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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - FELLINI A CINECITTA': L'IMMAGINARIO FELLINIANO NELL'OMAGGIO DI DANTE FERRETTI. SINTESI MAGICA DELLA 'CASA' DI FELLINI NELLA CITTA' DEL CINEMA

(2020-01-28)

Il 20 gennaio 2020 Federico Fellini – il più noto dei residenti di quella che per lui era la città
ideale, Cinecittà – festeggia 100 anni. E Cinecittà non poteva non presentargli un regalo, fisico
e immaginario, come è nello stile del Maestro. Per lui, e per tutti i suoi spettatori.
Felliniana – Ferretti sogna Fellini, è il titolo della Mostra-installazione, a carattere
permanente, che sarà inaugurata negli Studi di Cinecittà, all’interno della storica ‘Palazzina
Fellini’ dal 1 febbraio 2020.

L’opera porta la firma di Dante Ferretti, lo scenografo premio Oscar® che per Fellini è stato
uno dei magici artefici delle sue visioni, e di Francesca Lo Schiavo, sodale di vita e lavoro di
Ferretti, scenografa e set decorator di fama internazionale.

La mostra è una vera e propria immersione nell’immaginario felliniano, oltre che il racconto
onirico e suggestivo di un sodalizio artistico e di un’amicizia. Un incontro, tra Federico e ‘Dantino’
nato sul set del Satyricon nel 1969, e una collaborazione diretta avviata con La città delle donne,
cui seguono titoli indimenticabili: Prova d’orchestra, 1978; E la nave va, 1983; Ginger e Fred,
1986; La voce della luna, 1990 . La meravigliosa maturità del genio riminese.

Felliniana, prodotta e promossa da Istituto Luce-Cinecittà, è una piccola città dentro
Cinecittà, spazio fisico e di sogno che in un percorso raccolto contiene luoghi, segni,
suggestioni dell’intero universo felliniano, al modo delle ‘camere delle meraviglie’
rinascimentali. La mostra si snoda in tre ambienti principali, tre tappe di un viaggio insieme
al regista in luoghi elettivi della sua ispirazione.

La sala centrale, scenografata dalle locandine dei film come in un magnifico affresco, racconta
l’automobile, un rito assiduo tra il regista e lo scenografo: il tragitto sulla Fiat 125, con cui
Federico Fellini si recava a Cinecittà spesso accompagnato da Dante Ferretti, e con la quale la
notte amava aggirarsi con gli amici per le strade romane (e di cui Ettore Scola in ‘Che strano
chiamarsi Federico’ ha dato una memorabile elegia). Uno spazio fisico (per Fellini un vero e
proprio luogo di lavoro) e temporale in cui avevano luogo conversazioni e scambi di idee, ma
anche racconti di sogni, su cui Fellini interrogava il suo scenografo.

Il percorso prosegue nella “Casa di piacere”, sala sintesi dell’immaginario racchiuso ne La città
delle donne, con lo scivolo toboga e le soubrettes che circondano Marcello Mastroianni.
E porta nella sala finale, quella del Fulgor - luogo emblematico per l’infanzia di Fellini e la sua
iniziazione al cinema – già restaurato a Rimini da Ferretti.

Nelle tre sale, con la sintesi magica di cui sono capaci gli artisti, Ferretti costruisce una nuova
casa ideale di Fellini. Dei nuovi cassetti in cui racchiudere i sogni del Maestro condivisi con lui.
La mostra si avvale di importanti contributi che ha visto coinvolti gli scultori di Makinarium,
eccellenza nel settore degli effetti speciali, per la realizzazione dei manichini dei protagonisti e
delle comparse; della ricerca e della selezione dei costumi, a cura di Anna Lombardi (A.S.C.);
della Sartoria Il Costume e dell’attrezzeria scenica E. Rancati; ma soprattutto del lavoro
degli artigiani, dei falegnami e delle maestranze che lavorano a Cinecittà; che hanno fatto e
fanno ancora grande il cinema italiano e internazionale.(28/01/2020-ITL/ITNET)

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