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ECONOMIA ITALIANA - VENETO - COVID 19: IL PREZZO DELLA PANDEMIA PER LE IMPRESE VENETE

(2020-08-25)

Le imprese del Veneto pagano un prezzo salato a causa del Covid 19, ma sono anche
quelle che stanno dimostrando, nel panorama nazionale, segni di resilienza e di
recupero. E’ quanto rileva l’ultimo rapporto “Statistiche Flash” dell’Ufficio Statistica
della Regione Veneto dedicato agli effetti della crisi generata dalla pandemia sul
tessuto produttivo veneto.

L’analisi, derivata dalla rilevazione Istat di maggio su “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19”, prende in considerazione un campione rappresentativo
di quasi 103 mila imprese venete.

I numeri del lockdown. Circa 3 imprese su 10 in Veneto hanno lavorato anche nei
mesi di lockdown, e un terzo (32%) ha ripreso prima del 4 maggio: una quota
significativamente superiore al valor medio nazionale (22,5%), anche per un forte
ricorso a richieste in deroga. Quasi quattro imprese su 10, invece, hanno sospeso in
toto le attività, spesso anche dopo il 4 maggio. A chiudere definitivamente i battenti o
a prevedere di non riprendere l‘attività entro il 2020 sono l’1,4% delle imprese. Si
tratta in particolare di imprese delle costruzioni e dei servizi, di agenzie di viaggio e
tour operator, di imprese di assistenza sociale non residenziale, o attività creative ed
artistiche, sportive, culturali, nei servizi di alloggio e ristorazione e nel settore
dell’istruzione.

Crollo dei fatturati. Il conto economico è pesante: tra marzo e aprile 4 imprese su 10
hanno visto ridursi il fatturato di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Per un ulteriore 12,6% di imprese venete il fatturato nel bimestre osservato
si è azzerato. Cinque imprese su 100 hanno invece registrato fatturati in crescita e un
altro 10 per cento del campione è riuscito a mantenere un fatturato pressoché stabile.
Strumenti anti-crisi. Ad aiutare le imprese sono stati soprattutto gli ammortizzatori
sociali e nuove modalità di gestione del personale, dai congedi allo smart working.

La tipologia di misure di gestione del personale cui le imprese hanno fatto maggior
ricorso è quella della Cassa integrazione guadagni (Cig) o di strumenti analoghi come
il Fondo integrazione salariale (Fis), che ha riguardato il 60,1% delle imprese venete.
Le imprese hanno poi fatto ricorso allo smaltimento delle ferie maturate dai propri
dipendenti (46,4%), alla riduzione delle ore o dei turni di lavoro (29,3%),
all’introduzione o estensione dello smart working (22%), al rinvio delle assunzioni
previste (13,9%), alla rimodulazione dei giorni di lavoro e alla formazione aggiuntiva
dei lavoratori (entrambe dichiarate dal 9,1% delle imprese).

Problema liquidità. A preoccupare gli imprenditori veneti è soprattutto la crisi di
liquidità: circa un’impresa su due prevede una mancanza di liquidità nel corso del
2020 e più di una impresa su 3 prevede seri rischi operativi e di sostenibilità
dell’attività (35,1% in Veneto, 38% in Italia). Oltre il 30% delle imprese venete teme,
inoltre, che si ridurrà la domanda nazionale e locale dei propri prodotti e servizi.
Soltanto il 13,5% delle imprese venete dichiara di non aver avuto alcun particolare
effetto sull’attività della propria impresa a causa dell’emergenza sanitaria. Il
fabbisogno di liquidità generato dalla crisi legata all’emergenza sanitaria ha spinto il
43,5% delle imprese venete a ricorrere a un nuovo debito bancario, anche tramite le
misure di sostegno disposte in materia. Tra le altre forme di credito bancario, il 24,7%
delle imprese venete ha scelto di fare ricorso ai margini disponibili sulle linee di
credito e il 16,4% ha richiesto un differimento nei rimborsi dei debiti. Una impresa su
4 è ricorsa alla modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori;
soltanto l’11,5% ha adottato modifiche di condizioni e termini di pagamento con la
clientela.

Le imprese si reinventano. Se quasi 4 imprese su 10 non hanno adottato alcuna
strategia, 6 su 10 in Veneto hanno cercato o stanno cercando nuove strade. La
principale strategia adottata per rispondere alla crisi causata dall’emergenza sanitaria è
la riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro o commerciali, che riguarda il
18,9% delle imprese. Le altre principali azioni messe in campo riguardano la modifica
o l’ampliamento dei canali di vendita o dei metodi di fornitura o consegna dei prodotti
o servizi (14,6% delle imprese venete) e il differimento o annullamento dei piani di
investimento (14,5%). Alla riduzione sostanziale del numero dei dipendenti ha fatto
ricorso il 9,2% delle imprese venete, mentre una impresa su 10 ha scelto di
intraprendere la produzione di nuovi beni e servizi non connessi con l’emergenza
sanitaria, l’8,5% sta perseguendo nuovi modelli di business, e il 7,5% ha accelerato la
transizione al digitale. Altre strategie adottate, per quanto di nicchia, sono
l’intensificazione delle relazioni, l’ampliamento dei mercati esteri e la riconversione e
l’estensione dell’attività produttiva.(25/08/2020-ITL/ITNET)

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