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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - ACCORDO MAECI / PATRONATI - LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGR.DELLA VEDOVA ALL'ON. DI STEFANO (M5S) " A DISCIPLINARLO LA LEGGE DEL 2001"

(2017-12-11)

  “Le sedi estere dei patronati italiani esercitano un importante ruolo di cerniera tra le strutture consolari e le comunità italiane all'estero. La loro capillare diffusione, soprattutto in Paesi di antica e recente emigrazione, consente di fornire assistenza anche a quei connazionali che hanno sporadici contatti con i Consolati o che sono difficilmente raggiungibili”. E' l'incipit della risposta che il Sottosegr. Della Vedova, intervenendo giovedì 7 dicembre in Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, ha dato all'on. Manlio Di Stefano, parlamentare di M5S in merito alla Convenzione Patronati /MAECI.

"Da tempo i rapporti delle strutture dei patronati con gli uffici consolari sono quasi dappertutto caratterizzati da un clima costruttivo. Spesso i contatti avvengono attraverso incontri periodici, dedicati prevalentemente alla diffusione e diramazione di informazioni in materia di lavoro, previdenza sociale ed alle modalità di erogazione dei servizi consolari in favore dei connazionali residenti all'estero”.

Ed il Sottosegretario è entrato nel merito "L'attività dei patronati a servizio della comunità italiana all'estero si concentra in via principale nell'assistenza nel campo pensionistico, e gli uffici consolari li contattano regolarmente anche per richiedere informazioni, dato che i patronati dispongono di banche dati spesso aggiornate e complete.
In particolare, ha spiegato Della Vedova - le pratiche trattate dai patronati riguardano principalmente la gestione delle pensioni INPS e, in misura ridotta, del Tesoro, le pratiche per l'ottenimento della pensione di reversibilità, anzianità e invalidità e l'accertamento dei redditi”.

“In Europa ed in America Latina, al di là dell'aspetto previdenziale, i patronati svolgono anche un'opera di informazione ed orientamento ai connazionali sulle modalità di presentazione delle varie pratiche consolari, attività che viene esperita in sinergia anche dalle locali associazioni italiane. Da non sottovalutare la preziosa attività di segnalazione di casi specifici di connazionali in difficoltà o indigenti che potrebbero usufruire, dopo il richiesto controllo degli uffici sociali operanti nella nostra rete, di interventi di assistenza diretta od indiretta".

Quindi, l'esponente del Governo ha affermato "“L'incontro al MAECI del 3 ottobre scorso con i principali patronati attivi all'estero (ACLI, INAS, INCA, ITALUIL, SIAS ed EPASA), presieduto dal Sottosegretario Amendola, alla presenza di una significativa rappresentanza di parlamentari eletti nella circoscrizione Estero, è stato volto ad individuare i possibili ambiti di collaborazione reciproca.

L'opportunità di rilanciare ed innovare il ruolo sussidiario dei patronati attraverso le loro attività di supporto, stabilite dalla legge n. 152 del 2001, deriva principalmente dalla necessità di venire incontro alla crescente domanda di sostegno dei nostri connazionali all'estero in svariati ambiti, non tutti disciplinati dalla vigente normativa in materia consolare, in una prospettiva di massima trasparenza e correttezza. L'attività dei patronati deve infatti tener conto del decreto legislativo n. 71 del 2011 (meglio noto come «legge consolare») che l'esercizio delle funzioni consolari agli uffici consolari di I e II categoria, disciplinandone e limitandone al contempo, in modo puntuale, le possibilità di delegarle. Inoltre, occorre tener presente la normativa sulla tutela dei dati personali che per la comunicazione dei dati degli schedari consolari a terzi prevede precisi obblighi di legge".

Inoltre, ha stigmatizzato Della Vedova, "La collaborazione con i patronati viene concepita d'altronde nel quadro dell'articolo 11 della citata legge n. 152 del 2001, che dispone che le attività di supporto alle autorità diplomatiche e consolari, da svolgersi sulla base di apposite convenzioni, non possano realizzarsi nell'erogazione di servizi demandati per legge all'esclusiva competenza del MAECI e cioè ad esempio servizi in materia di AIRE, del rilascio dei passaporti, delle pratiche di cittadinanza, di quelle per i visti. Non si tratta quindi di erogare servizi consolari riservati alle nostre sedi all'estero, - ha spiegato con chiarezza il Sottosegretario - dal momento che le competenze istituzionali rimangono comunque proprie del personale del MAECI”.

Chairito questo aspetto, il Sottosegretario ha, inoltre, sottolineato "“A tale proposito” Della Vedova ribadiamo l'importanza di rafforzare le dotazioni di personale a disposizione della rete diplomatico-consolare, a partire dalla legge di bilancio attualmente in discussione che prevede un incremento sia dei contrattisti a legge locale assumibili localmente, che delle cosiddette qualifiche funzionali, ovvero quei dipendenti di ruolo ai quali possono essere delegate le procedure consolari maggiormente sensibili quali visti, passaporti, pratiche di cittadinanza etc”.

Infine, "in merito a quanto segnalato circa episodi di cattiva gestione o anche di appropriazioni indebite perpetrate da singoli esponenti dei patronati (come nel citato caso 'Giacchetta') ai danni di nostri connazionali, qualsiasi forma di cooperazione dovrà essere improntata a una rigorosa correttezza di attività e un costante monitoraggio delle funzioni svolte dai Patronati, nonché ad un'adeguata qualità del servizio – anche tramite l'effettuazione di puntuali controlli interni”.

Risposta per la quale l'on. Di Stefano si è dichiarato “insoddisfatto", ritenendo che è "essenziale scongiurare che i patronati diventino il punto di riferimento dei concittadini all'estero per questioni che esulano da pratiche pensionistiche. Se ciò avvenisse sarebbe particolarmente grave non solo alla luce di talune situazioni di palese irregolarità – come a Còrdoba, dove è emersa la presenza di ben 10 patronati a fronte di soli 800 pensionati – ma anche alla luce della Convenzione di Vienna del 1963 che vieta espressamente l'interposizione di intermediari privati tra i cittadini all'estero e la rete consolare”.

Inoltre, ritiene che "accordi del genere andrebbero conclusi all'indomani delle elezioni e non subito prima”.
Per cui il Movimento 5 Stelle “continuerà a monitorare la situazione per evitare qualsiasi tipo di contaminazione tra consolati e patronati"  Motivo per cui "il Governo dovrebbe riconsiderare la distribuzione geografica delle nostre strutture consolari andando a rafforzare quei territori in cui, per estensione geografica e anche a causa delle chiusure già disposte, i patronati rischiano di assumere un ruolo supplente a tutti gli effetti" (11/12/2017-ITL/ITNET)

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