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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - RIENTRO GIOVANI ITALIANI DALL'ESTERO: CCIA DI MILANO E MONDO IMPRESE LANCIANO "TALENTS IN MOTION" PIATTAFORMA ATTRATTIVA ON LINE PER CONNETTERE AZIENDE E TALENTI
(2019-07-08)
Dalle parole ai fatti. Viene inaugurata questa mattina a Milano la prima iniziativa di Social Responsibility promossa da oltre 40 grandi gruppi italiani ed esteri presenti in Italia, tutti impegnati a promuovere l’attrattività del nostro Paese presso le migliaia di giovani che si sono trasferiti per problemi di lavoro in altri Paesi o stranieri che vogliono considerare l’Italia come paese dove lavorare.
Talents in Motion, progetto su cui Patrizia Fontana ha catalizzato le energie di Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, Yes Milano, Regione Lombardia, Unione Confcommercio, Assolombarda, Anitec-Assinform, Confindustria Digitale e Forum della Meritocrazia, è una piattaforma online che connette le aziende italiane ai talenti all’estero, promuovendo le opportunità lavorative che l’Italia offre con una visibilità internazionale. I talenti oltre a questo possono trovare tutte le informazioni necessarie sul contesto fiscale, legale e amministrativo e trovare articoli ad hoc che valorizzano il panorama aziendale italiano.
“È noto il gap che separa il nostro Paese dai partner comunitari in termini di competenze digitali e know-how tecnologici, oggi patrimonio indispensabile tanto per le grandi imprese quanto per le PMI. Vogliamo implementare l’offerta formativa grazie al coinvolgimento delle Università italiane, accelerare lo scambio di conoscenze e favorire così l’attrattività del nostro Paese per i talenti italiani e stranieri. L’obiettivo è tra un anno di misurare l’efficacia degli sforzi sostenuti da tutti i partner in un Forum cui contiamo di arrivare forti di 250 aziende sostenitrici che si saranno unite al progetto, in buona parte anche PMI. Una crescita che si traduce anche in incremento del PIL e in un maggior numero di occupati qualificati.” ha ricordatoPatrizia Fontana, Presidente Talents in Motion.
La scarsa attrattività di talenti da parte dell’Italia deve essere inquadrata nel contesto più ampio della ridotta crescita economica del Paese e dei limitati investimenti in innovazione. Attrarre talenti in Italia è di per sé generatore di crescita economica. Secondo gli ultimi dati disponibili il fenomeno della fuga dei cervelli ha un costo in Italia di circa 14 miliardi di euro l’anno, equivalente a un punto percentuale del PIL. Sono circa 81mila gli studenti che hanno intrapreso percorsi professionali fuori dall’Italia, contribuendo in parte anche alla creazione del profondo divario che esiste con gli altri partner internazionali in fatto di competenze digitali.
“Siamo ultimi per crescita, abbiamo finanziato la spesa corrente e ridotto gli investimenti. Nella formazione rispetto alla media OCSE siamo molto indietro in termini di istruzione secondaria (l 24% dei giovani tra 25 e 34 anni ha un’istruzione inferiore a quella secondaria contro il 15% della media OCSE).Troppi giovani in Italia non lavorano e non studiano (la % di NEET è pari al 25% contro il 10% della Germania). Il tasso dei laureati in Italia tra 25-34enni è la metà degli altri Paesi. Siamo in sostanza in forte ritardo in tutti gli indicatori che misurano la vitalità e le prospettive di un sistema economico. Tutto questo si traduce in perdita di PIL che a sua volta alimenta la ridotta attrattività. Il Talent Attractiveness Indicator elaborato dall’OCSE dell’Italia di posiziona in coda alla classifica (su 36 Paesi) sia per quanto riguarda l’attrattività di manager stranieri sia per quella dei lavoratori con master o dottorato. Occorre stimolare, anche grazie ad iniziative terze come Talents in Motion, una riforma della Pubblica Amministrazione, della scuola e dell’università e adottare politiche fiscali realmente incentivanti” ha sottolineatoVeronica De Romanis, docente presso la Luiss e Stanford University di Firenze.
Proprio il tema del valore dei talenti è stato al centro del convegno. Da un lato sono stati presentati i risultati dell’indagine“Talenti italiani all'estero. Perché tanti partono e pochi ritornano”, condotta dall’Ufficio Studi di PwC Italia su 130 giovani talenti italiani che vivono e lavorano all’estero. Il campione, composto per il 53% da donne e per il 47% da uomini provenienti da 20 diversi paesi, è rappresentato per il 43% da under 30 e il 90% ha almeno una laurea.
Obiettivo dell’indagine qualitativa è stato individuare le principali ragioni che spingono i talenti italiani a spostarsi all’estero, le motivazioni per cui sarebbero disposti a ritornare in Italia e i principali fattori che disincentivano il loro rientro. Emerge dall’analisi che il 50% si definisce in fuga dalle criticità del mercato globalizzato e solo il 29% si definisce a caccia di opportunità in un mondo globalizzato.Gli expat vedono l’Italia come un Paese dalle scarse prospettive: l’85% ritiene che il paese in cui lavora offra migliore contesto professionale e maggiori prospettive di carriera rispetto all’Italia. Il 26% non tornerebbe più in Italia, anche a fronte di un’offerta più remunerativa o prestigiosa, mentre il 68% tornerebbe ma solo a fronte di una posizione con uguale o maggiore prestigio e remunerazione.
Significativo notare che il 60% dei talenti da quando è all’estero non ha più cercato opportunità in Italia, solo il 16% resta attivo nella ricerca. Quali sono quindi i fattori che più li trattengono dal tornare in Italia? Secondo Andrea Toselli, CEO di PwC Italia, “Gli incentivi fiscali servono, ma oggi le aziende devono fare la propria parte non solo per attrarre i talenti ma anche per creare un contesto di lavoro stimolante, migliorare il work-life balance e offrire un percorso di carriera più rapido e trasparente”.
Il 31% è infatti trattenuto all’estero dalle limitate prospettive di carriera e crescita professionale, il 30% dalle non buone prospettive economiche dell’Italia, il 30% teme di scontrarsi con clientelismo e corruzione. Inoltre, per il 28% gli stipendi sono troppo bassi, il 26% dichiara che c’è una migliore qualità della vita all’estero. Infine, il 21% indica un contesto lavorativo poco stimolante e il 14% legami familiari o questioni personali.
Talents in Motion è un’associazione senza scopo di lucro, fondata e presieduta da Patrizia Fontana, nel cui consiglio direttivo siedono Salvatore Paparelli, vice president, Raffaele Fiorella, Giorgio Boggero e Simone Dominici.(08/07/2019-ITL/ITNET)
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