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IMMIGRAZIONE - FESTIVAL MODENA: SFIDE PER UN FUTURO MULTIETNICO ED INCLUSIVO: PATRIARCA "I GIOVANI PREZIOSA RISORSA". LE 4 SFIDE.

ASCARI (M5S):"LA POLITICA E' MOLTO INDIETRO. CHI NASCE E CRESCE IN ITALIA E' ITALIANO. JUS SOLI TEMPERATO

(2020-11-30)

  Chiuso oggi il Festival della Migrazione con gli interventi di alcuni parlamentari e del portavoce della manifestazione, Edoardo Patriarca
Al Festival della Migrazione sono intervenuti alcuni parlamentari, sollecitati da Jovana Kuzman e Marwa Mahmoud, due giovani esponenti dei cosiddetti italiani senza cittadinanza.

I parlamentari sono stati interpellati, in particolare, proprio sulla legge per la cittadinanza. Erano presenti rappresentanti del Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Leu e Italia Viva, parlamentari di altre forze politiche sono stati invitati ma non sono intervenuti al dibattito.

Stefania Ascari, del Movimento 5 Stelle, ha spiegato: “Chi nasce e cresce in Italia è cittadino italiano. Va detto senza esitazioni, ma la politica è molto indietro. E’ necessario andare nella direzione di uno ius soli temperato”.

Graziano Delrio, del Partito democratico, ha aggiunto: “Stiamo stimolando con forza l’approvazione della legge sulla cittadinanza. La cittadinanza non è una concessione, ma il riconoscimento che queste ragazze e ragazzi sono già italiani e che partecipano a pieno titolo alla vita del nostro Paese”.

Maria Cecilia Guerra sottosegretaria di Leu ha sottolineato: “Acceleriamo sulla cittadinanza, una riforma che va fatta. Dobbiamo interrogarci molto però sui fallimenti che ci sono stati e che ci portiamo dietro. La cittadinanza è necessaria perché questi ragazzi si sentono italiani e ne hanno diritto”.

Maria Chiara Gadda, di Italia Viva, ha chiuso: “Sono contenta che siamo d’accordo e l’auspicio è che questo possa far cambiare le cose in Parlamento. La legge sulla cittadinanza dobbiamo portarla avanti in modo più convinto: la dobbiamo ai nostri ragazzi”. Tutti e quattro si sono detti disposti a intervenire al prossimo festival per dare seguito ai discorsi avviati.

La chiusura del Festival della Migrazione è stata affidata dal portavoce, Edoardo Patriarca: “Abbiamo voluto mettere al centro i giovani, come risorsa importante e preziosa per il nostro Paese. Quattro sono le sfide che lanciamo da questo festival.

La prima: riconoscere che le migrazioni sono un fatto culturale, non emergenziale, ma un fenomeno che coinvolge l’uomo da sempre e vanno affrontate con parole diverse. Solidarietà, tolleranza, interculturalità, fanno capire er maturare il nostro Paese.

La seconda sfida è quella sociale: la migrazione non può essere un fenomeno legato solo alla sicurezza e non può essere in capo solo al ministero degli Interni. Se vogliamo costruire davvero una società multietnica sono i territori i veri protagonisti da interpellare e far agire. Penso in modo specifico ai comuni, alle associazioni di volontariato e di terzo settore.

La terza sfida è il lavoro: ce lo hanno detto chiaramente i giovani intervenuti, sia migranti senza cittadinanza e non solo loro. Se il lavoro è precario, indegno e non sicuro non si possono costruire progetti di vita duraturi e non si può dare alcuna inclusione e percorso di accoglienza.

L’ultima sfida è quella della politica: è necessaria a condizione che aiuti a sostenere questo processo di energie che sono presenti nel nostro Paese. Abbiamo costruito un’agenda molto articolata con i temi noti a chi si occupa di migrazioni e ci aspettiamo risposte chiare. Noi ci siamo”.

Il Festival della Migrazione ha avuto, nei tre giorni, oltre 50mila contatti e più di 10mila interazioni. L’iniziativa è promossa da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Crid di Unimore e Integriamo, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e oltre 50 aderenti ed enti locali, gode inoltre del sostegno del Csv Terre Estensi e di Fondazione di Modena e del contributo di Bper Banca, Coop Alleanza 3.0, Menù e Neon King.

Tracce per una agenda di speranza: un decalogo per una politica dei volti e della cura

1 Superare i decreti sicurezza
Anzitutto salutiamo con favore il nuovo testo che modifica i decreti sicurezza: reintroduce una forma di protezione umanitaria, reintroduce modalità di assistenza nei confronti dei richiedenti asilo, consente l’iscrizione anagrafica nei comuni di residenza, pone il divieto di espulsione per chi ha conseguito una vita strutturata in Italia. Auspichiamo sia l’inizio per promuovere nuove forme di partecipazione e coprogettazione. Ma guardiamo con preoccupazione la scelta delle cosiddette navi da quarantena, chiediamo di incrementare i corridoi umanitari, ribadiamo con fermezza che il diritto all’asilo è inviolabile, come pure il dovere-obbligo di salvare le vite. Le navi delle ONG, come pure quelle della nostra Marina e della Guardia Costiera, esercitano l’obbligo di soccorso, un diritto umano non negoziabile.

