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LAVORO - DOTTORANDI E DOTTORI RICERCA: 57% E' DONNA, SOTTOPOSTO A FORTE PRECARIETA', SOLO 6,3% POTRA' PROSEGUIRE CARRIERA UNIVERSITARIA

(2020-10-16)

  L'Adi- Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia - ha presentato la IX Indagine su dottorato e postdoc venerdì scorso al Senato della Repubblica: una rilevazione partecipata da oltre 2000 assegnisti di ricerca - 15% della platea italiana - in cui il 57% è donna ed ha una media di 34 anni.

Un'indagine che disegna un quadro di forte precariato, con periodi di disoccupazione (27%) che spesso sfiorano i sei mesi tra un assegno e l'altro, e che arriva al 33% per le aree Cun 1 di Scienze matematiche e informatiche, 11 nelle Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche e addirittura di 12 per le Scienze giuridiche.

A livello territoriale ciò accade al  23% nel Nord Italia,il 31% nel Centro e il 35% nell Sud e nelle Isole.

Inoltre, nel 55% dei casi, questi periodi di disoccupazione superano i sei mesi, dimostrando che le misure di welfare previste per la categoria (l'indennità di disoccupazione Dis-Coll), frutto di una lunga battaglia che l'Adi ha condotto gli scorsi anni, sono fondamentali ma per nulla sufficienti, dal momento che non prevedono alcun tipo di supporto oltre i sei mesi.

Questa forte precarietà, unita anche ai forti ritmi lavorativi (il 53% degli assegnisti dichiara di lavorare più di 40 ore settimanali a cui, nel 77% dei casi, si aggiunge attività di docenza anche a titolo gratuito.
Il che incide fortemente sulle decisioni familiari, con il risultato che il 67% ha rinviato il progetto di avere figli rinviandolo a periodi finanziariamente piu' stabili. Mentre per il 25% è stato possibile grazie al lavoro dipendente del proprio partner.

Una condizione, d'altra parte,  influenzata dalle scarse misure di welfare familiare previste dal datore di lavoro-Università. Lo stesso congedo facoltativo nel 38% non viene richiesto per ragioni economiche o temendo che ci possano essere conseguenze lavorative. In ogni caso fatti i dovuti conti solo il 6,3% potrà contare sulla possibilità di proseguire la carriera universitaria.

A fronte di tale situazione l'ADI propone il superamento dell'assegno di ricerca e l'alternativa di un sistema di reclutamento ordinato e ciclico con un unico contratto di ricercatore e finanziamenti pubblici alla pari con quelli degli altri  partner europei.(16/10/2020-ITL/ITNET)

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