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IMMIGRAZIONE - DISAGIO ECONOMICO : IL 29,2% IN ITALIA . MA GLI ITALIANI A SUD NON STANNO MEGLIO PER RAPPORTO CARITAS ITALIANA

(2018-10-18)

Secondo il rapporto Caritas Italiana sulla poverta' in Italia, presentato ieri, il confronto fra italiani e immigrati evidenzia il grave disagio dei secondi, ma sottolinea anche la situazione di pesante disagio degli stessi italiani nel Mezzogiorno.

Per quanto riguarda la cittadinanza, la povertà assoluta si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di soli italiani (5,1%), sebbene in leggero aumento rispetto allo scorso anno, mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli
componenti stranieri (29,2%). Lo svantaggio degli immigrati non costituisce un elemento di novità e nel 2017 sembra rafforzarsi ulteriormente. Volendo semplificare, tra i nostri connazionali risulta povera una famiglia su venti, tra gli stranieri quasi una su tre.

Nelle regioni del Settentrione e del Centro le persone prese in carico sono per lo più straniere (rispettivamente il 64,5% e il
63,4%), mentre nel Mezzogiorno le storie intercettate sono in maggioranza di italiani (67,6%). In termini di genere il 2017 segna il sorpasso dell’utenza maschile su quella femminile, dovuto alle trasformazioni delle dinamiche migratorie, quali il calo delle migrazioni dai Paesi dell’Est, per lo più di donne impiegate nel badantato, e di contro, l’incremento di richiedenti asilo e profughi provenienti dai Paesi africani, che vede come protagonisti soprattutto uomini. Il 42,6% delle persone incontrate nel 2017 sono nuovi utenti; il 22,4% è in carico ai centri di ascolto da 1-2 anni; il 12,3% da 3-4 anni. In aumento la quota, piuttosto alta, di chi vive situazioni di fragilità da 5 anni e più (22,6%). L’età media delle persone incontrate è 44 anni. I giovani tra i 18 e i 34 anni rappresentano la classe con il maggior numero di presenze (25,1%); tra gli italiani prevalgono le persone delle classi 45-54 (29,3%) e 55-64 anni (24,7%);  i pensionati costituiscono il 15,6%.

Per quanto riguarda lo stato civile le persone incontrate risultano per lo più coniugate (45,9%) e celibi/nubili (29,3%). Aumentano le storie di solitudine e, di contro, diminuiscono le situazioni di chi sperimenta una stabilità relazionale data da un’unione coniugale. Il 63,9% delle persone ascoltate, circa 89mila persone, dichiara di avere figli. Tra loro oltre 26mila persone vivono con figli minori, un dato importante se rapportato al numero corrispondente di nuclei familiari. Risulta preoccupante la situazione dei minori coinvolti in tali situazioni di fragilità, alla luce del fatto che tali deprivazioni materiali penalizzeranno irrimediabilmente il loro futuro, sul piano economico e socio-educativo. Si attivano spesso dei circoli viziosi che tramandano di generazione in generazione le situazioni di svantaggio. (17/10/2018-ITL/ITNET)

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