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ANZIANI NEL MONDO - COVID-19/CASE DI CURA - IN CANADA STRUTTURE DI LUNGO DEGENZA CARENTI : 81% DEI MORTI PER COVID. RAPPORTO ROYAL SOCIETY OF CANADA

(2020-07-06)

  Non sempre l'erba del vicino è piu' alta e le rose senza spine. Anche in Canada il Covid ha colpito severamente gli anziani ricoverati in case di cura di lungo degenza. Sulla questione  un articolo de Il Corriere Canadese, che segnala come il problema sia emerso  "durante la pandemia di Covid-19" e presenta le conclusioni di un "rapporto che non fa sconti a nessuno, quello stilato dalla Royal Society of Canada che ha messo in evidenza come l’arrivo del coronavirus sia riuscito a portare alla luce del sole molte carenze di vecchia data nel sistema e abbia causato alti livelli di “sofferenza fisica, mentale ed emotiva” agli anziani.

“Quelle vite perse inutilmente avevano valore – si legge nel rapporto di un gruppo di lavoro presieduto dalla dottoressa Carole Estabrooks della University of Alberta – quelle persone meritavano una migliore conclusione della propria vita e una buona morte. Li abbiamo abbandonati”.

Il gruppo di lavoro, creato dalla task force Covid-19 della Royal Society di scienziati e ricercatori, ritiene che le cause del fallimento siano complesse ma sono radicate in quelli che indica come “atteggiamenti impliciti sistemici e profondamente istituzionalizzati riguardo all’età e al genere”. È emerso che l’81% dei decessi di Covid-19 del Canada sono avvenuti in case di cura a lunga degenza, un numero molto più alto di quello riportato in paesi comparabili come Stati Uniti (31%), Australia (28%) Spagna (66%).

Gli autori affermano che le case di cura canadesi hanno permesso di abbassare il rapporto personale-paziente e negli ultimi anni si siano sempre più spostati verso una forza lavoro non regolamentata, anche se i pazienti vivono più a lungo con malattie – come la demenza – che richiedono cure sempre più complesse.

“Quei lavoratori non regolamentati ricevono i salari più bassi nel settore sanitario, ricevono una formazione formale variabile e minima in (assistenza a lungo termine) e raramente fanno parte del processo decisionale sull’assistenza ai residenti” si legge nel rapporto, che rileva che molti di questi lavoratori dichiarino di essere sovraccarichi di lavoro e di soffrire di alti tassi di esaurimento.

Tuttavia, il rapporto rileva anche che i controlli di infezione di base e i dispositivi di protezione individuale erano spesso carenti e che molti dipendenti lavoravano in più strutture, aumentando le possibilità di diffusione del virus. “Abbiamo il dovere di affrontare e risolvere questo problema – non solo per porre fine all’attuale crisi delle malattie trasmissibili, ma per riparare il settore che ha permesso a quella crisi di provocare un tale caos evitabile e tragico”, hanno scritto gli autori.

Il rapporto formula nove raccomandazioni orientate ad affrontare una “crisi della forza lavoro che lascia le case a corto di personale e gli impiegati sottopagati e sopraffatti”.
Gli autori hanno invitato Ottawa a sviluppare standard nazionali federali per il personale e la formazione e a subordinare il finanziamento provinciale alla soddisfazione delle richieste. Il governo federale dovrebbe anche garantire che vengano raccolti dati sulla qualità della vita dei residenti, sugli standard di cura e sulla soddisfazione dei lavoratori e garantire che vengano analizzati da un ente terzo, afferma il rapporto. " (06/07/2020-ITL/ITNET)

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