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IMMIGRAZIONE - INTEGRAZIONE ALUNNI - DAL MINISTERO ISTRUZIONE AL FESTIVAL DELLE MIGRAZIONI (MODENA): "PRESTO NUOVE LINEE GUIDA: SERVONO PONTI DI UNITA' E DIALOGO"

(2021-11-04)

Saranno presto disponibili le nuove linee guida sull’integrazione degli alunni stranieri con un aggiornamento di quelle datate 2014. La notizia è stata resa nota dai dirigenti del Ministero dell’Istruzione nel corso del seminario ‘Costruttori di ponti – Di generazione in generazione’ al Festival della Migrazione di Modena.

Il Ministro Patrizio Bianchi ha dettato chiaramente la linea: “Il concetto di integrazione prevede che cambiamo tutti e due, non solo uno dei due. La nostra idea è che si è cittadini perchè lo era il mio babbo, o per una procedura burocratica: invece si è cittadini se accettiamo valori comuni e allora dobbiamo trovare i valori comuni di un Paese, di una nazione, di una comunità. E per trovare questi valori abbiamo una guida che non invecchia mai, la nostra Costituzione.
Questa dice che i diritti individuali nel nostro Paese si devono sposare col dovere della solidarietà. Dobbiamo ribadire i valori fondanti della nostra Repubblica e qui si innesta il diritto di cittadinanza e questo non riguarda solo chi giunge da fuori, ma anche quelle che sono dentro: tutti dobbiamo chiederci se siamo a pieno titolo cittadini di questo Paese, se condividiamo gli stessi valori”.

Maurizio Certini, direttore del centro studi Giorgio La Pira e membro della commissione nazionale di Fondazione Migrantes, ha ricordato l’importanza dello scambio interculturale e intergenerazionale: “Oggi comprendiamo che i muri non servono, servono ponti di unità e di dialogo. Il mondo o si unisce o perisce”. Albertina Soliani, presidente Fondazione Cervi, ha fissato l’obiettivo: “La coesione, l’essere comunità, vogliamo continuare a lavorare per questo. La scuola e la società cosa stanno diventando e cosa pensano delle migrazioni? La scuola è competente sulle dinamiche culturali e sull’integrazione? Forse devono cambiare alcuni parametri culturali, la scuola deve essere competente e pensare a una nuova educazione civica. Noi abbiamo ragazzi aperti al mondo, che studiano e che viaggiano e a cui dobbiamo dare risposte”.

Tra gli ospiti del seminario alcune esperienze delle seconde generazioni. Il rapper italo egiziano Amir Issaa, ad esempio, ha spiegato: “Durante l'infanzia e l'adolescenza mia madre mi ha fatto cambiare nome in ‘Massimo’ per rendere le cose più facili agli altri, e intorno al nome italiano in contrasto a quello straniero si costruisce un'identità. Noi italiani di seconda generazione abbiamo tutti storie diverse, quello che dico ai ragazzi è di non vergognarsi della propria identità. Quando vado all’estero, ad esempio a New York dove mi reco spesso per lavoro, tutti mi considerano un artista italiano: purtroppo in Italia c’è una legge che non è ancora adeguata".

Marwa Mahmoud, del centro culturale Mondinsieme, ha confermato: “Tanti ragazze e ragazzi si sentono e sono italiani senza aver riconosciuto questo diritto: non dobbiamo dimenticare che essere o meno cittadini fa molta differenza. La scuola è il luogo privilegiato per coltivare la costruzione continua di ponti, è il luogo dove si crea il senso di appartenenza e cittadinanza”.

E’ intervenuta anche Yiyun Zhang, una madre cinese: "Durante la pandemia molti problemi hanno colpito l'istruzione, sia per quanto riguarda i bambini stranieri che gli italiani. Tutto questo ha aumentato il peso sulle famiglie e sui bambini", mentre Saadia Parveen ha ricordato che “i migranti di seconda generazione si confrontano con una realtà diversa da quella dei propri genitori e perciò manca loro una guida nelle difficoltà". Simohamed Kaabour ha chiosato: "È importante indagare il rapporto generazionale per evitare conflittualità. Da una parte ci sono i genitori immigrati, dall'altra i figli che crescono in un nuovo Paese". (04/11/2021-ITL/ITNET)

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