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SICUREZZA SOCIALE - INVECCHIAMENTO ATTIVO - POSITIVO GIUDIZIO CONSIGLIO REGIONALE FVG ESITI PROGRAMMA TRIENNALE. ANZIANO ATTIVO RAPPRESENTA RISORSA PER SOCIETA'

(2019-10-01)

  Consenso unanime dell'Aula del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sulla relazione del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione legata all'attuazione del Programma triennale degli interventi della L.R. 22/2014 "Promozione dell'invecchiamento attivo e modifiche all'articolo 9 della legge regionale 15/2014 (in materia di protezione sociale)".

L'Organizzazione mondiale della sanità - hanno ricordato i consiglieri regionali Simona Liguori (Cittadini) e Stefano Turchet (Lega), relatori del documento per l'Aula - definisce invecchiamento attivo quel "processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone anziane" con riguardo, quindi, non solo al mantenimento dell'efficienza fisica ma anche del complesso delle condizioni che consentano la partecipazione alla vita economica, culturale e civica della comunità.

Il primo programma triennale degli interventi 2016-2018 superando la logica tradizionale di programmazioni parallele e settoriali, grazie a strumenti di programmazione e progettazione ad approccio integrato, risulta strutturato in otto linee strategiche: formazione, impegno civile, cultura e turismo sociale, salute e benessere, accessibilità all'informazione, ai servizi e alle nuove tecnologie a cui si aggiunge una linea strategica trasversale, relativa alle partecipazioni a reti nazionali ed europee e a progetti europei.

Dalla valutazione degli esiti e dell'impatto del programma triennale, è emerso come l'impianto della legge abbia permesso di adottare percorsi trasversali di collaborazione tra gli uffici regionali - cinque le Direzioni centrali coinvolte oltre all'Ufficio di Bruxelles - e con gli interlocutori esterni  - istituzioni e società civile - e abbia determinato modifiche di strategia delle politiche regionali, con l'inserimento della tematica dell'invecchiamento attivo in linee d'intervento che erano in passato separate e non sempre coordinate.

La costruzione del programma triennale, inoltre, ha visto il coinvolgimento e l'ascolto dei possibili interlocutori esterni: la sinergia comunicativa tra soggetti pubblici e privati ha determinato un ampliamento dei livelli di conoscenza e consapevolezza del sistema valoriale e della rete organizzativa a favore dell'invecchiamento attivo.

Il Programma triennale 2016-2018 - si legge nella relazione - risulta integralmente attuato e il giudizio espresso nella discussione svolta in Comitato risulta sicuramente positivo, sia con riferimento all'impianto della legge che al suo processo di attuazione, sebbene permangano margini di miglioramento e aspetti da potenziare.

La scommessa da perseguire riguarda ora la sostenibilità del sistema, in un'ottica che vede gli interventi a Sostegno dell'invecchiamento attivo non solo dal punto di vista dell'efficientamento delle risorse, ma soprattutto come valore sociale: un anziano attivo e non istituzionalizzato rappresenta non solo un risparmio per il sistema sanitario e socio-assistenziale, ma una risorsa per la società. In tale prospettiva assume particolare rilievo una valutazione degli interventi non solo di tipo quantitativo, ma sociale, finalizzata cioè a misurare i bisogni degli anziani e delle famiglie che se ne fanno carico.

Ulteriori dati riportati nella relazione riguardano il progetto di sorveglianza "Passi d'argento", volto a rilevare abitudini e stili di vita degli anziani, per il triennio 2016 - 2018 che mostra come il 90% degli over 65 abbia una percezione positiva del proprio stato di salute (87% il dato nazionale). Quasi un terzo rappresenta inoltre una risorsa per la società, prendendosi cura di familiari, amici o facendo volontariato (il 28,5%, nella nostra regione, in linea col dato nazionale del 29%). Poco frequente è invece lo svolgimento di un'attività lavorativa retribuita (il 4,6% in Friuli Venezia Giulia e il 6,2% a livello nazionale), mentre abbastanza buona è la partecipazione ad
attività sociali, con un dato regionale (26,5%) superiore a quello nazionale (22,7%). (01/10/2019 -ITL/ITNET)

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