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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - STATI UNITI - AL RIZZOLI BOOKSTORE DI NEW YOK INCONTRO PROMOSSO DAL MAGAZZINO ITALIAN ART CON BEATRIZ CIFUENTES-CABALLERO SUL DESIGNER MASSIMO VIGNELLI

(2018-10-19)

  Di grande interesse l'iniziativa promossa in collaborazione con Magazzino Italia al bookstore  Rizzoli di New York che vedrà al centro della conversazione il designer italiano Massimo Vignelli.  Protagoniste dell'incontro il 23 ottobre  Beatriz Cifuentes-Caballero e Debbie Millman per celebrare la pubblicazione del volume "Cover of Design: Vignelli: Grafica, Packaging, architettura, interni, mobili, prodotti" edito da Rizzoli, 2018.

Massimo Vignelli nasce a Milano il 10 gennaio 1931. Superata un'infanzia difficile nella Milano provata dalla seconda guerra mondiale, inizia ad interessarsi dapprima di architettura e successivamente di disegno industriale. Nel 1949, a soli diciotto anni, il giovane Massimo partecipa al Congresso Internazionale di Architettura Moderna, che quell'anno si sarebbe svolto a Bergamo. Qui ha l'opportunità di conoscere i migliori architetti europei dell'epoca, esperienza che descriverà come «una festa, per un giovane fanatico com'ero all'epoca». Vignelli crescerà assieme a quella che diventerà la prossima generazione di grandi architetti: Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Gae Aulenti, Guido Cannella e molti altri.

Vignelli ha studiato architettura al Politecnico di Milano e all'Università IUAV di Venezia. Quando era ancora uno studente a Venezia, Paolo Venini, proprietario della Venini Glass, gli offrì l'opportunità di progettare alcune lampade in vetro soffiato. Le lampade che progettò durante questo periodo sono ora esposte in diversi musei e rappresentano una delle prime esperienze di Vignelli nel design, oltre ad alcuni dei suoi primi lavori riconosciuti. In questo stesso periodo Vignelli inizia ad occuparsi della progettazione grafica di giornali, libri e packaging, allontanandosi dall'architettura per avvicinarsi sempre di più al design.

«In quel periodo progettavo quotidiani, libri e imballaggi. Disegnai anche una casa per un cliente ma realizzai che, per me, il processo architetturale era troppo lento in confronto alla velocità del processo di progettazione. Per progettazione intendo progettazione grafica, di prodotto, di esibizioni, d'interni e di arredamenti. Così mi concentrai di più sul design, ma rimasi sempre vicino all'architettura, che ho amato per tutta la vita.»(Massimo Vignelli, Vignelli: from A to Z.[11])

Nel 1957 si sposa con Lella ed insieme si spostano momentaneamente negli Stati Uniti, grazie ad una proposta di lavoro che Massimo ricevette da una società del Massachusetts. Tuttavia i prodotti che Vignelli progetta in questo periodo (forchette, coltelli e cucchiai) vengono rigettati dal dipartimento di marketing perché considerati troppo moderni. L'anno seguente l'IIT Institute of Design offre a Vignelli una cattedra part-time, così la coppia si trasferisce a Chicago.

Vignelli rimane a Chicago per due anni, durante i quali ha l'opportunità di conoscere importanti nomi dell'architettura internazionale.  Nel 1960  è costretto a rientrare in Italia a causa della scadenza del suo visto. In questo periodo riceve diversi incarichi da illustri compagnie come Olivetti, Pirelli e Xerox, Sansoni, ed altri editori. Vignelli descrive questi anni come gli anni nei quali il suo personale approccio al design iniziò a manifestarsi.

Nel frattempo i coniugi Vignelli danno vita, a Milano, al loro primo studio di design, dove lavoreranno fino al 1964. Alla fine del 1964, Vignelli si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti. In questo periodo inizia a prendere forma l'idea di uno studio internazionale, idea che diverrà realtà sotto il nome di Unimark International, fondato dai soci: Massimo Vignelli, Ralph Eckerstrom, Bob Noorda, Jay Doblin, James Fogelman, Wally Gutches, e Larry Klein. Unimark crebbe in fretta e divenne presto uno degli studi di design più importanti al mondo, con sedi a Chicago, New York, Denver, Cleveland, Detroit, San Francisco, Milano, Londra, Copenaghen, Johannesburg e Melbourne.

Vignelli si occupa del coordinamento dei diversi uffici, ed in questo periodo viaggia molto fra un paese e l'altro per gestire e dare delle linee guida alle varie sedi, in modo da stabilire un linguaggio comune. In questo periodo Vignelli guida la realizzazione di diversi progetti spesso erroneamente attribuiti a Vignelli Associates, fra cui i progetti di identità visiva per American Airlines (1967), Ford (1965) e la celebre segnaletica per la metropolitana di New York City (1966). Vignelli lascerà Unimark nel 1971, a seguito dei sempre più crescenti dissapori verso la condotta della società, sempre più improntata verso il marketing.

Nel 1972 Vignelli realizza la celebre e controversa mappa della metropolitana di New York. La mappa, che in origine doveva essere accompagnata da una mappa descrittiva, è un diagramma astratto della rete metropolitana, dove ogni linea è identificata da un colore diverso ed ogni fermata è identificata da un pallino. Le linee sono disposte secondo il criterio dei 45° e 90° gradi, tecnica messa in atto con successo per la prima volta nella pionieristica mappa della metropolitana di Londra realizzata nel 1933 da Henry Charles Beck. La mappa, radicalmente moderna rispetto alle tradizionali mappe in uso negli Stati Uniti, ricevette da subito reazioni miste che sono tutt'oggi oggetto di dibattito. Intesa da Vignelli come un diagramma che deve svolgere la funzione di indicare il percorso da un punto A ad un punto B senza una precisa relazione con la geografia, come la mappa di Beck, fu criticata da molti newyorkesi che, invece, trovarono disorientanti le incongruenze geografiche, in particolare la rappresentazione dell'area di Central Park come un quadrato

La mappa è considerata da molti l'opus magnum di Vignelli ed è presente nelle collezioni di diversi musei, fra le quali la collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York.

Il libro presenta anche saggi di Germano Celant, Mildred Costantino, David Revere McFadden, Joseph Rykwert, Steven Heller, Kenneth Frampton, Yoshiki Waterhouse, e Debbie Millman.

Fondazione Art Magazzino italiana ha sponsorizzato la produzione del libro sul Design di  Vignelli. Tutti i materiali di progettazione e le pubblicazioni presenti  al Magazzino Arte Italiana sono prodotti  da Yoshiki Waterhouse e Beatriz Cifuentes-Caballero di Waterhouse Cifuentes Design. Lo studio si basa su più di quindici anni di lavoro con il loro mentore, Massimo Vignelli, per clienti internazionali .  Il loro lavoro ha ricevuto molti premi di design, ed è ora parte della collezione permanente del Museum of Modern Art, New York.

Beatriz Cifuentes-Caballero, l'autrice del volume, è uno dei principali  Waterhouse Cifuentes design ed è stata vice presidente di lunga data del  Vignelli Associates.(19/10/2018-ITL/ITNET)

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