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ITALIANI ALL'ESTERO - XVIII EDIZ. PREMIO INTERNAZIONALE:" BELLUNESI CHE HANNO ONORATO PROV. BELLUNO IN ITALIA E ALL'ESTERO": 5 I PREMIATI

(2017-12-05)

Economia, cultura, sociale e arte. Sono state queste le parole chiave della XVIII edizione del Premio internazionale “Bellunesi che hanno onorato la provincia di Belluno in Italia e all’estero”. Sabato 2 dicembre il Palazzetto dello Sport di Polpet (Ponte nelle Alpi) ha contenuto a fatica le oltre cinquecento persone che hanno voluto ascoltare la testimonianza diretta dei premiati: Ivan Stragà (Croazia), titolare della “Stragatrans” azienda con oltre 200 dipendenti; Daniele Franco (Italia), Ragioniere Generale dello Stato; César Augusto Prezzi (Brasile), storico dell’emigrazione italiana; Danila Zampieri (Italia) esemplare modello educativo; Fortunato Campigotto (Svizzera), artista.

A fare gli onori di casa il sindaco di Ponte nelle Alpi Paolo Vendramini: «Parlare di migrazione significa creare ponti di solidarietà e costruire messaggi di rispetto. Valori – ha continuato Vendramini – che devono essere trasmessi alle nuove generazioni». «Non a caso, quest’edizione del premio è stata rivolta ai giovani – gli ha fatto eco Oscar De Bona, presidente Abm – perché dobbiamo essere orgogliosi di quanto hanno fatto e continuano a fare i nostri bellunesi all’estero e al di fuori di Belluno».

Dopo i saluti del presidente Roberto Padrin – presidente della Provincia di Belluno, Bruno Pigozzo – vice presidente del Consiglio Regionale e Walter Mazzoran – in rappresentanza dei Rotary Club del bellunese, si è passati al momento della premiazione.

«I nostri antenati emigrati in Sudamerica sono stati dei veri e propri pionieri, arrivati in una terra povera che hanno poi trasformato», ha detto Prezzi che ha ricevuto il riconoscimento per il settore istituzioni, arte e cultura. Con radici materne a Santa Giustina, è nato a Santa Tereza, in Brasile. Studioso di cultura locale, ha riallacciato i legami culturali, economici e istituzionali con le terre degli avi. Quella di Ivan Stragà, premiato nel settore economico, imprenditoriale e professionale, è una storia di laboriosità, professionalità e spirito di sacrificio. Discendente di bellunesi di Provagna, Stragà è nato a Plostine (Croazia), dove è diventato un imprenditore di successo. «La sua ditta, la “Stragatrans”, dà lavoro a 200 persone, tante delle quali sono di origine bellunese», ha evidenziato Lionella Bisinello, presidente della Famiglia bellunese di Lipik.

Il secondo premio nel settore economico è stato assegnato a Daniele Franco, originario di Trichiana, una laurea in Scienze politiche e master a Padova e a York in Gran Bretagna. Nel maggio 2013 è stato nominato Ragioniere Generale dello Stato.

«È grazie a sacrificio dei miei genitori se sia io che mia sorella abbiamo potuto studiare e farci strada nel mondo». Danila Zampieri, residente a Milano ma originaria di Canevoi e premiata nel settore sociale e solidaristico, ha voluto dedicare il riconoscimento «a tutte le persone che purtroppo non hanno voce e la giusta dignità, alle mie sorelle, ai tanti amici di Ponte, con cui il filo rosso che ci lega non si è mai spezzato». La Zampieri ha fondato a Villapizzone, nella periferia degradata di Milano, una comunità familiare che aiuta ragazzi in difficoltà.

Per il secondo anno consecutivo è stato proposto anche un premio speciale. Per l’edizione 2017 il premio è andato all’artista Fortunato Campigotto, lamonese di Arina. Nelle sue parole grande commozione e i ricordi di un’emigrazione che ha regalato gioie, ma anche tanti momenti difficili. Sentimenti contrastanti racchiusi nella sua opera dal titolo “Il pensatore” che è stata donata al Comune di Lamon.

