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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - A PALAZZO WEDEKIND IMPORTANTE COLLEZIONE DI OPERE D'ARTE DEL '900 DI PROPRIETA' DELL'INPS

(2021-10-20)

    Palazzo Wedekind ospita un’importante collezione di opere d’arte del ‘900, di proprietà dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. La mostra, organizzatanei giorni scorsi dall' INPS in sinergia con il FAI, si snoda attraverso tre percorsi tematici diversi con una selezione di opere tra le migliaia che compongono la collezione artistica dell’Istituto.

  Il percorso che maggiormente caratterizza l’esposizione è dedicato al “lavoro”, tema in perfetta assonanza con la mission dell’Istituto. Le opere mettono in risalto lo sforzo e l’orgoglio di chi profonde impegno nella propria occupazione, arrivando con soddisfazione a fine giornata. Danno corpo al significato latino di labor, inteso come fatica mentale e fisica.

Molti dipinti del percorso risalgono al secondo dopoguerra, periodo in cui il mondo dell’arte e non solo quello della pittura, scelse di rappresentare i lavoratori nei campi, nelle fabbriche e nei cantieri. Tra le opere simboliche del percorso: Il minatore di Ribolla di Ugo Attardi, il cantiere augusteo di Antonio Barrera, la contadina sarda di Domenico Purificato, il contadino sardo di Domenico Purificato, i ciclisti di Felice Forgione, il ritratto di Corrado Alvaro di Renato Guttuso. 

Il ritratto di Corrado Alvaro di Renato Guttuso è un olio su tela, simbolo dell’amicizia che unì Renato Guttuso e Corrado Alvaro nel dopoguerra. L’opera è una rappresentazione del lavoro  intellettuale. Guttuso raffigura la fisionomia dello
scrittore, in una posa rilassata creando un’immagine solida, con forti squadrature e dal colore denso e tirato, in linea con quel linguaggio portatore di soluzioni di sintesi postcubista tipico della pittura del ‘900.

  Il dipinto proviene dal patrimonio ENAP-PSMSAD (Ente NazionaleAssistenza e Previdenza Pittori e Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici) e fu probabilmente una donazione dello stesso Alvaro che ne fu fondatore nel ‘45, e presidente sino alla morte.
Il Minatore di Ribolla di Ugo Attardi (nato a Sori nel 1923) è anch’esso parte della serie dedicata ai lavoratori e rappresentazione di lavoro manuale. Testimonia l’impegno civile, oltre che sociale, della pittura di Attardi. L’artista, una volta abbandonata la sperimentazione astrattista, si concentra verso una ricerca iconografica basata su soggetti per lo più naturalistici, tendendo ad esasperare in chiave drammatica l’oggetto della sua raffigurazione con un taglio interpretativo sociale e politico. L’adesione ai temi del realismo, riletti alla luce di un neoespressionismo di matrice nordica portano Attardi ad affrontare prima di tutto le “ragioni politiche dell’arte”.

La sua pittura si dedica infatti alla rappresentazione del vivere quotidiano e alle difficoltà del lavoro urbano e contadino, come appunto nel caso del Minatore di Ribolla. Il forte impatto cromatico di questo dipinto rende intensa la rappresentatività realistica e riporta la composizione su un piano assoluto dell’immagine. Le lumeggiature, i solchi dati dai colori acidi, la chiusura quasi claustrofobica dello spazio circostante, suggeriscono inoltre una rappresentazione ed interpretazione drammatica del soggetto.

Altre opere che rappresentano il lavoro umano sono esposte presso le Sedi territoriali INPS: il Lavoro di Leonardo Leoncillo e le attività lavorative di Bernardino Palazzi (Sede provinciale di Ferrara), mietitura di Roberto Rimini (Sede Siracusa), lo Scarto dei limoni di Roberto Rimini e le Vendemmiatrici di Roberto Rimini (Sede Siracusa), le Attività Sportive di Pippo Rizzo (Sede Roma centro).

