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IMMIGRAZIONE - RIFUGIATI - DAL TAVOLO ASILO E IMMIGRAZIONE UNA LETTERA AL PREMIER DRAGHI ."NEL MEDITERRANEO SI CONTINUA A MORIRE . SI FERMI LA STRAGE NEL MEDITERRANEO. IN LIBIA I DIRITTI NON VENGONO RISPETTATI

(2021-07-07)

  Dal tavolo sull'asilo e l'immigrazione una lettera al Premier italiano Mario Draghi perchè si fermi òa strage nel Mediterraneo e si cancellino gli accordi con la Libia.
Fermare la strage nel mediterraneo, cancellare gli accordi con la Libia
Nel mediterraneo si continua a morire. Le stragi di migranti che cercano di raggiungere le coste europee sono ormai quasi quotidiane, col rischio che si consumino nell’indifferenza generale.

Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, al dramma delle morti in mare si accompagna l’intervento della cosiddetta Guardia Costiera libica, che, spesso con metodi brutali, costringe i barconi intercettati a far ritorno in Libia, rinchiudendo i migranti nei centri di detenzione governativi o in quelli gestiti dalle milizie, dove vengono sottoposti a terribili violenze.

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Del tavolo fanno parte : A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S.Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm
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Eppure la politica dei respingimenti continua, nonostante lo stesso Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi sia intervenuto più volte per affermare che la Libia non può essere considerata paese sicuro, visto che i diritti, compreso quello d’asilo, non vengono rispettati e chiedendo dunque di far cessare i respingimenti in quel paese. Nonostante tutto questo, il Parlamento sta per votare la delibera sulle missioni militari all’estero, tra cui anche il rinnovo di quella in Libia.

Noi pensiamo che sia necessario un radicale cambio di rotta, mettendo in campo provvedimenti finalizzati al salvataggio delle persone, evacuando le persone rinchiuse in tutti i centri di detenzione in Libia, per inviarle verso paesi dove i diritti siano rispettati.

Il Tavolo Asilo e Immigrazione ha deciso di inviare una lettera aperta al presidente Draghi, perché fermi questa situazione e interrompa il finanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica.

di seguito il testo della lettera inviata al Premier Draghi:

"Egregio presidente Draghi,
la cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i
nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su quelle libiche. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro
Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di innocenti in mare, assistiamo all'intervento della cosiddetta
Guardia costiera libica, finanziata con risorse italiane e della Ue, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60mila
persone nei centri di detenzione governativi e soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti dalle milizie paramilitari.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel nostro
Paese, per sottolineare la necessità di interrompere queste operazioni perché la Libia non può essere annoverata tra i
'Paesi sicuri', mancando le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d'asilo. Non è accettabile che si parli di
'salvataggi dei naufraghi', quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia
significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. L'unica alternativa possibile alle morti in mare non può
essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono
messe a rischio. Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l'assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle Ong.

Oggi il Mediterraneo è un deserto che ogni giorno seppellisce, sotto le sue acque, vite umane della cui sorte i Governi sono responsabili. Sono più di 7mila i morti accertati dal 2017 ai nostri giorni. In queste ore il Governo da lei presieduto ha inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia. Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti.

Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.

Pensiamo, inoltre, che sia necessario promuovere un'azione politica con la Ue per un intervento di ricerca e soccorso e in particolare riteniamo urgente che l'Italia, in quanto Stato costiero, torni a coordinare le attività di Sar nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro a oggi svolto dalle Ong.

Chiediamo, infine, una riforma delle politiche europee d'asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra Costituzione (art 10) e della legislazione europea e internazionale. Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell'Europa.

Per questo ci rivolgiamo a Lei, non potendo più assistere inermi alla strage che ogni giorno si compie sotto i nostri occhi, né tanto meno pensiamo sia possibile continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti, spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere violati i loro diritti fondamentali di esseri umani.

Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la cosiddetta Guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per la Ue, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo."

A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies,
Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S.Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes,
Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees
Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm .(07/07/2021-ITL/ITNET)

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