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SICUREZZA SOCIALE - PENSIONI /ESODATI - COMITATO 6.000 SODATI: "NON SIAMO UN DANNO COLLATERALE E CHIEDE RIAPERTURA OTTAVA SALVAGUARDIA

(2020-02-10)

Il dramma irrisolto degli ultimi 6.000 Esodati ancora non salvaguardati sarà finalmente oggetto di un tavolo apposito aperto per il prossimo 12 febbraio tra Ministero del Lavoro, Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL e INPS.

Quest’ultima ridotta platea di Esodati - si legge in una nota inviata dal Comitato di salvaguardia - raccoglie i lavoratori rimasti a suo tempo esclusi dall’ultima Ottava Salvaguardia, incompleta in quanto conteneva delle ingiuste quanto assurde discriminazioni tra diverse categorie di lavoratori e che quindi non ha ricompreso tutti gli aventi diritto, lasciando fuori Esodati che avevano esattamente la stessa situazione previdenziale degli Esodati salvaguardati.

Ciononostante gli Emendamenti presentati da diverse forze politiche (PD, FdI, LEU) che miravano a sanare questo grave errore, sia in occasione della Legge di Bilancio 2020 che del Decreto Milleproroghe, sono stati ostinatamente e scandalosamente respinti o dichiarati innammissibili dall’attuale Governo.

Il Comitato dei 6.000 Esodati Esclusi chiede quindi che il Governo finalmente onori le promesse fatte dall’inizio di questa Legislatura e, come ripetutamente rivendicato, ribadisce che l’unica sanatoria possibile per l’ingiustizia subita dagli ultimi 6.000 Esodati è l’immediata riapertura dei termini dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il requisito previdenziale entro il 31/12/2021.
Nessuna altra soluzione si volesse ipotizzare può rispondere ai principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, in quanto anche agli ultimi Esodati spetta per equità lo stesso trattamento riservato agli altri già salvaguardati in precedenza.
Questi ultimi Esodati inoltre sono già stati esageratamente penalizzati avendo dovuto attendere finora la dovuta pensione, dal momento che  tra di loro ci sono persone che hanno già perso a oggi 2 ANNI di trattamento pensionistico.

Come recentemente affermato anche da Cesare Damiano, già presidente della Commissione Lavoro della Camera e principale artefice delle salvaguardie nella passata Legislatura,  questo dramma deve essere risolto con la massima urgenza.

Gli ultimi 6.000 Esodati non sono un “danno collaterale” che si può fingere di ignorare: sono cittadini che ancora subiscono una vergogna di Stato alla quale gli ultimi Governi non hanno posto rimedio: ignorati da coloro che a suo tempo ne generarono il dramma, inchiodati con le loro famiglie alla povertà, quando non anche all'indigenza assoluta, senza più lavoro né pensione e con la contribuzione previdenziale bloccata da più di 8 anni, rappresentano uno “scheletro nell’armadio” della politica che Governo e Parlamento devono risolvere senza ulteriori ritardi.

Questi stessi Governi, nel contempo, hanno favorito in questi anni misure previdenziali che hanno concesso il pensionamento a persone ancora in attività, al costo di svariati Miliardi di Euro, quando il dramma degli Esodati esclusi può essere sanato con una cifra di poco superiore ai 400 Milioni di Euro (da suddividere su circa 5 anni) recuperabili dagli stanziamenti a suo tempo previsti nel "Fondo Esodati" destinato alle Salvaguardie o per l’appunto dalle somme non utilizzate di misure come Quota 100.

Non avrà senso alcuno parlare di “revisione della Fornero” finché la questione degli ultimi “6.000 Esodati esclusi” non sarà stata risolta!" conclude la nota (10/02/2020-ITL/ITNET)

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