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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - FRANCIA - A PARIGI L'INTUIZIONE ARTISTICA PRENDE FORMA NEL GIOIELLO COME NELL'ARCHITETTURA . CONFRONTO FRA BABETTO(MAESTRO ORAFO) E SCARPA (ARCHITETTO E DESIGNER)

INTERVISTA IN ANTEPRIMA MARGHERITA GUCCIONE DIRETTRICE MAXXI ARCHITETTURA

(2019-02-06)

  All’Istituto Italiano di Cultura di Parigi un confronto tra i lavori di Carlo Scarpa e  di Giampaolo Babetto

Architettura e arte orafa: due mondi apparentemente distinti e molto distanti. Due discipline dalle diverse finalità e dimensioni. Eppure questi due campi possono diventare l’una fonte di ispirazione per l’altra e svelare all’improvviso un linguaggio in comune fatto di rapporti, connessioni e proporzioni proprio come dimostra la mostra "Babetto/Scarpa. Architettura e gioiello contemporaneo”. Un evento espositivo promosso dal MAXXI Architettura e dalla Galleria Antonella Villanova che accosta alcuni lavori di Carlo Scarpa (1906-1978), il famoso architetto e designer veneziano, con quelli di Giampaolo Babetto (1947), maestro orafo padovano, da sempre attento all’architettura, in particolare alle creazioni scarpiane.

“Nel 2017, avevamo organizzato presso gli spazi del MAXXI a Roma la mostra ‘Corpo-Movimento-Struttura" "Il gioiello contemporaneo e la sua costruzione' ricorda  Margherita Guccione, Direttrice MAXXI Architettura nel corso di un'intervista in anteprima rilasciata ad Italian Network/ Italialavorotv. "In cui sei maestri orafi di fama internazionale ovvero Giampaolo Babetto, David Bielander, Helen Britton, Peter Chang, Monica Cecchi e Philip Sajet erano stati chiamati a riflettere sui progetti di Vittorio De Feo, IaN+, Sergio Musmeci, Pier Luigi Nervi, Maurizio Sacripanti e Carlo Scarpa. Sei architetti i cui lavori sono presenti negli archivi di MAXXI Architettura.

Avevamo costruito un percorso sottolineando le relazioni e le similitudini che intercorrono tra la ricerca architettonica e quella dell'alta oreficeria, d’altra parte i gioielli nascono da un’intuizione artistica che prende forma attraverso una progressiva definizione progettuale, a tutti gli effetti analoga a quella del progetto architettonico. Ed entrambe le ricerche si relazionano con il corpo in movimento ed entrambe rispondono con una struttura in grado di 'abitarlo' o di fargli abitare uno spazio,’’ ha affermato in un'intervista ad Italian Network Margherita Guccione, Direttrice MAXXI Architettura.

“Per la mostra di Parigi, le due curatrici, Domitilla Dardi e Elena Tinacci, hanno voluto approfondire maggiormente questo dialogo tra architettura e arte orafa e le molteplici relazioni tra la costruzione di un edificio e quella di un gioiello focalizzandosi pero’ solo due artisti: Carlo Scarpa e Giampaolo Babetto," ha precisato Margherita Guccione.
"Siamo partiti cosi' da una ricerca all’interno dell’Archivio Carlo Scarpa conservato nelle collezioni di MAXXI Architettura e abbiamo individuato quei progetti nei quali maggiormente si rilegge l’ispirazione dei gioielli di Babetto, che a volte si traduce addirittura in un’esplicita citazione, in un dichiarato omaggio all’architetto veneziano. Il risultato e’ un confronto originale tra due discipline diverse e tra la creatività contemporanea di Babetto e quella del Novecento espressa da Scarpa che ha sempre dichiarato il suo interesse per il design in grado di offrirgli nuove opportunita’ per il suo lavoro,” ha osservato Guccione sottolineando come l’archivio venga considerato come un sistema aperto, generatore di nuove connessioni.

Nelle sei teche in cui si articola il percorso della mostra, si potranno apprezzare venti lavori di Scarpa tra cui prototipi di incastri architettonici, schizzi, progetti, foto e disegni che rivelano tutta l’abilita' del maestro nell'accostare materiali diversi come il metallo e la pietra.

Di Babetto la mostra propone invece una trentina di gioielli che non sono semplici elementi decorativi ma lavori basati su una vera e propria ricerca sperimentale.

E vedendo le loro creazioni le une accanto alle altre, allestite insieme proprio sulla base di analogie, si può notare come il dettaglio sia senza dubbio l'elemento principale che accomuna questi due artisti, in modo particolare il disegno delle cerniere e dei punti di giunzione.

Creazioni in cui la forma del pieno trova il suo significato nella presenza del vuoto, mai percepito come negativo ma piuttosto come un elemento funzionale in grado di definire il confine tra interno e esterno.

La mostra, in programma dal prossimo 28 febbraio sino al 22 marzo 2019, è allestita a  Parigi presso l’Istituto Italiano di Cultura.

“Sono inoltre in corso contatti per esporre la mostra anche in altre sedi dopo Parigi,” ha aggiunto Margherita Guccione sottolineando la vocazione internazionale del MAXXI e le numerose collaborazioni con istituzioni museali straniere.

"Anche nel 2019, la collezione del MAXXI continuerà a viaggiare nel mondo. Con la mostra 'Classic Reloaded. Mediterranea' un corpus di opere è stato gia’ esposto a Beirut a Villa Audi, al Bardo di Tunisi, e da giugno sarà alla Villa des Arts a Rabat.
Viaggio in India invece per 'Extraordinary Visions. Italy' che presenta un ritratto dell’Italia composto dagli sguardi di tanti maestri della fotografia italiana. Questa mostra dopo essere stata allestita all’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, a marzo sarà esposta a Mumbai sempre all’IIC,” ha concluso Margherita Guccione. (06/02/2019-Letizia Guadagno -ITL/ITNET)

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