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ITALIANI.ITALIANI ALL'ESTERO - CINA/RUSSIA - ISPI H24 "XI, UOMO DI PACE ?" XI JINPING ED IL CONCETTO DI "SICUREZZA COLLETTIVA".

(2023-03-20)

Il presidente cinese Xi Jinping è atterrato questa mattina a Mosca per una visita di tre giorni su cui il mondo ha gli occhi puntati. Nella capitale russa, tirata a lucido per l’occasione, i due “grandi amici” affronteranno numerose questioni bilaterali e “inevitabilmente” – come sottolineato dal portavoce del Cremlino Dimitri Peskov – discuteranno della proposta cinese per una pace in Ucraina. L’incontro, ampiamente annunciato e caricato di aspettative anche da parte della stampa cinese, arriva all’indomani di una visita a sorpresa del presidente russo Vladimir Putin a Mariupol in Ucraina, sul fronte dei combattimenti, e – soprattutto – appena pochi giorni dopo il mandato di cattura internazionale spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei suoi confronti per presunti crimini di guerra. Una decisione dall’alto valore simbolico ma che praticamente avrà scarse se non nulle conseguenze, dal momento che Mosca (al pari degli Stati Uniti e della stessa Ucraina), non riconosce la giurisdizione della Cpi.

L’attenzione per il vertice tuttavia è determinato dalla volontà di mediazione dichiarata da Pechino, che non risolve tuttavia un’ambiguità di fondo fin qui manifestata dalla Cina: “La comunità internazionale ha riconosciuto che nessun paese è superiore agli altri, nessun modello di governo è universale e nessun singolo paese dovrebbe dettare l’ordine internazionale”, ha sottolineato Xi Jinping in un articolo scritto per la stampa russa, aggiungendo che “la risoluzione del conflitto in Ucraina sarà possibile se le parti seguiranno le linee guida del concetto di sicurezza collettiva”.

Xi, uomo di pace?

Xi Jinping si presenta a Mosca come uomo di pace, forte del riavvicinamento conciliato tra gli arcinemici della regione mediorientale, Arabia Saudita e Iran. Di recente inoltre, il leader cinese ha presentato un piano di pace in 12 punti per risolvere la guerra in Ucraina e, dopo il vertice con Putin, è probabile che chiami il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Se vai a Mosca e ti siedi per tre giorni allo stesso tavolo del presidente Putin e ascolti il suo punto di vista su una guerra che ha cominciato e che potrebbe finire oggi, il minimo è alzare il telefono e parlare anche con il presidente ucraino per avere il suo punto di vista”, ha commentato alla Cnn il portavoce del Consiglio di sicurezza americano John Kirby, assicurando che la Casa Bianca sta seguendo l’incontro a Mosca fra Xi e Vladimir Putin “molto, molto da vicino”. Lo scetticismo di Washington, che è in parte condiviso anche in Europa, deriva dal dubbio che Pechino non sia un attore neutrale in questo conflitto. Il piano di pace cinese, ad esempio, non dice nulla sul ritiro delle truppe russe dai territori ucraini occupati eppure critica le sanzioni e quello che definisce “il doppio standard” occidentale, accusando velatamente la Nato di aver provocato l’attacco di Mosca. Per Xi, tuttavia, è utile presentarsi come unico membro permanente del Consiglio di sicurezza interessato alla pace e alla prosperità condivisa agli occhi del “sud globale”: una narrativa che preoccupa gli americani.

Belle parole?

Ma dietro i discorsi di pace, secondo diversi osservatori, è probabile che il vertice comporti un aumento del sostegno cinese alla Russia. Le numerose sfide domestiche e internazionali non hanno finora stroncato quella partnership “senza limiti” annunciata dai due leader all’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino nel febbraio 2022 e quello appena trascorso si è rivelato l’anno della svolta nel rafforzamento delle relazioni bilaterali sul piano commerciale e finanziario. Così mentre oggi l’Europa cerca di svezzarsi dall'energia russa, la Cina è in grado di acquistare petrolio e gas a costi ridotti e Putin e Xi potrebbero annunciare a breve di voler accelerare i lavori per costruire un altro gasdotto che unisca i loro paesi. Anche fornire alla Russia beni che non può più acquistare in Occidente, in particolare semiconduttori, è una mossa redditizia per Pechino, le cui aziende saranno caute nel non incappare in sanzioni occidentali. Il boom dell’interscambio commerciale tra Russia e Cina, in particolare dell’export russo di commodities energetiche, si riverbera sul lato finanziario. Ed è probabile che entrambi i leader continuino gli sforzi per promuovere alternative al dollaro come valuta globale.

Equilibrismo strategico?

Se quello con Mosca è un legame indissolubile, tuttavia, anche le relazioni con l’Occidente sono cruciali per la prosperità economica e il progresso tecnologico della Cina. E se da un lato Pechino non si illude che i rapporti migliorino nel prossimo futuro a causa dell'intensificarsi dello scontro con Washington, dall’altro non vuole nemmeno accelerare la rottura, perdendo l’accesso alla tecnologia, ai mercati e alla finanza occidentali. Per questo la Cina non può permettersi di sostenere incondizionatamente Mosca né di soddisfare le sue richieste di armi, in particolare proiettili di artiglieria e missili, per sopperire alle perdite che stanno minando lo sforzo bellico delle truppe russe al fronte. Il mese scorso – proprio nei giorni in cui Pechino presentava il suo piano – gli Stati Uniti avevano messo in guardia la Cina dal rifornire l’alleato di “sostegno letale” e anche dal prendere in considerazione questa mossa. È questo un punto delicato nella relazione tra Mosca e Pechino, una nota ‘dolente’ di quelle capaci di incrinare un’amicizia, per quanto “senza limiti”. Anche se dovessero affiorare, comunque, difficilmente eventuali tensioni saranno fatte trapelare. “Le foto di Xi e Putin insieme a Mosca lanceranno un chiaro messaggio – osserva sul Financial Times Gideon Rachman – Russia e Cina rimangono partner stretti, legati dalla loro comune ostilità nei confronti dell'America e dei suoi alleati”. (20/03/2023-ITL/ITNET)

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