Il secondo percorso ha un titolo fortemente evocativo: “tra le pieghe dell’anima...l’universo”: le emozioni si accendono tra i colori, le figure, gli stili ed i linguaggi espressivi differenti. L’artista, compiendo un proprio percorso interiore, mette nell’opera la propria sensibilità, i propri ricordi, la propria essenza ideale e spirituale, scegliendo i tratti di tale intima rappresentazione, mettendola in relazione con un unicum più grande, l’universo inteso come spazio escatologico di relazioni ed interpretazioni. Tra le opere astratte in mostra: composizione di Piero Dorazio, struttura scambio di Piero Dorazio, composizione di Roberto Crippa, composizione di Giovanni Dova e senza titolo di Achille Pace.

L’opera struttura scambio di Piero Dorazio è un olio su tela in cui la pittura si esprime con colori limpidi e accesi, chiusi in forme geometriche che ricordano le armonie delle composizioni di Balla. I profili di colore contrastante si spezzano e si ricompongono in un gioco alternato, accentuando l’intreccio delle forme e creando dei ritmi di luce che danno forza
alla composizione. Il colore, steso in campiture apparentemente uniformi, subisce delle variazioni di luce, esaltando la vibrazione cromatica.

Le opere sulla stessa tematica esposte sul territorio sono: composizione Carla Accardi (Sede Cremona), Composizione n.2 di Luigi Montanarini (Sede Aquila), Barbablù di Giosetta Fioroni (Sede Convitto Anagni), Fiaba Colorata di Giosetta Fioroni (Sede Convitto Anagni).

L’ultimo percorso in mostra riguarda i “paesaggi di città nell’arte”, in una accezione moderna, nel pieno di uno sviluppo consumistico, meno incline alla rassicurante retorica figurativa, più alle prese con periferie, tecnologia, tempi e vite frenetiche, angoli nascosti, luci artificiali su quelle naturali, il bello ed il brutto dei nuovi centri urbani. Questa parte dell’esposizione è arricchita di immagini di opere collocate nelle Direzioni regionali e Provinciali INPS e nella Direzione Generale ed include dipinti e sculture che riflettono la dimensione dell’Istituto in una sorta di museo diffuso sull’intero territorio nazionale.
Il percorso include quadri e opere come il paesaggio romano di Ugo Attardi, il paesaggio romano di Carlo Quaglia e il sole di Rapallo di Rolando Monti.

L’opera “il paesaggio romano” di Carlo Quaglia è un olio su faesite e raffigura probabilmente la chiesa dei Santi Gregorio e Andrea al Celio, vista dal basso del Circo Massimo.
Il paesaggio presenta una calda colorazione ocra, dalle morbide nuances di base che ricorda, come evidenziato dalla critica contemporanea, le vedute urbane di Mario Mafai, ma che risulta collegabile anche alla pittura degli anni Cinquanta di Fausto
Pirandello.

Tra le opere esposte in altre Sedi INPS: il paesaggio Alpino di Lorenzo Gigotti (Direzione Generale), il paesaggio di Fernando Toso (Direzione Generale), il paesaggio di Capo D' Orlando di Emilio Migneco (Sede Agrigento), la Marina 59f di Beppe Guzzi (Direzione Generale). L’opera di Michele Cascella, “Esultanza Papale” arricchisce infine l’Ufficio del Presidente INPS a Palazzo Wedekind.

Nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind spicca il “ritratto di Taddeo Barberini”, opera di Andrea Sacchi, illustre pittore del ‘600, proveniente dalla collezione Colonna di Sciarra. E’ un olio su tela di grandi dimensioni che ritrae il Barberini, Prefetto di
Roma dal 1631, grande mecenate ed estimatore d’arte il quale scelse di farsi ritrarre con le vesti prefettizie, per celebrare ufficialmente la propria posizione sociale nella Roma seicentesca. (20/10/2021-ITL/ITNET)

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