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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - 08 MARZO - LA BELLEZZA DELLE DONNE NELLE TERRE ESTREME ATTRAVERSO LO SGUARDO INEDITO DI CATERINA BORGATO AL D3082 DI VENEZIA
(2020-03-09)
Inaugura nello spazio D3082 il progetto fotografico site specif di Caterina Borgato. Uno sguardo inedito su luoghi e le sue abitanti, per raccontare la bellezza, la forza e l’unicità dei legami femminili nelle terre estreme. La mostra è parte del programma Marzo Donna del Comune di Venezia, con il sostegno di National Geographic Expeditions e il patrocinio di Fondazione Elena Trevisanato Onlus
“Vengo dal deserto...La gente pensa di te che spunti dal nulla e quindi sei il nulla”
fino all’ 8 maggio gli spazi di D3082 accoglieranno Donne di terre estreme, un’installazione site specific di tre opere fotografiche di Caterina Borgato; un frammento di racconto dei suoi numerosi viaggi nelle terre estreme e delle persone, in particolare le donne, che le abitano. Sono i luoghi dove vivere sembra essere un atto di coraggio che Caterina ha imparato a conoscere e amare, condividendo questa passione con la sua attività come guida esperta di National Geographic Expeditions.
In bilico tra reportage e riflessione intimistica, nelle sue foto Caterina scrive e racconta soprattutto di donne che ha incontrato e che l’hanno accolta nei suoi viaggi. Donne invisibili non solo perché lontane geograficamente, ma perché parte di queste terre definite estreme per le condizioni di vita: il clima, la reperibilità dell’acqua, l’accesso alle risorse vitali. Sfruttando la peculiarità espositiva di D3082, le sue grandi vetrine affacciate sul passaggio, è stato concepito un allestimento site specific di tre, potentissimi ritratti realizzati da Caterina in Etiopia, parte della più estesa serie fotografica intitolata Donne di terre estreme. Tre sguardi a cui è impossibile sottrarsi e che si offrono al confronto, superando l’imbarazzo e la barriera della diversità. Donne scelte per la loro storia che si è intrecciata con quella di Caterina: due di loro appartenenti a una tribù di nomadi Afar, abitanti della depressione desertica della Dancalia etiopica , che Caterina ha attraversato in bicicletta per tutta la sua lunghezza, unica donna, ad oggi, ad averla percorsa. La terza proveniente dalla città Harar, luogo sacro dell’Islam, inaccessibile, fino a qualche tempo fa, ai non musulmani. Un luogo, tuttavia, simbolo del divario e delle lacerazioni sociali, della messa ai margini di quanti non hanno possibilità di accesso alle risorse vitali di base.
Caterina Borgato identifica queste tre figure come simboli della Consapevolezza, Bellezza e Sogno; la prima ha il volto autorevole dell’anziana che ha accolto e ospitato Caterina nel villaggio, lungo i 1.000 Km percorsi in bicicletta in solitaria attraverso il deserto. La Bellezza è quella di una giovane dallo sguardo magnetico, appartenente alla medesima tribù, partecipe a quel gineceo organizzato attorno alla burra, la casa dei pastori nomadi, dove tutte le donne si riuniscono per gestire le necessità delle famiglie. Una bellezza inconsapevole che non ha salvato la giovane, morta pochi mesi dopo quell’incontro. La terza donna, una senzatetto incontrata nella città di Harar, è l’incarnazione della dimensione stralunata del Sogno, il simbolo del diverso o, per meglio dire, del differente, della terra estrema intesa come dimensione mentale, ma anche quella interna alla città stessa che crea distanze e accompagna ai limiti estremi. Nella sicurezza del suo sguardo, fermo e indagatore, si perdono la sua alterità e i suoi indumenti, realizzati con stracci e oggetti raccolti per strada.
In linea con la ricerca d’indagine sul mondo femminile di D3082, Donne di terre estreme vuole offrire l’occasione di una riflessione sul potere della coesione del mondo femminile nelle terre estreme, che diventa una vera e propria “sorellanza”: un tacito patto sociale che esiste tra tutte le donne e mantiene in piedi queste società. Un legame che Caterina ha indagato nella Dancalia, nell’inaccessibile isola di Socotra (Yemen) fino ai remoti altipiani della Mongolia occidentale, tra i pastori nomadi kazaki. Allo stesso tempo, intende far riflettere sulla condizione femminile nella nostra realtà, sulle grandi divisioni e i dibattiti che caratterizzano le società occidentali, lì dove è più diffuso il benessere; la disgregazione, la complessità del dialogo, della visione che rende instabile la crescita e la stessa affermazione sociale delle donne.
Donne di terre estreme fa parte degli appuntamenti di Città in Festa -Marzo Donna del Comune di Venezia, patrocinata da National Geographic Expeditions e Fondazione Elena Trevisanato Onlus, no profit che da 11 anni si occupa di progetti umanitari a Venezia e di cooperazione allo sviluppo in Etiopia. La mostra è realizzata con il sostegno di Grafiche Biesse, Finking – servizi di traduzione e interpretariato, AF Service audio luci e Kel12. D3082 è un progetto promosso da ACISJF Venezia, sostenuto da CIF- Centro Italiano Femminile e patrocinato dall’Accademia di Belle Arti di Brera. (09/03/2020-ITL/ITNET)
Caterina Borgato Nasce nel 1966. D’inverno e con tanti sogni. Formazione classica e umanistica, un master in organizzazione aziendale. Gli animi e le porte di casa spalancate da generazioni sul mondo le indicano, in modo inequivocabile, la direzione da prendere. La conoscenza dell’umanità e di terre altre è cominciata come passione ed è diventata una professione. Dal 2004 accompagna viaggi di lungo raggio, come “expert on tour” per Kel12 e National Geographic Expeditions. Viaggia per conoscere e far innamorare della meraviglia del Mondo chi si affida a lei, innamorata delle terre estreme e dell’umanità che ci riesce a vivere. E che non vivrebbe, mai, altrove. Questa umanità, il cui incontro aiuta la comprensione di mondi altri nello straordinario viaggio della conoscenza e della condivisione. In quello che vede, ci sono i suoi racconti. Attimi che ricorderà per tutta la vita. Fotografa per raccontare, per nutrire, arricchire e completare con il ritmo delle parole, il suo lavoro e la sua vita. Scrive pensando che la fotografia racconta la realtà. Il suo percorso fotografico personale Donne di terre estreme è stato esposto a Treviso e a Trento. Con lavori di immagini e parole sulle esperienze in viaggio partecipa da tanti anni, a serate culturali in Italia. Ha scritto di reportage di viaggio pubblicati su riviste specializzate Trekking & Outdoor, Camminare, Bilquis.
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