2. La legge sulla cittadinanza
Riteniamo urgente l’approvazione di una Riforma della legge sulla cittadinanza che riconosca tutti i figli dell’Italia di oggi. I nostri giovani che sono di fatto “italiani senza cittadinanza” pur sentendosi e chiedendo di poter essere corresponsabili di questo loro Paese dove sono stati neonati, bambini e adolescenti, fino a diventare gli adulti. I giovani che in Italia sono cresciuti ma non vi sono nati si trovano a dover dimostrare ancora un determinato reddito per accedere alla cittadinanza. Reddito che già prima dell’attuale pandemia era un sogno difficilmente raggiungibile e che oggi è un vero e proprio miraggio.

3. Lotta al precariato e un lavoro legale e politiche per la conciliazione
Il divario generazionale in Italia è sempre più evidente. Il tema del lavoro è una emergenza non certo emergente ma che richiede un’azione diversa. Occorre l’unione di pensiero e di azione per la lotta al precariato, per l’istituzione del salario minimo. Proponiamo di reintrodurre la programmazione di quote di ingresso per lavoro, soprattutto stagionale. Per superare la distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo occorre introdurre una regolazione dei flussi per lavoro, si contrasta l’immigrazione irregolare favorendo quella regolare, dando regole precise e procedure snelle. Occorre sperimentare esperienze diverse avendo come priorità la qualità del vivere familiare e della produttività lavorativa senza dimenticare che le politiche per la conciliazione toccano la sfera privata ma anche quella pubblica, politica e sociale.

4. Diritto dell’immigrazione
Proponiamo una piattaforma di riforme minime del diritto dell’immigrazione, con l’obiettivo di affrontare e ridurre in modo più strutturale possibile il problema dell’irregolarità del soggiorno. Tale piattaforma dovrebbe includere almeno i seguenti punti. Istituire un meccanismo di regolarizzazione su base ordinaria e individuale; aprire canali di libero ingresso; allentare l’attuale vincolo tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno; prevedere il rilascio di visti di ingresso per richiesta asilo direttamente nei paesi di origine o di transito. Misure di questo genere possono porre fine in modo duraturo alla produzione di irregolarità, cui le periodiche sanatorie hanno invano provato a porre rimedio.

5. Minori stranieri
Minori stranieri non accompagnati: per quanto la legge 47/ 2017 abbia assai opportunamente introdotto un impianto giuridico di maggiore tutela, permangono criticità sul piano dell’applicazione sia durante la minore età sia nella delicata fase di passaggio all’età adulta.

6. Invertire lo sguardo e investire sulla cultura
Riconoscere l’Italia come un paese già interculturale, e superare l’ottica della straordinarietà della presenza straniera in Italia. Questo significa lavorare per una nuova educazione civica, promuovere esperienze di studio all’estero, semplificare le procedure per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero.

7. Una formazione per crescere insieme
Proponiamo l’istituzione di Università miste, con docenti e studenti europei e africani. Un’altra proposta concreta, rilanciata dal Presidente onorario del Comitato Scientifico Romano Prodi proprio durante il Festiva, è lòa creazione di un master di studi sulla migrazione veramente interuniversitario e internazionale. Il master dovrà essere Europeo e integrare anche prospettive non europee in materia. Vanno poi potenziati sforzi, politiche e risorse del Programma Erasmus+, che incoraggino la cooperazione con giovani (anche non inseriti in percorsi universitari) di Paesi Terzi anche all’interno dell’Azione 1 (Progetti di mobilità per giovani e operatori giovanili).

8. Profughi climatici
Proponiamo uno strumento legale dedicato al riconoscimento, alla protezione, all’assistenza dei profughi climatici, ad esempio integrando il mandato UNHCR con un esplicito riferimento ai rifugiati climatici.

9. Legge sulla cooperazione allo sviluppo
Suggeriamo poi una riflessione, una verifica onesta sulla attuazione della legge 125/2014 e sugli orientamenti che stanno maturando in Europa. Una legge di valore che a noi pare dimenticata.

10. Una nuova politica europea per le politiche migratorie
Nonostante le Direttive la difficoltà di trovare un accordo su una politica comune di accoglienza svela la frammentazione del dialogo tra i membri dell’Unione Europea. Nonostante un’enfasi crescente sui diritti umani a livello sovranazionale gli Stati continuano ad essere i “signori” del diritto di cittadinanza ed in molti Stati, purtroppo, le migrazioni sono considerate come l’anomalia di un presunto “stato naturale”. Le dichiarazioni della Presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, sono un buon auspicio anche se il piano presentato appare fragile e non risolutivo. (30/11/2020-ITL/ITNET)

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