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DIRITTI DEI CITTADINI - TELEVISORE - CAMBIO FREQUENZE DIGITALE TERRESTRE. ADUC "DANNO DA TRECENTO EURO"

(2017-11-02)

  Una nuova assegnazione delle frequenze, voluta dall’Europa e da realizzare entro il 2022, obbligherà i consumatori a cambiare televisore o a installare il decoder per continuare a ricevere il segnale del digitale terrestre, per una spesa media di 300 euro a famiglia. Con lo spostamento di frequenze si passerà quindi dal “vecchio” digitale terrestre a una nuova versione, il Dvb T2. Oggi funzionano indifferentemente i televisori in standard Dvb T1 e quelli in Dvb T2. Ma quando le emittenti televisive traslocheranno sulle nuove frequenze bisognerà necessariamente avere apparecchi in Dvb T2.

Per incentivare chi a quella data non avesse ancora in casa il nuovo televisore (o il decoder necessario), il Governo prevede contributi a riduzione dei costi per un totale di circa 100 milioni di euro. Risorse che saranno recuperate dagli introiti previsti per l’asta: 1,25 miliardi lordi nel 2018, che lo Stato incasserà all’aggiudicazione, e 2 miliardi nel 2022, da incassare alla disponibilità per i nuovi operatori, prevista a partire dal 1° luglio 2022.

“Il Governo avrebbe dovuto evitare in tutti i modi di far rivivere alle famiglie italiane l’incubo, economico e organizzativo, che ci fu con lo switch-off dal segnale analogico al digitale, i consumatori hanno già pagato dazio una volta”, dichiara Roberto Tascini, presidente di Adoc.
L’associazione teme infatti che, con l’imposizione del nuovo formato DVBT-2 e la nuova assegnazione di frequenze, si verifichi un nuovo “balletto delle televisioni”, con milioni di famiglie italiane obbligate di nuovo a mettere al mano al portafogli per aggiornare i propri apparecchi televisivi o ad installare un nuovo decoder.

Con lo switch-off precedente la spesa media si attestò sui 120-150 euro, oggi la spesa minima per l’acquisto di almeno un televisore e di un decoder risulterebbe di 150 euro, ma ipotizziamo che la media più vicina alla realtà possa essere di circa 300-350 euro. Senza contare eventuali spese per l’assistenza da parte degli antennisti nei condomini e negli impianti centralizzati.
“Al Governo e Agcom”, dicono da Adoc, “chiediamo di prevedere soluzioni a basso impatto, come messe in atto nella vicina Francia, dove si è deciso di mantenere l’attuale formato DVBT e di modificare lo standard di trasmissione da Mpeg-2 a Mpeg-4, in modo da consentire alla quasi totalità delle famiglie di non spendere soldi per l’adeguamento delle proprie televisioni”.
Gli incentivi attualmente previsti per l’acquisto di nuovi televisori e decoder, pari a circa 25 euro per decoder, secondo l’associazione, “non sono sufficienti né dal punto di vista economico né quantitativo, visto che coprirebbero solo 4 milioni di apparecchi. Servirebbero, perlomeno, maggiori incentivi, che permettano ai consumatori di risparmiare almeno la metà delle le spese ipotizzate”.
Per Carlo De Masi, presidente Adiconsum, occorre “creare, immediatamente, una cabina di regia dove tutti gli attori coinvolti si parlino, compresi ovviamente i consumatori, e trovino soluzioni.
Nell’immediato, continua Mauro Vergari, Responsabile settore comunicazione e nuove tecnologie di Adiconsum, “è urgente fornire ai consumatori informazioni corrette circa le tipologie di televisori da acquistare, garantendo la compatibilità con il prossimo switch off. Con molta probabilità occorre realizzare dei nuovi bollini da apporre sui televisori per garantire la scelta del consumatore, preparare idonee campagne informative e struttura dei percorsi condivisi”.
De Masi, a nome di Adiconsum, chiede al Ministro Calenda e al Sottosegretario Giacomelli, come avvenne nel precedente switch off, che il MISE riorganizzi il CNID, ovvero il Comitato Nazionale Italia Digitale (composto dai rappresentanti dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, delle Regioni, delle associazioni di Tv locali e delle emittenti nazionali, dalle piattaforme satellitari, dai fornitori di accesso a internet, dei produttori, distributori e consumatori), permettendo agli stakeholder di collaborare alle necessarie strategie per realizzare un corretto switch off.

Harlem Désir, Rappresentante OSCE per la libertà dei mezzi, parlando in occasione dell'apertura della Libertà Internet Conference, il 13 ottobre 2017, Vienna. (OSCE). (02/11/2017-ITL/ITNET).

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