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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - COMPARTO OLIVICOLO - OPERATORI E TECNICI NORD ITALIA E SLOVENIA ALLA FONDAZIONE E.MUNCH. IL PUNTO SU PRODUZIONE: IN CALO MA INCREMENTO A NORD E CONTRAZIONE A SUD

(2023-02-02)

Oggi alla FEM e in diretta sul canale youtube il punto sulla annata olivicola 2022 3^ Giornata olivicola, focus su produzione e prospettive in Trentino, Nord Italia e Slovenia.
Operatori e tecnici del comparto olivicolo del nord Italia e della Slovenia hanno partecipato oggi alla Fondazione Edmund Mach alla terza giornata tecnica olivicola per fare il punto sui problemi che l’olivicoltura presenta in queste regioni produttive e sulle prospettive per il 2023.

L'evento, giunto alla sua terza edizione, è organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l’Università degli studi di Verona, l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia e l'Istituto Agrario e Forestale di Nova Gorica in Slovenia.

Introdotto dai saluti del direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri e moderato da Lanfranco Conte, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Sostanze Grasse, l'incontro ha presentato un resoconto della stagione produttiva 2022, con un focus sull’andamento dei principali litofagi e patogeni, sulla necessità di ridurre e ottimizzare gli interventi fitosanitari, sulle corrette pratiche agronomiche, cercando di fornire risposte territoriali e precise agli olivicoltori.

Il 2022, nel centro-nord Italia, si conferma un’annata che ha visto un aumento della produzione di olio rispetto al 2021, all'opposto nel sud Italia si è verificato un netto calo della produzione. La produzione  nazionale complessiva di olio nel 2022 ha visto una riduzione del 37% circa, attestandosi sulle 208.000 tonnellate.

In Trentino la produzione di olive è stata elevata e si attesta sulle 2.975 tonnellate; anche la produzione di olio è stata cospicua con 456 tonnellate e una resa media del 15,3%, più elevata rispetto al 2020 (12,7%).
Per il comparto olivicolo provinciale è stata un'annata caratterizzata da una prolungata siccità nei primi mesi dell’anno e da un’estate molto calda e asciutta, che però non ha compromesso la produzione in quanto quasi tutta l’area olivicola è dotata di una moderna e capillare rete di distribuzione dell’acqua irrigua.

Fortunatamente il gran caldo ha frenato lo sviluppo della mosca olearia che in primavera era iniziato in modo molto aggressivo. Un’attenta strategia di gestione dell’insetto ha permesso poi di contenere, senza particolari problemi, questa avversità che ha trovato il suo massimo sviluppo proprio nel periodo della raccolta.

In questi ultimi anni si sono manifestate delle alternanze molto importanti, con picchi di elevate e basse produzioni, non conosciute in passato. La FEM sta studiando questo fenomeno per capire le cause e per poterle contrastare con delle pratiche agronomiche adeguate. Dai primi dati ottenuti dalla sperimentazione di campo si evidenzia come la potatura gioca sicuramente un ruolo importante nel garantire degli accrescimenti annui in grado di garantire la produzione l’anno successivo (Stefano Pedò – FEM).

Nell’Alto Garda trentino la mosca olearia ha trovato le condizioni climatiche ideali e rappresenta uno degli insetti più temuti dall’olivicoltore in quanto sviluppandosi all’interno delle olive può determinare ingenti danni alla produzione e riduzione della qualità dell’olio.

Si è osservato che gli evidenti cambiamenti climatici degli ultimi anni, con l’aumento della frequenza di inverni miti e poco piovosi, favoriscono lo svernamento di popolazioni elevate della mosca dell’olivo. Per questo motivo può risultare strategico attuare una cattura massale della mosca olearia su vaste superfici. Infatti, gli olivicoltori seguendo le indicazioni tecniche di FEM, con l'adozione di questi dispositivi su ampie superfici dal 2020, come prima esperienza in Italia, confermano che la strategia della cattura massale deve essere adottata già dai mesi primaverili (Michele Morten –
FEM).

Il tema delle tignole rodiscorza che ha interessato tutto il nord d’Italia è stato illustrato dall’Università di Verona. La presenza di tali specie è conosciuta da tempo ma solo recentemente (2018) ne è stata osservata l’associazione con l’olivo. Le larve di questi lepidotteri hanno la capacità di nutrirsi del legno vivo creando delle ferite che possono portare al disseccamento e conseguente morte di intere branche o rami. La lotta si basa attualmente sull’asportazione e distruzione dei rami colpiti. Data la difficoltà di individuare i danni causati dalla larva e l’inefficacia del controllo chimico, sono in fase di sperimentazione l’utilizzo di sistemi di Attract and kill (Federico Marangoni, Nicola Mori – Università
di Verona).

L'occhio di pavone (Cicloconio) è la più importante malattia fungina dell’olivo. I danni che può manifestare si evidenziano con la caduta precoce delle foglie infette che porta a una riduzione della funzione vegetativa della pianta, con conseguente riduzione della differenziazione delle gemme a fiore e calo della produzione dell’anno successivo.

La caduta delle foglie può compromettere non solo il raccolto dell'anno con un danno che può arrivare anche alla perdita dell’80% della produzione, ma anche, in caso di gravi infestazioni su varietà sensibili (ad esempio la Bianchera), la completa defogliazione che può pregiudicare la vita stessa della pianta. Al fine del contenimento di questa patologia è importante considerare la scelta del terreno d’impianto, la scelta varietale, i corretti sesti di impianto, la gestione della chioma (potature, concimazioni) e la corretta modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari (Gianluca Gori, ERSA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia - Marko Devetak - Istituto Agrario e Forestale di Nova Gorica).
Link per rivedere la giornata tecnica: https://www.youtube.com/watch?v=q8rNP1yo57s (02/02/2023-ITL/ITNET)

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