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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - LETTERATURA - PREMIO STREGA 2018 "LA RAGAZZA CON LA LEICA" DI HELENA JANECZECK TEDESCA DI NASCITA ITALIANA PER SCELTA

(2018-07-06)

  ‘La ragazza con la Leica’ e’ il libro che si e’ aggiudicato con 196 preferenze il 'Premio Strega', il piu’ prestigioso riconoscimento letterario italiano giunto quest'anno alla settantaduesima edizione. Un premio, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma, sin dal suo esordio indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani.

Autrice del testo vincitore Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca ma residente in Italia da oltre trent’anni, che ha gia’ pubblicato ‘Cibo' (Mondadori, 2002), 'Le rondini di Montecassino' (Guanda, 2010) e 'Lezioni di tenebra' (Guanda, 2011).

Una vittoria che segna anche un ritorno femminile: era dal 2003 che sul palco del Ninfeo di Villa Giulia a Roma non saliva una donna. L’ultima era stata Melania Mazzucco premiata per il romanzo ‘Vita’.

'La ragazza con la Leica’, gia’ vincitore del Premio Bagutta 2018, e’ allo stesso tempo una biografia, un romanzo storico e un romanzo sentimentale dedicato a Gerda Taro, la fotoreporter morta a 27 anni nella Guerra Civile spagnola, la cui fama è stata oscurata da quella del celeberrimo compagno di vita e di lavoro Robert Capa.

Al centro della scena questa giovane donna tedesca ma anche un gruppo di giovani esuli, per lo più di origine ebraica, che si incontrano nella Parigi degli anni Trenta e decidono di combattere nella resistenza spagnola. E sono proprio due di loro, Willy Chardach e il militante Georg Kuritzkes, insieme all’amica di Lipsia Ruth Cerf, con la quale Gerda condivide il suo appartamento a Parigi, a raccontare la sua storia, il suo impegno, la breve ma intensa relazione con Capa. Ne emerge un personaggio complesso, coraggioso, contraddittorio, a volte persino sconsiderato.
“Era un personaggio libero, sfuggente che suscitava grandi passioni nelle persone che le stavano vicine. Mi sembrava dunque necessario raccontarla dallo sguardo degli altri. Non volevo infatti dare una risposta univoca alla domanda ‘chi era Gerda Taro?” ha affermato l’autrice.

Marco Balzano, Sandra Petrignani, Lia Levi e Carlo D’Amicis erano gli altri quattro finalisti del Premio Strega.

I cinque scrittori finalisti sono stati votati da quattrocento Amici della Domenica, da quaranta lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI, da venti voti collettivi espressi dai circoli di lettura delle Biblioteche di Roma e da scuole e università, a cui si sono aggiunti, dallo scorso anno, duecento voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da venti Istituti Italiani di Cultura all’estero. Il tutto per un totale di 660 aventi diritto.

Secondo classificato Marco Balzano con 'Resto qui' (Einaudi), che ha ottenuto 144 voti. L’autore, gia’ premiato nel 2015 con il Premio Campiello per il suo romanzo ‘L'ultimo arrivato’, ha dato vita a un personaggio forte, Trina, provato dalla Storia e da dolori privati. La conosciamo da giovane e la lasciamo anziana, in mezzo i fascisti che le impediscono di insegnare, la figlia scomparsa nel nulla, la fuga sulle montagne insieme al marito disertore, la costruzione di una diga che sommergera' Curon, il borgo alto atesino dove vive.
“Ho voluto scrivere un libro sulla dignita’, su chi punta i piedi per terra per restare, anche se sotto i piedi ormai c'é solo l'acqua. Questo in fondo e’ un romanzo di resistenza al femminile, la resistenza di Trina ma anche di altri personaggi, che si consuma anche attraverso le parole,” ha dichiarato Balzano.

Terzo posto con 101 voti per 'La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg’ (Neri Pozza) di Sandra Petrignani. Un omaggio alla famosa narratrice, saggista, commediografa che ripercorre tutta la sua vita: dalla nascita palermitana alla formazione torinese, fino al definitivo trasferimento a Roma. Un viaggio tra le case dove Natalia Ginzburg ha vissuto, tra le pagine dei suoi libri, e sulle tracce delle persone ormai centenarie che l’hanno conosciuta. Ed accanto a Natalia, i suoi amici e compagni di lavoro tra cui Calvino, Giulio Einaudi e Cesare Pavese, Elsa Morante e Alberto Moravia, Adriano Olivetti e Cesare Garboli, Carlo Levi e Lalla Romano e tanti altri.
“La Ginzburg e’ autrice di una linea letteraria originale, di una forma narrativa nuova, moderna che amo particolarmente e questa e’ la ragione per cui ho deciso di dedicarle questo libro. Inoltre non esisteva su di lei un lavoro biografico e ho quindi deciso di riempire un vuoto,” ha osservato Sandra Petrignani.

In quarta posizione con 57 voti Carlo D’Amicis con 'Il gioco' (Mondadori). Un romanzo scabroso, escluso dallo Strega Giovani, che, attraverso l'espediente narrativo di tre interviste realizzate da uno scrittore, racconta le vite di tre personaggi: la moglie, il marito e l’altro. Un triangolo erotico che dura per tutta una vita e permette di esplorare desideri e il delicato rapporto tra conformismo e ribellione.
"Il vero argomento de 'Il gioco' non e' la sessualità quanto il desiderio, quell'enorme territorio dentro di noi che abbiamo timore di indagare. I tre personaggi si misurano con i loro desideri e con quello che sono realmente, dando vita ad un triangolo apparentemente classico ma in realta’ irrituale: e’ infatti il marito a mettere la moglie nelle braccia dell’altro,” ha spiegato D’Amicis.

Quinta classificata Lia Levi con 55 voti con 'Questa sera è già domani' (Edizioni e/o). Un romanzo ambientato a Genova a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta che narra di una famiglia ebrea, i Rimon. Composta dal padre Marc, tagliatore di diamanti nato in Belgio con passaporto inglese, dalla madre Emilia e dal piccolo Alessandro, la famiglia, attorno a cui si muovono zii e cugini, si trova nel mezzo della violenta campagna antisemita che avrebbe portato il regime fascista a promulgare le leggi razziali. E sullo sfondo il dramma degli ebrei fuggiti dalla Germania e dall’Austria che nessun paese vuole accogliere, la Guerra di Spagna, l’annessione dell’Austria, l’invasione della Polonia.
“Il titolo si rifa' all’idea di avere un domani, alla speranza di un futuro ed e’ la storia romanzata della famiglia di mio marito. Una famiglia che si sentiva prima di tutto italiana ed e’ stata colta di sorpresa dalle persecuzioni nei confronti degli ebrei” ha affermato Lia Levi.
Il testo ha vinto il Premio Strega Giovani: è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Addis Abeba, Berlino, Bruxelles, Buenos Aires, Parigi).

Da segnalare in questa edizione una maggiore presenza di piccole e medie case editrici. Una presenza che nasce da una precisa scelta da parte del Presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, e del Direttore, Stefano Petrocchi, che si propongono di dare maggiore spazio agli editori indipendenti.

A partire dal 2019, inoltre, entrerà in vigore un ulteriore importante cambiamento. Se fino all’edizione 2018 il Premio è stato aperto a opere di narrativa pubblicate entro il 31 marzo, dal prossimo anno potranno partecipare i libri pubblicati entro il 28 febbraio. I giurati avranno, pertanto, un mese in più per leggere e votare i titoli in concorso.(05/07/2018-L.G.-ITL/ITNET)

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