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SICUREZZA SOCIALE - DALL'INPS: L'OSSERVATORIO PRESTAZIONI FAMILIARI FLESSIONE ASSEGNI FAMILIARI NEL 2019

(2020-12-21)

  L’INPS ha pubblicato l’aggiornamento dell’Osservatorio sulle prestazioni a sostegno della famiglia che riporta relativamente all’anno 2019 il numero dei beneficiari di Assegni al nucleo familiare, Assegni familiari, Congedo di maternità e paternità, Congedo parentale, Prestazioni sociali dei Comuni e dello Stato, Legge 104 e congedo straordinario.

Nel 2019 i beneficiari di assegno al nucleo familiare subiscono una flessione rispetto all’anno precedente per tutte le categorie interessate: tale andamento decrescente risultava già evidente negli anni precedenti per tutte le categorie di beneficiari ad esclusione dei lavoratori dipendenti del settore privato, sempre sostanzialmente stabili con un lieve aumento nel 2018.

In particolare, la diminuzione dei beneficiari dei lavoratori dipendenti del settore privato registrata nel 2019, pari al 2,7%, potrebbe essere riconducibile al cambiamento delle modalità di richiesta del beneficio che ha comportato uno slittamento nelle richieste e quindi nell’erogazione dell’assegno ed inoltre potrebbe aver determinato, vista la gestione diretta da parte dell’INPS, un maggior rigore sulla concessione della prestazione.

L’importo medio annuo dell’assegno nel 2019 per i lavoratori agricoli è risultato pari a 1.554 euro e si è confermato più alto rispetto alle altre tipologie di lavoratori. Inoltre, l’importo medio si conferma costantemente più elevato per il genere maschile, tranne per i pensionati del settore privato per i quali risulta pari a 699 euro/anno per le donne e 497 euro/anno per gli uomini.

Analizzando la distribuzione per area geografica,  nel 2019, come negli anni passati, la maggior parte dei beneficiari tra i lavoratori dipendenti del settore privato e tra i lavoratori domestici si è distribuita nelle regioni del Nord, mentre le restanti tipologie si sono concentrate nel Mezzogiorno: in particolare il 77,0% dei beneficiari dei lavoratori agricoli si è concentrato nelle regioni del Sud dell’Italia.

L’importo medio annuo dell’assegno nel 2019 per i lavoratori agricoli è risultato pari a 1.554 euro e si è confermato più alto rispetto alle altre tipologie di lavoratori. Inoltre, l’importo medio si conferma costantemente più elevato per il genere maschile, tranne per i pensionati del settore privato per i quali risulta pari a 699 euro/anno per le donne e 497 euro/anno per gli uomini.

Nella sezione dedicata ai congedi parentali è stata inserita la variabile relativa ai giorni di congedo autorizzati, che permette di analizzare il ricorso medio annuo alla prestazione. Nel 2019 per i lavoratori del settore privato (compresi i lavoratori agricoli) in media sono state autorizzate 51 giornate, per i lavoratori parasubordinati 62 giornate, per i lavoratori autonomi 71 giornate.

Anche per i congedi parentali nel 2019 si registra una diminuzione dei beneficiari per tutte le categorie di lavoratori: in particolare per i dipendenti del settore privato tale flessione risulta pari al 5%, probabilmente riconducibile alla provvisorietà del dato riferito all’ultimo anno di aggiornamento del quinquennio.

Il numero di lavoratori tra i dipendenti del settore privato che è stato almeno un giorno dell’anno 2019 in congedo parentale è stato pari a 315.628.
Con la pubblicazione dell’Osservatorio 2020, periodo di riferimento anni 2015-2019, è stata aggiunta una nuova variabile di analisi: le giornate di congedo parentale autorizzate3 nell’anno a ciascun lavoratore.

La normativa prevede durate di congedo diverse a seconda della tipologia di lavoratore. Emerge che le lavoratrici autonome sono quelli che mediamente usufruiscono di più giornate di congedo nell’anno: per loro infatti è previsto un periodo massimo tre mesi nel primo anno di vita del bambino.
La Legge 81/2017 ha esteso i congedi anche ai padri lavoratori iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, prevedendo, sia per gli uomini che per le donne, un periodo massimo di astensione di sei mesi, nei primi tre anni di vita del bambino. Per i lavoratori dipendenti è previsto, entro i primi 12 anni di vita del bambino, infine, un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a 10 mesi, aumentabili a 11 qualora il padre lavoratore si astenga dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a 3 mesi.

Analizzando la composizione per genere dei beneficiari di congedo parentale tra i lavoratori dipendenti del settore privato si evidenzia come sia in costante crescita la percentuale di uomini sul totale dei beneficiari: nell’anno 2019 tale valore è stato pari al 22%.

La Legge 92/2012 ha istituito, in via sperimentale per gli anni 2013-2015 il congedo obbligatorio (inizialmente di un giorno) e il congedo facoltativo (due giorni), quest’ultimo alternativo al congedo di maternità della madre, fruibili dal padre lavoratore dipendente anche adottivo e affidatario, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio, con un’indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione.

Le Leggi finanziarie susseguitesi nei vari anni hanno man mano aumentato le giornate di congedo obbligatorio e portato ad un giorno il congedo facoltativo, eccezion fatta per il solo anno 2017, in cui il congedo facoltativo non è stato riconfermato. Per l’anno 2019 sono stati previsti 5 giorni di congedo obbligatorio e un giorno di facoltativo.

Nell’anno 2019 i beneficiari di congedo obbligatorio di paternità sono stati 135.654 con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente, confermando l’andamento crescente di questa prestazione obbligatoria, che nel primo anno di istituzione (2013) contava circa 50mila beneficiari. Si fa presente che la Legge finanziaria per l'anno 2017 ha previsto, come detto precedentemente, la conferma del congedo obbligatorio ma non di quello facoltativo. I dati esposti per l’anno 2017, relativamente al solo congedo
facoltativo, si riferiscono a nascite 2016, per le quali la legge prevedeva la fruizione del congedo entro i cinque mesi dalla nascita del figlio.

PRESTAZIONI SOCIALI DEI COMUNI E DELLO STATO
L'assegno di maternità dello Stato è una prestazione previdenziale a carico dello Stato erogata e concessa direttamente dall'Inps mentre l'assegno di maternità dei Comuni e l’assegno al nucleo familiare con almeno tre figli minori concesso dai Comuni sono prestazioni autorizzate dai Comuni stessi e pagate dall’Inps.

Risulta infine in costante aumento il numero di beneficiari dei permessi per Legge 104 e dei periodi di congedo straordinario retribuiti: nel 2019 mediamente il 6,6% in più rispetto all’anno precedente.

Ai lavoratori dipendenti con disabilità grave e ai lavoratori dipendenti che prestano assistenza ai loro familiari con disabilità grave, vengono concessi, in presenza di determinate condizioni, permessi e periodi di congedo straordinario retribuiti. Il prospetto seguente mostra come l’andamento del numero di beneficiari si confermi crescente nel quinquennio per ciascuna delle tipologie di permesso esaminate.

L’analisi delle quattro tipologie di permesso mostra che solo nel prolungamento dei congedi parentali e nei congedi straordinari, c’è una prevalenza marcata di beneficiari di genere femminile pari rispettivamente al 78,6% e al 58,2%, mentre per le altre prestazioni emerge una sostanziale parità tra i due generi.(21/12/2020-ITL/ITNET)

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