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DONNE - LAVORO - ITALIANI EUROPA MEDITERRANEO: REA(SEGR.CONF.UIL):"):”LAVORARE IN EUROPA PER NUOVO PARADIGMA SVILUPPO SOCIALE. STAGIONE AFFERMAZIONE DIRITTI DONNE IN ITALIA NON E’ ANCORA CONCLUSA”

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  Le donne nel mondo del lavoro sono sempre di più, presenti in tutti i campi come semplici lavoratrici, imprenditrici ed anche le sindacaliste sono sempre piu’ numerose ma stentano ad affermare altre “filosofie” rispetto a quelle attualmente vigenti in Europa, nonostante alcune importanti affermazioni ai vertici delle istituzioni e della politica, come del mondo bancario e delle imprese. E delle donne si dice che il loro ruolo abbia un notevole importanza nell’attuale contesto  socio-economico ma, al di là di una strumentalizzazione contingente, quali gli spazi perché possano affermare una diversa “filosofia” proprio alla luce dell’attuale contesto economico-finanziario ? 
Italialavorotv/Italiannetwork lo ha chiesto ad Anna Rea, Segretario Confederale della UIL e responsabile internazionale del “sindacato dei cittadini”.

“Innanzitutto, - afferma la sindacalista - servirebbe che prevalesse nel nostro paese  come in Europa un'altra idea di sviluppo, un'altra idea delle politiche del lavoro, e non quelle che stanno adesso purtroppo guidando l'Europa,  ovvero politiche di austerita', di tagli, di sacrifici, e quindi politiche che non mettono in condizione i giovani e in particolare le donne di avere un ruolo, una prospettiva per il futuro. Anzi,  queste politiche stanno pesando in maniera significativa proprio sulle spalle delle donne, perche' una politica di tagli del welfare ed innanzitutto dei livelli di protezione, già assai limitati, stanno ricacciando le donne di nuovo in casa. E quindi quello che serve e'  che il lavoro che stiamo facendo sia nell'ambito della CES – Confederazione Europea dei Sindacati -  ma anche come sindacato UIL a livello nazionale -  e'  di lavorare per costruire un nuovo paradigma dello sviluppo. E in questo nuovo paradigma di sicuro il tema della democrazia e dei diritti e' tutt'uno con le politiche di sviluppo, non perche' non dobbiamo fare i conti con i temi del debito sovrano o di una maggiore razionalita' delle risorse, ma perchè queste azioni portano altre opportunità. Elementi di cui  invece attualmente non vediamo assolutamente traccia perche' prevale un'idea di un governo, anche all'interno del nostro paese, ed al di la' di alcune necessarie azioni che il governo Monti ha fatto, di una idea tutta finanziaria. Un’idea prevalsa  alla luce del dramma di un paese arrivato ad un punto molto basso sia dal punto di vista del pil che degli indici di ricchezza, di reddito pro capite, di scolarita', di livello di ricerca del paese, di innovazione.

Tutti punti abbastanza discutibili,  pero' al di là di questo Monti ha condotto una gestione finanziaria dove non solo non c'e' un'idea di sviluppo e non c'e' crescita, ma anche lo stesso tema della democrazia e del protagonismo delle donne e degli uomini non sembra albergare. Il che rende un'idea di un'Europa del piu' forte. Di una giungla in cui sta venendo meno l'idea alla base dell'Europa stessa, di un Europa solidale, federata, di un’Europa non solo della moneta, ma anche di un'Europa dei popoli, politica, mentre e' quanto mai attuale, come nell’idea dei Padri Fondatori. Se uno rilegge una serie di scritti di Altiero Spinelli sembra  siano stati scritti appena ieri,  e questo e' drammatico perchè sono passati 50 anni e noi siamo ancora non solo al punto di partenza, ma - per quello che sta capitando e per l'aggressione della speculazione finanziaria -  siamo tornati indietro.

E purtroppo la Germania sta esprimendo il peggio che poteva esprimere in una logica molto egoistica perchè pensa alle prossime elezioni del 2013, creando un danno non solo all'Europa nella sua interezza, ma  agli stessi tedeschi, nelle scelte che non daranno frutti neanche alla Germania pensando a lungo termine,  ridimensionando l'Europa e rischiando anche di farla implodere. Una politica che danneggera' sicuramente chi e' piu' esposto ma danneggera' anche gli stessi tedeschi.”

Ma dov’è finito l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi dell’Europa 2020 ?

“Sembra proprio un miraggio sia nei contenuti ma anche nello sforzo di riflessione, di progettualita' , di contenuti che c'erano all'interno di quell’impegno” afferma la sindacalista della UIL. “Adesso siamo tutti presi da questa corsa allo spread, ma la politica economica e sociale di un paese non si gioca sullo spread, perché ci sono molti altri spread da tenere in considerazione, e tra questi uno degli spread piu' grandi e' lo spread  della disegualianza. Altro che 500 punti su questo aspetto saremo a 500.000 punti di distanza: una  distanza siderale tra i diversi paesi, e la drammaticita' è che questa assenza di politica porta ad aumentare le disegualianze non solo tra un paese e l'altro ma anche all'interno dello stesso paese, negli stessi territori. E viene meno anche un'idea di solidarieta', dove le donne per la loro cultura per il loro modo di essere e di fare sono state sempre protagoniste. ...(vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=38003)...(06/08/2012-ITL/ITNET)

(Data di inserimento online 2012-08-06 00:08)

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