazionale in equivalente di pomodoro fresco”.

Il pomodoro - conclude la Coldiretti- è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che ne consumano circa 35 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria. Ad essere preferiti, sono stati nell'ordine le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.

L’obbligo dell’etichetta d’origine consentirà – rileva la Coldiretti – di valorizzare il prodotto italiano in una filiera, quella dei derivati, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’export Made in Italy, con le vendite all’estero che hanno superato nel 2016 il valore di 1,5 miliardi di euro.

Nel settore del pomodoro da industria – continua la Coldiretti – sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli che coltivano su circa 72.000 ettari, 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 10mila persone, con un valore della produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro. Un patrimonio che – conclude la Coldiretti – va salvaguardato garantendo il rispetto dei tempi di contrattazione per una consentire una adeguata pianificazione e una giusta remunerazione del prodotto agli agricoltori italiani.(22/10/2017-ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07