Sponsor
|
ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - IL FUTURO DELL'EUROPA : DA CESE E CNEL :E' TEMPO DI UNIRE L'EUROPA PER CAMBIARLA. DEMOCRAZIA E RIFORME FONDAMENTALI"
(2019-05-20)
Democrazia e riforme istituzionali nell'appello lanciato da CESE E CNEL (- (vedi anticipazione: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=57804) ed oggi (http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=57971) ) :
Uno dei principali punti di debolezza dell’Unione è la grande distanza aumentata tra attese dei cittadini e percezione diffusa dei benefici sulla qualità di vita individuale. Come affermato in premessa, sono indubbi i vantaggi economici e sociali che il progetto europeo ha assicurato a tutti i cittadini. Ma è altrettanto evidente che la crisi di fiducia, alimentata dalla crisi economica del 2008, sta mettendo in discussione le conquiste raggiunte. L’intero progetto europeo sta attraversando la più grave crisi di fiducia dal dopoguerra e i rischi connessi al prevalere di spinte disgregatrici sono elevati, come dimostra la grave crisi della Brexit.
L’approccio intergovernativo ha dimostrato tutti i suoi limiti, da un lato frenando processi di riforma delle politiche, dall’altro alimentando tensioni tra gli Stati membri, con il paradosso di addossare alle Istituzioni europee, agli occhi dell’opinione pubblica, anche colpe e responsabilità non proprie. L’esito è stato un rallentamento del processo di sviluppo del progetto dell’Unione e il diffondersi di sentimenti anti europei.
Per queste ragioni non è rinviabile un processo di riforma che sancisca in Costituzione i principi fondanti dell’Unione che agisca su quattro fronti principali: accelerazione dei processi di integrazione politica tra i paesi disponibili rafforzamento delle funzioni del Parlamento Europeo; nuovi meccanismi di partecipazione diretta dei cittadini e maggior ruolo dei corpi intermedi nei processi decisionali; avvio del processo di fiscalità comune per grandi progetti prioritari. Sul primo fronte bisogna avere il coraggio di sostenere la convergenza politica tra gli Stati che condividano un progetto di Unione più integrata su materie fondamentali: politiche sociali, flussi migratori, difesa e sicurezza Il superamento della competenza concorrente o esclusiva degli Stati su alcune materie consentirebbe una maggiore efficacia delle politiche e una più equa ripartizione delle responsabilità, in particolare nella gestione dei flussi migratori. Sul secondo fronte, il Parlamento europeo, unico organo eletto direttamente dai cittadini, dovrebbe assumere maggiore centralità ad iniziare dal riconoscimento del pieno potere legislativo almeno sulle misure economiche e sulle principali misure sociali e da un maggior potere di interazione con la Commissione e sui singoli Commissari. Infine, per rafforzare la centralità del Parlamento è necessario armonizzare i sistemi elettorali e costituire collegi europei per l’elezione dei parlamentari. Sul terzo fronte bisogna agire potenziando e strutturando le esperienze di consultazione diretta dei cittadini e il loro potere di petizione nei confronti delle istituzioni europee.
Valga in proposito quanto affermato dal CESE nel parere citato in preambolo, secondo cui “È molto importante riconoscere le legittime preoccupazioni dei cittadini e incoraggiare la loro partecipazione democratica, specialmente in riferimento ai giovani. È fondamentale migliorare e riformare i meccanismi partecipativi e i processi consultativi attualmente esistenti nell'UE. Le questioni giovanili sono integrate, tra l'altro, nel pilastro europeo dei diritti sociali, nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e nei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile.
Al contempo è essenziale dare maggior peso alle rappresentanze produttive e sociali presenti in Europa con due tipi di interventi: rafforzando il dialogo sociale, la contrattazione collettiva in ogni paese e la contrattazione collettiva transnazionale con un quadro normativo di sostegno, chiedendo agli Stati nazionali a dare attuazione a tale contrattazione inserendo l’impegno nei PNR; prevedendo procedure di approvazione qualificate da parte della Commissione delle misure in materia sociale laddove tali misure contrastino con il parere espresso dalle parti sociali. Infine, sul fronte fiscale, occorre iniziare un processo di convergenza, istituendo già una fiscalità comune dedicata al finanziamento, almeno in parte, dei grandi progetti strategici riguardanti i programmi sociali per l’istruzione, il contrasto alla disoccupazione e alle povertà, nonché gli investimenti nei settori ricordati: ricerca, key enabling technologies, intelligenza artificiale e infrastrutture. Il cofinanziamento degli Stati andrebbe scomputato dal calcolo del deficit. In questo modo si otterrebbe il duplice beneficio di indirizzare ingenti risorse verso pochi grandi settori chiave per una comune crescita di qualità e al contempo incentivare gli Stati membri a fare la propria parte con un approccio collegiale e solidaristico.
Le elezioni del 23-26 maggio rappresentano un appuntamento fondamentale dal cui esito può dipendere il futuro della democrazia, dello sviluppo e del benessere di tutti i cittadini europei. Per questo è importante recarsi alle urne per mandare alle forze politiche un segnale chiaro: è tempo di unire l’Europa, per cambiarla. (20/05/2019-ITL/ITNET)
|
Altri prodotti editoriali
Contatti
|