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ECONOMIA ITALIANA - "ITALIA MULTINAZIONALE" - ITALIA 13.ma PER DESTINAZIONE INVESTIMENTI, 14.ma PER INVESTIMENTI ALL'ESTERO. SOTTOSEGR.SCALFAROTTO: "ABBIAMO PUNTATO SU COMMERCIO INTERNAZIONALE LIBERO ED EQUO"

(2017-11-08)

  Qual'è il trend degli investimenti italiani all’estero e quello degli investimenti internazionali in Italia? Cosa fare per attrarre maggiormente gli investitori esteri nel nostro paese? Quali i paesi e i settori in cui gli imprenditori italiani investono maggiormente? Quale lo scenario mondiale degli investimenti?
Queste alcune delle domande a cui sono state date delle risposte oggi nel corso del primo Annual Forum 'Invest in Italy’ organizzato dall’ICE a Roma, in occasione del quale e’ stato presentato anche il rapporto ICE “Italia Multinazionale”.

Ad aprire il forum Michele Scannavini, Presidente Agenzia ICE, che ha subito precisato come gli investimenti diretti esteri mondiali, negli ultimi anni guidati soprattuto dalle economie avanzate, sono cresciuti piu’ di Pil ed export, raggiungendo un valore di 1.746 miliardi di dollari nel 2016 e diventando uno dei fattori trainanti della globalizzazione.

“Gli Stati Uniti sono il paese che attrae maggiormente gli investimenti, seguito da Hong Kong, Cina, Regno Unito e Singapore. Si può notare dunque che ben tre dei primi cinque paesi sono asiatici e questo e’ un dato molto importante da tenere in considerazione. Da segnalare anche l’India, al primo posto nel mondo per numero di progetti di investimento. I maggiori paesi investitori sono invece Stati Uniti, Hong Kong e Regno Unito,” ha osservato Scannavini.

“Quanto all’Italia, il nostro paese ha avuto un anno positivo, raggiungendo la 13’ posizione come paese di destinazione degli investimenti, e avanzando di cinque posizioni rispetto al precedente anno, con 29 miliardi di dollari. Sono dei segnali positivi raggiunti grazie a incentivi fiscali e a un migliore clima economico. Certo c'e’ ancora tanto da fare anche se dopo tre anni difficili e’ aumentata la nostra capacita’ di attrarre investimenti,” ha precisato Scannavini.

Nella lista dei principali paesi investitori l’Italia si colloca invece al 14’ posto.

“I numeri ci dicono che l'Italia non e’ oggettivamente una terra di conquista e che e’ piu’ dinamica la situazione degli investimenti italiani all’estero: qui si e’ registrata infatti una crescita del 12,4% rispetto al precedente anno per un valore di 23 miliardi di dollari. Investiamo principalmente in Europa e in modo particolare nei paesi dell’Europa dell’Est ma siamo pero’ poco presenti in aeree importanti come la Cina e i paesi del Golfo. Rispetto ad altri paesi europei direi che siamo in ritardo per quanto concerne l’internazionalizzazione,” ha sottolineato Scannavini annunciando la creazione di un comitato interministeriale finalizzato all’attrazione degli investimenti esteri.
“Il Comitato avrà principalmente due funzioni: definire le priorita' per favorire gli investimenti e supportare i grandi investitori in tutte le fasi per arrivare alla realizzazione dell’investimento nel nostro paese,” ha concluso Scannavini, sottolineando che l'ICE avrà un ruolo di coordinamento in questo piano di attrazione degli investimenti internazionali in Italia.

'Il ruolo dell'ICE e il piano di sviluppo per l’attrazione investimenti" e’ stato il tema su cui si e’ soffermato Stefano Nigro, Direttore Coordinamento Attrazione Investimenti Esteri Agenzia ICE, che ha illustrato la governance dei 'Desk attrazione investimenti' che fanno capo a ITA, Italian Trade Agency, composta da diversi Ministeri, Regioni, istituzioni, imprese e Invitalia.

“La lead generation viene sviluppata attraverso i nove 'Desk attrazione investimenti' situati in paesi strategici come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Turchia, gli Emirati Arabi, la Cina, il Giappone e Singapore. I desk hanno principalmente tre funzioni: creare offerta; fornire assistenza di primo livello e successivamente su misura agli investitori nella decisione di investimento in Italia’ preparando business plan e proponendo opportunita’ localizzative o M&A; e promozione. Le azioni della lead generation prevedono inoltre scouting diretto in paesi con presenza di uffici ICE, networking in Italia e partnership con soggetti pubblici e privati, e programmi di after care con investitori gia’ presenti,” ha precisato Nigro presentando un case study dedicato al portafoglio immobiliare pubblico.

“Abbiamo rilevato gli immobili pubblici, realizzato una vetrina e curato delle presentazioni. Come risultato in questi primi quindici mesi abbiamo pubblicato sul sito 350 immobili pubblici, abbiamo avuto 1.900 richieste di informazioni di cui il 25% internazionali e sono stati aggiudicati 20 immobili,” ha affermato Nigro sottolineando che qualsiasi tipo di offerta deve essere promossa e accompagnata da guide specifiche.

