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ITALIANI ALL'ESTERO - FORUM ITALIA/FRANCIA - PRES. REP. MATTARELLA A "POLITIQUE INTERNATIONALE" : "UNA RELAZIONE INDISTRUTTIBILE"

(2019-04-19)

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato nelle scorse settimane un'intervista a Richard Heuzé, pubblicata da Politique Internationale con il titolo "Francia-Italia: una relazione indistruttibile".

Di seguito la traduzione di cortesia di larghi estratti dei passaggi più significativi, diffusa dal Quirinale. In questa sede riportiamo quelli che si riferiscono al contesto del Forum Italia/Francia, rinviando ad altro contesto tematico il seguito degli estratti dell'ampia intervista, come la Brexit, le elezioni europee, la crisi migratoria ed i valori fondativi della'Unione europea....(vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=57645)

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R.H.: La crisi diplomatica.

S.M.: L’indomani dell’aggressione di Mussolini, della guerra e poi del comune impegno nella Resistenza, la riconciliazione con la Francia è stata una tappa fondamentale verso il reintegro dell’Italia nella comunità internazionale. A quel tempo soltanto pochi paesi erano disposti ad ascoltare ciò che aveva da dire la nuova Italia repubblicana. La vicinanza fra i due Ministri degli Esteri, Carlo Sforza e Georges Bidault, ha permesso la realizzazione, nel 1948, di un progetto di Unione doganale fra Parigi e Roma che andava ben al di là del Trattato di pace del 1947. Tale Unione ha preceduto l’adesione dell’Italia alla NATO, nel 1949, e al Consiglio d’Europa, ancora una volta con l’appoggio di Parigi.

I paesi latini aspiravano a svolgere un ruolo importante nella costruzione di un nuovo ordine europeo che, a quel tempo, cercava ancora la sua strada fra l’entente cordiale franco-britannica e il modello di un’Europa carolingia, oscurata dal millenario antagonismo fra Berlino e Parigi.

Ma il dialogo culturale fra la Francia e l’Italia non risale certo al dopoguerra: è stato alimentato per tutto il XIX secolo da intensi scambi fra intellettuali. Ad esempio Victor Hugo ha intrattenuto un’intensa corrispondenza con Angelo Brofferio, uno dei protagonisti del Risorgimento, che lo scrittore francese definiva “avvocato del popolo” e “atleta della libertà”.

In una delle sue lettere a Brofferio, che gli offriva asilo in Piemonte, Victor Hugo, esiliato a partire dal colpo di stato di Luigi-Napoleone Bonaparte, lanciava l’idea di un “grande parlamento federativo continentale”. Se ne trova una descrizione più precisa in Actes et paroles, dove lo scrittore annuncia la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Mi permetta di citarne un passo: “L’Allemagne serait à la France, la France serait à l’Italie ce qu’est aujourd’hui la Normandie à la Picardie et la Picardie à la Lorraine. Plus de guerre, par conséquent plus d’armée. Plus de frontières, plus de douanes, plus d’octrois... Une monnaie continentale (…) [qui] résorberait toutes les absurdes variétés monétaires d’aujourd’hui. (…) Liberté d’aller et de venir, liberté de s’associer, liberté de posséder, liberté d’enseigner, liberté de parler, liberté d’écrire, liberté de penser, liberté d’aimer, liberté de croire...” (1) Quale migliore descrizione?

(1)“La Germania sarebbe per la Francia, la Francia sarebbe per l’Italia, quello che è oggi la Normandia per la Piccardia e la Piccardia per la Lorena. Niente più guerre, di conseguenza niente più eserciti. Niente più frontiere, dogane, dazi …Una moneta continentale (…) (che) riassorbirebbe tutte le assurde varietà monetarie di oggi. (…) Libertà di andare e venire, libertà di associarsi, libertà di possedere, libertà di insegnare, libertà di parlare, libertà di scrivere, libertà di pensare, libertà di amare, libertà di credo …”)..

R.H.: Cancellate le conseguenze della crisi diplomatica tra Italia e Francia?

S.M.: Assolutamente. Il Forum economico che si è tenuto il 1° marzo a Versailles, e che ha riunito le organizzazioni degli imprenditori dei nostri due paesi, la Confindustria e il Medef, ha dimostrato che i nostri rapporti di lavoro non hanno subito lacerazioni.

R.H.: Il Trattato di Aquisgrana del 22 gennaio 2019 con la Germania rafforza il Trattato dell’Eliseo del 22 gennaio 1963. L’Italia deve adombrarsene?

S.M.: Facciamo un passo indietro. Con la Dichiarazione Schuman del maggio 1950 è stato avviato, con il leale sostegno della Repubblica Italiana, un dialogo tra Germania e Francia. Quella Dichiarazione costituisce il fondamento su cui si è basata la costruzione europea, che ha preso avvio con la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) per sfociare nell’Unione Europea così come la conosciamo oggi. In questo processo, ha svolto un ruolo decisivo la profonda convergenza di vedute tra Schuman, De Gasperi e Adenauer.

Siamo lieti che la Francia e la Germania, due paesi amici, alleati e membri fondatori dell’Unione – al pari dell’Italia – abbiano deciso di rinsaldare i loro legami al servizio di questo grande disegno europeo. E spero che ciò avrà ricadute positive su tutta l’Europa. Non pensiamo neanche per un attimo che la riaffermazione di quel rapporto rispecchi la minima tentazione egemonica o prefiguri l’instaurazione di un direttorio ai vertici dell’Unione.

R.H.: La questione di membri delle Brigate Rosse ricercati dalla giustizia italiana e accolti in Francia.

S.M.: Penso che i nostri due paesi, tanto vicini per cultura giuridica e per storia, sapranno trovare un accordo su una questione delicata come quella delle estradizioni. Vede, il nostro paese ha sofferto molto durante quelli che si sogliono definire gli “anni di piombo”. Siamo riusciti a sconfiggere il terrorismo senza mai derogare in alcun modo alle regole della democrazia e alle garanzie di diritto. In particolare, non abbiamo mai fatto ricorso alla legislazione di emergenza. Ecco perché oggi l’esigenza di giustizia è così fortemente sentita dal popolo italiano."... (19/04/2019-ITL/ITNET)

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