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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - CULTURA ITALIANA NEL MONDO - GIORNATA DEL CONTEMPORANEO -ITALIAN CONTEMPORARY ART: IN ITALIA E A LONDRA LA COLLEZIONE IANNACCONE E' IN PRIMO PIANO

(2018-10-10)

  sabato 13 ottobre 2018, in occasione della Quattordicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, Giuseppe Iannaccone apre al pubblico le porte del suo studio legale, allestito con opere della propria collezione contemporanea, presentando un progetto speciale all’interno della rassegna IN PRATICA, dedicato all’artista Giovanni Iudice. La mostra, nata da un’idea di Giuseppe Iannaccone con la collaborazione di Rischa Paterlini, ha l’intento di far riscoprire come la pittura, sebbene sia il metodo più antico che si conosca e in Italia quasi considerato obsoleto, sia sempre in grado di trasferire emozioni e rinnovarsi continuamente.

“Conosco Giovanni Iudice da sempre” scrive Giuseppe Iannaccone nell’introduzione al catalogo “Voglio dire che l’ho conosciuto da ragazzino quando mi impressionava con le sue formidabili matite pronte a cogliere angoli umili e scordati della sua meravigliosa Sicilia. Giovanni è stato il primo artista a dipingere i clandestini fin dal lontano 2006. Li ha studiati, Li ha amati, ne ha dipinto le ansie, le sofferenze e le speranze”.

Nonostante da qualche tempo Giovanni Iudice abbia manifestato l’intenzione di voler abbandonare il tema dei migranti, perché sempre più utilizzato a fini propagandistici, d’altro canto l’artista non riesce a sottrarsi dal fare i conti con la realtà che lo circonda e che lo ha portato alla realizzazione di Asino, 2018 d.C.

“Un trittico” prosegue Iannaccone “che racconta una storia fantastica, di miopia e d’amore, di sofferenza e di speranza, una storia contemporanea: i clandestini che non possono sbarcare, che guardano senza grandi speranze dall’oblò per scrutare ciò che li aspetta. Tra di loro c’è Masha e il suo bambino Mobruk, nato nel corso della navigazione; sulla nave è salito Giovanni, l’artista; vuole stare con loro qualunque cosa accada, vuole confortarli, guidarli proteggerli”.

“L’interesse di Giovanni per il reale” scrive Rischa Paterlini “lo avvicina molto ai film di Federico Fellini o a quelli di Pier Paolo Pasolini, in particolare nel loro intento di ritrarre una vita vera, fatta di gente che dice quel che pensa anche se sono pensieri tremendi. I suoi disegni a matita paiono volutamente ingannevoli al punto di avere il dubbio di trovarsi davanti a una fotografia. Nulla di male in questo perché lui, attraverso la ricostruzione minuziosa dei dettagli, dà una connotazione emotiva alla fotografia”.

La Collezione Giuseppe Iannaccone comprende un gran numero di opere dell’artista: disegni a matita e dipinti ad olio raffiguranti modelle in interni domestici o spiagge animate, oltre a tele incentrate sul tema dell’immigrazione, a cui in particolare Giovanni Iudice si è dedicato a partire dal 2006. Una realtà che viene scandagliata e visceralmente affrontata dall'artista sino ai giorni nostri. “Ho scelto di dipingere” dichiara Giovanni Iudice “profughi, immigrati, clandestini per intima necessità, perché mi sono sentito in dovere di farlo. Credo che la figura del clandestino sia una delle icone più rappresentative del contemporaneo: il clandestino spera, immagina la terra promessa con la morte nel cuore per la patria che ha lasciato”.

Il piccolo volume che accompagna l’opera, distribuito gratuitamente, da questa edizione si rinnova nella grafica ed è disegnato dallo Studio Temp fondato nel 2007 a Bergamo da Guido Gregorio Daminelli, Fausto Giliberti e Marco Fasolini.

Ma la collezione Iannaccono è protagonista anche all'Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, fino al 23 dicembre,  dove da qualche giorno accoglie una selezione di capolavori appartenenti alla celebre raccolta dell’avvocato milanese  Iannaccone.

Esposta a Londra per la prima volta, la collezione testimonia l’interesse del suo proprietario nei confronti della pittura figurativa realizzata in Italia negli anni Trenta da artisti e movimenti lontani dall’estetica dei totalitarismi sempre più in auge all’epoca, preferendole un ritorno alla dimensione umana del gesto creativo.

La Scuola di via Cavour, i Sei di Torino e Corrente riunirono personalità del calibro di Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Scipione, Gigi Chessa, Carlo Levi, Renato Birolli, Aligi Sassu, Ennio Morlotti ed Emilio Vedova, le cui opere sono confluite nella raccolta di Iannaccone insieme ai lavori di Filippo de Pisis, Fausto Pirandello e Ottone Rosai, solo per citarne alcuni.

La cinquantina di dipinti in mostra a Londra descrivono un momento cruciale nell’evoluzione dell’arte italiana, i cui protagonisti scelsero una via opposta al totalitarismo, ribadendo l’importanza del legame fra l’artista e il mondo, lontani dal'iconografia fascista.(10/10/2018-ITL/ITNET)

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