CULTURA ITALIANA NEL MONDO - DAL CONSIGLIO GENERALE ITALIANI ALL'ESTERO: PROPOSTA DI RIFORMA PROMOZIONE. QUALCUNO NICCHIA. PARLAMENTO SI FACCIA PARTE DIRIGENTE"
"Abbiamo consegnato al governo al Primo Ministro e al Ministro degli Esteri ed ai Presidenti delle Commissioni cultura di Camera e Senato, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, e ai Comitati per gli italiani nel mondo, un progetto di legge di riforma sulla lingua e cultura italiana in cui non parliamo di riforma della 153. Saremmo ormai lontani dagli obiettivi." Lo annuncia il Segretario Generale del CGIE Elio Carozza nell'ultimo incontro di questa consiliatura del CGIE con i giornalisti di settore.
"Ed abbiamo avuto in questi incontri - riferisce Carozza - una grande disponibilità al Senato, dove sulla questione si sta già lavorando, anche con alcune indagini conoscitive per approfondire l'argomento sul quale nei due rami del Parlamento sono state presentate delle proposte di legge. Abbiamo invece constatato in questi due giorni, e lo dico con molta.... che non c'è stato un riscontro da parte del Governo. Ho avuto - ma è solo una sensazione personale, precisa l'esponente del CGIE - ma credo sia quella giusta - che almeno all'interno degli addetti ai lavori e parlo dell'amministrazione del ministero degli affari esteri, un piccolo segno non l'ho colto.
La proposta di legge che noi presentiamo, riguarda soprattutto la creazione di un'agenzia della cultura italiana e la nostra proposta di legge, proprio per il coordinamento generale e tenuto conto anche del nostro lavoro fatto sulla base degli elementi colti nella legiferazione degli Stati a noi vicini, come Germania, Spagna e Francia, si messa sotto l'egida della Presidenza del Consiglio.
"Se il governo lo vuole, l'obiettivo è arrivare a questo. Non va bene la nostra proposta ? Ce ne sia un'altra ! Siamo pronti a discutere". Però la riforma ci vuole. Credo che sia una questione fondamentale in questa fase" Ed il Segretario Generale chiede che il Parlamento assuma la questione attraverso una proposta parlamentare piuttosto che aspettarsi una risposta dal governo". (25/03/2015-ITL/ITNET)