«Questa edizione non la dimenticheremo facilmente – il pensiero del presidente Abm De Bona – anche perché è stata arricchita dalla bravura degli studenti delle scuole di Oltrerai e Canevoi, oltre al Corpo Bandistico “Val Cantuna” e ai giovani atleti della Polisportiva Astra». E proprio gli studenti si sono esibiti in uno spettacolo dal titolo “Cossa sarala sta Merica”: con abiti di inizio Novecento, valige di cartone e lettere di emigranti hanno raccontato la storia dei tantissimi bellunesi in giro per il mondo.

Un’emigrazione di ieri con un confronto con quella attuale. A tal proposito è stato proiettato un video messaggio da parte di Emiliano Dall’Anese, ricercatore pontalpino, da diversi anni residente a Denver, Colorado (USA): «Continuiamo a portare alta la bandiera di Belluno», ha detto nel suo intervento.

La parte conclusiva della XVIII edizione di questo importante premio si è aperta con un video dedicato ad Arturo Costella, presidente della Famiglia Bellunese del Sud Africa, recentemente scomparso. «Ci sono persone che purtroppo ci hanno lasciato, ma che hanno reso onore alla nostra provincia – le parole del presentatore Alessandro Rossi – ed è giusto ricordarle. Ecco perché siamo qui oggi a ricordare le figure di Ferdinando De Bortoli, Bruno Faganello, Sergio Reolon  e Gino Casanova».

«I sacrifici non sono stati fatti soltanto da coloro che erano costretti a partire e recarsi all’estero. Dobbiamo ricordare anche le tante donne rimaste a casa per accudire famiglia, casa e campagna. Madri che hanno rappresentato un’ancora di salvezza», ha messo in risalto Arduino De Bortoli, fratello di Ferdinando, uno dei quattro assegnatari dei riconoscimenti alla memoria. Originario di Soccher, De Bortoli fondò la Famiglia Bellunese di Parigi, di cui fu primo Presidente dal 1977 al 1988.

Durante il periodo di emigrazione si adoperò per far assumere diversi operai provenienti dal Bellunese. Pontalpino era anche Bruno Faganello, per cui ha ritirato il premio il figlio. Riconosciuto maestro dell’illustrazione libraria e dell’editoria periodica, da “La Domenica del Corriere” a “Epoca”, dalla “Selezione dal Reader’s Digest” ai fumetti, ha rappresentato copertine e illustrazioni di importanti case editrici. «Mio padre non ha mai dimenticato le sue origini bellunesi», ha detto il figlio.

E un fortissimo legame con la terra natale ha sempre caratterizzato anche la vita di Sergio Reolon, che ha incarnato l’anima di un territorio, con ideali di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la sua vita politica. «Sono onorato di ricevere questo riconoscimento», ha affermato il figlio Emanuele. «Mio padre mi ha insegnato che le radici sono tutto e ci danno quella solidità che ci indica la strada da percorrere». «Il fatto di essere stato emigrante, non per scelta ma per necessità, ha condizionato tutta la sua vita», ha aggiunto la moglie Manuela.«Per noi essere qui oggi è una grandissima emozione, così come sapere che lo zio non è stato dimenticato», ha evidenziato Anna, nipote di Gino Casanova, nato a Campolongo di Santo Stefano di Cadore ed emigrato con i genitori in Belgio. Valente pittore, ha onorato con le sue opere il Comelico, il Cadore, la provincia di Belluno.

Come sempre erano presenti i gagliardetti delle Famiglie ex Emigranti, vero punto di riferimento per tutto il territorio provinciale. Arrivederci all’edizione 2018 che si terrà a San Gregorio nelle Alpi in occasione del 50.mo dell’intitolazione del “Viale delle lampade spente”, un omaggio ai minatori bellunesi. (05/12/2017-ITL/ITNET)

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