“Abbiamo inoltre intrapreso diversi Roadshow Invest e prossimamente saremo a Pechino, a dicembre; a Zurigo sempre a dicembre; a Singapore, in occasione degli Italian Innovation Days, a novembre 2018; a San Francisco, per Healthcare: Italy on the move, a gennaio 2018; e a Cannes, per Mipim, a marzo 2018,” ha concluso Nigro.

Dati interessanti sugli investimenti italiani all'estero, sugli investitori esteri in Italia, sui settori e le prospettive sono stati forniti da Marco Mutinelli, Università degli Studi di Brescia, curatore del Rapporto Italia Multinazionale che ha specificato come, a dicembre 2015, il numero degli investitori italiani all'estero ammontava a 13.907 con 1.659.983 dipendenti e un fatturato complessivo di 520.879 milioni di euro. Il numero di investitori esteri in Italia era invece 6.704 con 1.210.239 dipendenti ed un fatturato di 573.140 milioni di euro.

Quanto ai settori di investimento all'estero, gli imprenditori italiani sono maggiormente attivi nell'industria estrattiva, in quella manifatturiera, nei servizi di ICT e comunicazione. Al contrario le imprese internazionali in Italia operano soprattutto nei settori ITC e comunicazione e nel manifatturiero.

“Va notato che dal 2011 al 2016 il numero di dipendenti di imprese estere a partecipazione italiana e’ diminuito, passando da quasi 1.800.000 a poco piu’ di 1.600.000. Un dato causato dall’acquisizione da parte di aziende straniere di aziende italiane come Italcementi, Pirelli e Merloni. Sempre nello stesso periodo, e’ aumentato invece il numero di dipendenti delle imprese italiane a partecipazione estera passando da poco’ piu’ di 1 milione a 1.300.000 circa. Un dato che indica come la crisi italiana non ha avuto forti ripercussioni in questo particolare ambito,” ha precisato Mutinelli, precisando come i principali paesi investitori in Italia sono in primis Stati Uniti, seguiti da Francia, Germania, Regno Unito, Svizzera e Giappone.

Tra i relatori, Francesco Varriale, Capo Ufficio Investimenti Esteri in Italia del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, che ha sottolineato come la promozione degli investimenti esteri in Italia sia diventata una priorita’ del governo. "Questo e’ un segno di novità del nostro paese che va nella direzione di un cambio culturale. Proprio per questo si e’ giunti alla creazione al Ministero di un Ufficio Investimenti Esteri che vuole rispondere a questa esigenza. D'altra parte la diplomazia economica e’ un aspetto fondamentale della diplomazia politica,” ha affermato Varriale.
“La Farnesina, oltre ad aprire questo ufficio, sta cercando di portare avanti una politica dei visti piu’ attenta nei confronti degli investitori stranieri. Abbiamo creato, per esempio, tipologie di visto diverse come quello rivolto alle start up. Abbiamo inaugurato, inoltre, un rapporto con Borsa Italiana per aiutare gli investitori italiani ad andare all’estero. C'e' ormai la convinzione che il capitale straniero sia una opportunita’ in piu’ per le nostre imprese. E’ un modo per approcciare mercati difficilmente penetrabili,” ha precisato Varriale.

A concludere i lavori, Ivan Scalfarotto, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al commercio internazionale e all’attrazione degli investimenti esteri, che ha illustrato le riforme politiche del Governo per favorire gli investimenti.
“Noi ad una Italia internazionalizzata ci crediamo seriamente. Per noi questa é la carta vincente per il paese. Tenendo presente che dal 2010 al 2016, nonostante la crisi, sono salite le esportazione di 4-8 punti, abbiamo deciso che questa e’ diventata una priorita’, dobbiamo infatti riconoscere che in quegli anni l’Italia si e’ mantenuta grazie alle esportazioni,” ha esordito Scalfarotto, menzionando le numerose missioni italiane svolte in questi anni in Corea, India e Cina.

"Abbiamo puntato su un commercio internazionale libero e equo. Lo abbiamo fatto con determinazione e mettendo in piedi all’estero strumenti di lavoro che funzionano come i Desk di attrazione investimenti. L’investitore internazionale viene cosi’ accompagnato nel suo investimento in Italia. Prendiamo in carico questi progetti e lo aiutiamo a risolvere i problemi e a scoprire le opportunità che ci sono. Per l’investitore potere riferire alla casa madre di avere un'assistenza e’ una cosa fondamentale,” ha continuato Scalfarotto.

"C’e’ oggi una strategia, una governance e la volonta’ di considerare l’attrazione degli investimenti un aspetto fondamentale per la nostra economia. Talvolta in passato non siamo stati predictable soprattutto per quanto concerne lo scenario politico. E questo non ci ha aiutato. Le diverse riforme intraprese come l' Industria 4.0, il piu’ grande investimento per la nostra industria manifatturiera, il Made in Italy e il Job Act ci hanno dato piu’ credibilita’ all’estero e sono state decisive. Tutto questo set di operazioni infatti e’ stato notato dalle imprese internazionali ed ha contribuito ad attrarle. Quello che conta infatti e’ il grado di fiducia dell’investitore verso il paese in cui decide di investire,” ha aggiunto Scalfarotto, annunciando che il progetto Industria 4.0 sara’ rifinanziato e aggiungendo che il lavoro non e’ finito e ora bisogna trovare un equilibrio tra la semplificazione e le necessarie garanzie." (08/11/2017-L.G.-ITL/ITNET)

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